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notizia del 11/02/2008 messa in rete alle 11:49:23
L’ex Colonia Marina
In fondo a un cassetto ho ritrovato una vecchia foto che ritrae la “Colonia marina” di Gela, una immagine che ha suscitato in me sorpresa e tanti ricordi. (In alto si nota l’antico palazzo comunale).
Eravamo nel 1936, il fascismo era al potere da 14 anni, eravamo tutti in divisa, io ero un orgoglioso avanguardista. La conquista dell’Etiopia suscitò vasti consensi negli italiani (anche nei più restii) e Pio XII disse che il duce era “l’uomo della Provvidenza”.
Al limitare della spiaggia di Gela, a sinistra del pontile sbarcatoio, il podestà dell’epoca, con una sovvenzione avuta da Roma, fece costruire una vasta struttura per accogliere a turno gli scolaretti delle scuole elementari di Gela, Caltanissetta, Butera e Niscemi. Il vasto edificio, che poteva ospitare 250 bambini ogni mese nel periodo estivo, venne inaugurato dal federale di Caltanissetta con una oratoria altisonante, tra gli applausi di tanti scolaretti e delle loro famiglie. I giornali la definirono, un’opera del regime.
Nelle scuole primarie la “Colonia marina” venne sponsorizzata con parole enfatiche dagli insegnanti. (Chissà perché allora le maestre erano tutte vecchissime e qualche volta morivano prima della fine dell’anno scolastico, fra il compianto generale, dopo malattie silenziose e segrete).
Purtroppo dopo il secondo conflitto, quando fu allestito il lungomare di Gela, vennero abbattute tutte le baracche di legno, dove si fabbricavano le scope di erica per esportarle e dove tanti marinai tenevano le loro attrezzature per le barche da pesca e i velieri.
Scomparve tutto, anche il Caricatoio con i suoi silos del 1400, voluto dai nostri progenitori. Il “moderno” fece piazza pulita di tutto. Era iniziata una nuova era, quella del dopo guerra, che spazzò via il passato e anche (chissà perché) la splendida “Colonia marina”.
Autore : Gino Alabiso
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