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notizia del 02/03/2008 messa in rete alle 11:40:19
Anche gli accademici sbagliano
Sono creditore di una replica al chiarissimo (professore o studente?) Luigi Napoletano dell’Università del Molise che ha voluto precisare che è stato Pio XI a definire Mussolini “l’uomo della Provvidenza” e non Pio IX come erroneamente ha scritto il Corriere di Gela del 16 febbraio scorso. Sarebbe cosa strana che io potessi incorrere in uno sbaglio proprio mentre cercavo di correggere quello di altri. Sono stato costretto a rovistare nel cestino dove ho buttato la copia dell’articolo da me trasmesso al Corriere: c’era scritto Pio XI e non Pio IX! Il refuso non può quindi essere addebitato a me anche perché tra le mie reminiscenze storiche ed ecclesiastiche mi pare di ricordare che Pio IX è morto nel 1878 e che, a quanto pare, dalla tomba di S. Lorenzo al Verano non può aver avuto modo di contattare Mussolini che ancora doveva nascere.
Inoltre ho voluto consultare la mia enciclopedia dove si parla di un certo Himmler e non si menziona affatto Hemmler. Conclusione: anche i professori di università possono sbagliare e sarebbe bene che prima di correggere gli altri pensassero a correggere se stessi.
Un’altra precisione: i Patti Lateranensi rinnovati e migliorati dal munifico Bettino Craxi tramite il pur bravo Gennaro Acquaiva, restano un tradimento del Concilio Vaticano II che solennemente ha dichiarato che la Chiesa rinunzia a tutti quei privilegi che le autorità volessero concederle. E di privilegi per la Chiesa nel Concordato ce n’è anche troppi.
Riguardo al silenzio di Pio XII c’è da dire che è impensabile e assurdo che i servizi segreti americani e quindi il Vaticano non fossero a conoscenza dello sterminio degli Ebrei. Forse sconoscevano i particolari raccapriccianti scoperti dai Russi e dagli Americani invasori, ma Pio XII conosceva bene la persecuzione nazista contro gli Ebrei. La famosa “notte dei cristalli” aveva preceduto di quattro mesi appena l’elezione del Pacelli a papa. La mia enciclopedia dice “Pio XII non prese mai apertamente posizione a favore dell’uno o dell’altro belligerante, pur intensificando i rapporti con gli Usa. Non vi è però dubbio che Pio XII vide per un certo tempo nella Germania il paese che manteneva il comunismo sovietico fuori dell’Europa. In seguito, di fronte all’estremismo nazista, assunse un atteggiamento di riserva, limitando gli interventi vaticani. Gli interessi ecumenici impedirono però alla Santa Sede di dichiarare pubblicamente una scelta politica e indicare i propri amici o nemici”. Siamo alle solite: il trionfo della diplomazia nella quale Pacelli era espertissimo. Egli cercò in tutti i modi di aiutare gli Ebrei e salvarli dalla persecuzione nazista tanto che il capo rabbino di Roma volle convertirsi al cattolicesimo assumendo il Nome di Eugenio Zolli (per gratitudine al papa) cambiando il nome di Zoller. Molti anni prima che lo facesse il papa, gli alunni della Pontificia Università S. Anselmo, guidati dal professore di S. Scrittura, andammo a visitare la sinagoga di Roma cordialmente accolti dal capo rabbino.
Lo sterminio degli ebrei peserà comunque come eterna vergogna non solo su Hitler, ma su una buona parte del popolo tedesco.
Autore : Antonio Corsello
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I Vostri commenti
Caro Corsello,
Sono sicuro che questa mia replica verrà pubblicata, così com'è, nella Tribuna aperta del sito del Corriere di Gela, dove il mio precedente intervento, mi sembra, non appare.
Lei nei refusi ci cade spesso, dato che ha sbagliato il mio cognome e omesso di citare il mio primo nome.
In secondo luogo, Lei dovrebbe sapere che se qualcuno si firma col nome di un'università fra parentesi, è evidente che non si tratta di uno studente. Magari sapere questo Le eviterà altre future gaffe.
Io ho letto l'articolo dal sito, dove la confusione tra Pio IX e Pio XI ancora appare. Come pure appare l'erroneo nome di Hemmler, che è invece Himmler.
(http://www.corrieredigela.it/leggi.asp?idn=CDG230141&idc=5)
Prego correggere dunque.
Ma poi: nella mia risposta, io per primo ho precisato che sicuramente si trattava di un refusi, e quindi non di errori materiali.
Non era infatti quello il fulcro delle mie obiezioni.
Perché sono altri i cambi in cui la inviterei a controllare meglio il suo senso autocritico.
Per esempio.
Lei dice che «i Patti Lateranensi rinnovati e migliorati dal munifico Bettino Craxi tramite il pur bravo Gennaro Acquaiva, restano un tradimento del Concilio Vaticano II che solennemente ha dichiarato che la Chiesa rinunzia a tutti quei privilegi che le autorità volessero concederle».
Da dove lei attinga questi concetti mi è ignoto. I documenti del Concilio Vaticano II non parlano in questi termini. Se lei si riferisce al par. 76 della Gaudium et Spes, sappia che esso dice, se non l’esatto contrario, perlomeno cose del tutto differenti da quelle che Lei afferma.
Al par. 76 della Gaudium et Spes si legge infatti che «la Chiesa stessa si serve di strumenti temporali nella misura in cui la propria missione lo richiede»anche se certamente «essa non pone la sua speranza nei privilegi offertigli dall'autorità civile».
Letto bene? D’ordinario la Chiesa si serve degli strumenti temporali, ossia dei privilegi offerti dalle autorità civili, pur non riponendo la sua speranza in essi. E i Patti Lateranensi sono certamente fra questi.
La Gaudium et Spes, ancora, dice che la Chiesa «rinunzierà all'esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro uso può far dubitare della sincerità della sua testimonianza o nuove circostanze esigessero altre disposizioni».
Quindi, la Chiesa non rinunzia a tutti quei privilegi che le autorità civili volessero concederle; ma è disposta a rinunciare a «certi diritti legittimamente acquisiti» (quindi non considerati illeciti o illegittimi), solo in quei casi in cui il servirsene genererebbe equivoci quanto alla sincerità della Chiesa stessa.
Che è un concetto molto diverso dalle sue semplificazioni.
Le sue argomentazioni, quindi, sono deboli. E lo sono anche per altri due aspetti.
Il primo: considerare i Patti lateranensi, che sono avvenuti prima, tradimento del Vaticano II, che si è tenuto oltre trent’anni dopo, significa mancare di prospettiva storica.
Il secondo: né Giovanni XXIII, che aprì il Concilio Vaticano II, né Paolo VI, che lo chiuse, si sognarono mai di chiedere l’annullamento dei Patti Lateranensi stipulati da Pio XI con Mussolini. Se davvero quei Patti fossero stati, come dice lei, un «tradimento del Concilio Vaticano II», niente di più facile che da parte di Giovanni XXXIII o di Paolo VI se ne dichiarasse l’estinzione.
E invece le cose stanno proprio all’opposto. Non solo. Ma i Patti Lateranensi furono esplicitamente inseriti nell’art.7 della Costituzione anche con l’assenso di Palmiro Togliatti; come dimostrano i lavori della Costituente.
Quanto al problema di ciò che sapevano i servizi segreti americani sulla Shoah, mi creda, si può concordare con la prima parte della sua esposizione: i servizi americani sapevano; ma non necessariamente essi si sentivano in dovere d’informare il Vaticano di ciò che sapevano. Anzi, USA e Gran Bretagna neppure s’informavano tra loro. E su questo la documentazione che io stesso ho consultato nelle carte dei servizi segreti americani, ma soprattutto quella che emerge da studi di ben più autorevoli miei colleghi americani, è talmente imponente da non lasciare possibilità a obiezione di sorta.
Dire che poi «Pio XII conosceva bene la persecuzione nazista contro gli Ebrei» non equivale a dire che egli sapeva tutto sulla Shoah (e la stessa Shoah è peraltro un concetto affermatosi solo negli anni Sessanta, dopo il processo Eichmann). Sulla “notte dei cristalli” è agli atti un intervento vaticano. La documentazione è conservata presso l’Archivio Segreto Vaticano ed è liberamente consultabile. La sua enciclopedia glielo ha detto?
Dubito. Perché la sua enciclopedia (ma perché non dice quale e cita i numeri di pagina?), mi perdoni, non è affatto aggiornata, o forse non particolarmente competente di questi campi, e comunque niente affatto dettagliata.
Innanzitutto, basta guardare la documentazione vaticana per capire con chi il Papa si schierò durante la guerra. Si schierò a favore delle sue vittime, senza distinzioni, e in primo luogo in favore degli ebrei e in favore della pace.
Va poi visto contro chi il Papa si schierò. Se Lei prende i documenti tedeschi, constaterà che i nazisti ritenevano il papa il loro nemico giurato, con cui fare i conti una volta vinta la guerra. Se Lei prende i documenti americani (anche quelli dei servizi segreti), vedrà che il papa era considerato alleato delle forze antinaziste. Se Lei ritorna ai documenti vaticani, troverà la prova del fatto che Pio XII condannava il comunismo, ma non i russi come persone, per i quali nutriva paterno affetto. E che fu questa l’indicazione che spinse Roosevelt ad aiutare Stalin contro Hitler.
Quindi Lei ha un bel dire «siamo alle solite» con la diplomazia; perché io le rispondo che migliaia di pagine di documenti segreti d’archivio, ormai di dominio pubblico, sono ben altro che una citazione enciclopedica; e che questa documentazione (anche di origine ebraica, si badi bene; e posso riempire pagine di citazioni proprio su questo argomento) ci dicono che Pio XII fece di tutto per salvare gli ebrei, che fu considerato un amico: dagli ebrei, dagli Stati Uniti, dalla coalizione antinazista; e un nemico giurato dai nazisti.
Autore: Matteo Luigi Napolitano
data: 02/03/2008
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