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notizia del 09/09/2007 messa in rete alle 11:43:55
Giuseppe Garibaldi: assassino o eroe?
Sotto la presidenza dell’on. Giovanni Giolitti (1900–1922) l’Italia godette di un buon governo austero e senza sprechi. Si faceva allora attenzione a tutte le spese, comprese quelle dei “termosifoni del Viminale”. Prendendo l’esempio di Quintino Sella, nella composizione del Governo l’on. Giolitti dispose che ciascun Ministro doveva costituire il proprio Gabinetto con tre funzionari di concetto, oltre agli ufficiali d’ordine. O tempora, o mores…!
Sullo sfondo del governo Giolitti vi era una forte identificazione con i valori risorgimentali. Pensate che in quel periodo, in occasione dei cent’anni dalla nascita di Giuseppe Garibaldi, fra le tante iniziative, fu persino emanata anche una amnistia. Due mesi fa (nel Luglio del 2007) è stato celebrato il bicentenario della nascita di Garibaldi, figura luminosa e pura del nostro Risorgimento, nella sede del nostro Senato, alla presenza del Capo dello Stato Napolitano. La Lega ha però disertato l’aula per protesta – così ha detto l’on. Calderoli – “perché bisogna ridimensionare la figura di Garibaldi”.Su un quotidiano siciliano sono apparsi in proposito vari articoli (una vivace polemica) pro e contro l’Eroe: dei due mondi.Financo il presidente dell’Assemblea siciliana, Gianfranco Micciché, ha detto che “E’ giunto il momento che anche questa falsità storica cessi di occupare i libri sui quali studiano i nostri figli”. E’ il colmo…!
Nei vari articoli che sono stati pubblicati, alcuni hanno definito Garibaldi “assassino”, “avventuriero”, “ladro”, ed altro. Un signore di Caltanissetta ha addirittura rimpianto il casato dei borboni, perché lui dice di essere pronipote di Franceschiello e, dunque, si sente un gattopardo decaduto e defraudato da Garibaldi. In detta polemica, la storia è stata presa a schiaffi e a calci e qualche nostalgico autonomista siciliano (seguace di Finocchiaro Aprile) ha dato ragione ai Leghisti, che vogliono allontanare la Sicilia, razzisticamente, ritenendola una sanguisuga dell’Italia. Povero Garibaldi! Lo si lasci riposare in pace nella sua tomba, per favore!
Ricordiamo a questa gente che Garibaldi combatté per la gente oppressa e diede il pieno appoggio alla fase decisiva dell’unificazione italiana con la partecipazione alla 2ª guerra d’indipendenza e la spedizione dei Mille, che consentì all’Italia di diventare una nazione unita. Ricordiamo ancora a certi revisionisti che l’impresa dei Mille rappresenta oggi il passaggio per la costruzione di un moderno stato italiano.
Il grande scrittore francese Victor Hugo fece parte della spedizione dei Mille come cronista e inviò ai giornali parigini degli articoli entusiasmanti sul comportamento dei patrioti guidati da Garibaldi.Tra i mille c’era anche una donna (vestita da uomo!) che partecipò coraggiosamente come crocerossina nelle numerose battaglie sostenute dai volontari in camicia rossa: fu Rosalia Montmasson, di cui si innamorò il presidente Francesco Crispi e successivamente la sposò. C’è da pensare che i revisionisti vogliono cancellare il nome di Garibaldi a migliaia di piazze e di vie della nostre città e forse di buttare giù dal piedistallo centinaia di statue dedicate all’Eroe dei due mondi. Certamente al posto di Garibaldi vogliono forse mettere i nomi di alcuni parlamentari di oggi. Non so se piangere o ridere…
Una polemica che è una vera vergogna per la storia del nostro Paese post risorgimentale. In una Italia di oggi che ha dei parlamentari rissosi, chiacchieroni e inconcludenti, pagati a peso d’oro. Bisogna rendersi conto che la politica di oggi è poco efficiente, ha degli altissimi costi, conta decine e decine di partiti.
In Italia si pagano più tasse che in tutta l’Europa, ma fornisce in cambio i peggiori servizi pubblici in tema di sicurezza, salute, igiene, ambiente, infrastrutture. In compenso le “caste” dominanti sono le più numerose, meglio pagate e più privilegiate del mondo.
Autore : Gino Alabiso
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I Vostri commenti
Gentile Redazione del Corriere di Gela,
Vi scrivo in merito all'articolo su Garibaldi. Io, da buon siciliano e amante nel contempo della verità, condivido in pieno l'idea dei tanti cittadini del Sud,
affranti da ciò che ha rappresentato il sanguinario Risorgimento per i nostri ideali. Non mi sento traditore, comunque, di questa patria italica, perchè la rispetto e l'amo con sensibilità, e con coraggio la servo. Tuttavia reputo che sia arrivato il momento di rendere pubblici gli atti orribili che il nostro popolo ha dovuto sopportare. Se anche la Lega Nord, in quel della Pianura Padana (una delle zone che più ha tratto beneficio dall'Unità d'Italia), rivendica il privilegio di ignorare la storiografia italiana, perchè noi, schiavizzati, non possiamo avvalerci del sacrosantissimo diritto di rivedere i libri, le piazze e le strade dedicate al sanguinario e mercenario
Autore: Carmelo Parrinelli
data: 01/08/2008
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