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notizia del 22/09/2004 messa in rete alle 11:41:52
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I fichidindia, Eschilo e... la mafia
Questa foto, scattata in città (da B. Scerra) dimostra a tutto tondo, che la pianta del ficodindia non cresce soltanto in campagna, ma anche sui tetti di alcune case di Gela.
La pianta del ficodindia, come è noto, venne portata dall’America, dopo la scoperta del nuovo continente da parte di Cristoforo Colombo e cresce in alcune zone dell’Italia, ma arriva a maturazione soltanto nel sud della Penisola, in particolar modo in Sicilia.
E’ un frutto saporito e viene da alcuni anni esportato anche nei mercati del nord Italia. Prima di spedirli in apposite cassette, i fichidindia, vengono lavati e liberati dalle spine.
Dalle nostre parti, invece, sono in vendita con le spine: i siciliani li gradiscono così, perché c’è una certa affinità tra i siciliani e i fichidindia. Sono ambedue spinosi.
Il fenomeno è stato preso in esame da alcuni studiosi e dalle indagini è emerso che la “spinosità” dei siciliani è dovuta al loro carattere, perché sono chiusi in se stessi. E’ la malattia dell’insularità.
Alcuni affermano che la pianta del ficodindia è il simbolo della mafia, che a Gela è molto affermata, perché si annida ovunque.
L’amico Franco mi dimostrava l’altro giorno che la mafia esiste a Gela da tanto tempo e affermava (scherzando) che il grande tragediografo Eschilo morì nella nostra città, non perché un’aquila lanciò con forza dall’alto sulla sua testa una tartaruga, ma perché “sapeva molte cose” e fu sicuramente vittima della mafia di quell’epoca. Non si sa perché venne ucciso. Non si è mai saputo dove è stato seppellito a Gela. Misteri della mafia!...
Autore : Gino Alabiso
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