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notizia del 11/01/2003 messa in rete alle 11:29:17
Il teatro comunale resti intitolato a Eschilo
Nella conferenza stampa di fine d’anno, il sindaco Giovanni Scaglione ha annunciato i suoi buoni propositi per “risanare” la città nel 2003. Fra i tanti problemi accennati: l’ultimazione dei lavori di ristrutturazione del “Teatro Comunale”, che giace in stato di inattività sin dal 1975. La promessa è stata accolta con tanta gioia dai cittadini benpensanti, perché siamo convinti che la cultura contribuirà a “salvare” la nostra città: la cultura, che è impegno, realtà e riflessione, resta la carta vincente per Gela. Io, personalmente, a proposito del nostro teatro, mi permetto di suggerire al sindaco due cose. La prima: fare allestire nel suo interno un piccolo museo del teatro, per raccogliere cimeli, locandine, spartiti musicali, foto con dedica degli autori e attori più bravi che si esibiranno sul palcoscenico. Tutti i teatri del mondo che si rispettano hanno il loro piccolo museo, che viene visitato da tanti spettatori. Il teatro “Verdi” di Pisa, dove io vivo, sfoggia nelle bacheche del museo foto e autografi prestigiosi (Puccini, Mascagni, Verdi), locandine, una giacca di Beniamino Gigli, lettere di Angelo Musco, Titta Ruffo, Eleonora Duse ed altri ancora. Il museo del teatro gode di una forte attrattiva, perché suscita emozioni, ricordi e “racconta” la storia dell’attività svolta dal teatro. Io (che ho 83 anni) ricordo di avere applaudito nel nostro teatro l’attore Giovanni Grasso, la regina dell’operetta italiana Nanda Primavera, Turi Ferro, il comico Tino Scotti, Nunzio Filogamo, Nilla Pizzi, Pippo Baudo (era allora universitario), Corrado Alvisi, Liliana Chiari e tanti altri cantanti e attori. Il museo del teatro godrebbe richiamo e interesse, perché il teatro è una palestra di cultura e affianca l’opera della scuola. Il teatro, è risaputo, attira intelligenze e risorse, salva dai tormenti tante persone. La seconda preghiera, al sindaco, è questa: ogni teatro ha la sua denominazione. Il nostro teatro fu costruito nel 1832 (sotto la dominazione dei Borboni) e inizialmente battezzato “Maria Teresa”, in omaggio alla grande imperatrice d’Austria. Quando avvenne l’unità d’Italia, fu ribattezzato “Teatro Garibaldi”, in ricordo dell’eroe dei due mondi. Nel 1930, il nostro teatro si presentava piuttosto malandato, aveva molte crepe. Il podestà di allora, rag. Giuseppe Liardi, lo fece demolire coraggiosamente e la costruzione ex novo venne affidata all’ing. Di Bartolo. Il teatro comunale cambiò denominazione e si chiamò “ Cine-teatro Eschilo”. Oggi il nostro teatro ha un nuovo look e, attraverso lo steccato, si può chiaramente leggere la nuova denominazione “Teatro Comunale”. Ha perso, strada facendo, il nome del più grande tragediografo antico greco: Eschilo. ma perché? E pensare che pochi anni fa gli amministratori del nostro Comune hanno organizzato un gemellaggio con la città di Eleusi (dove nacque Eschilo) con Gela (dove Eschilo morì). Memoria corta, o dimenticanza? Tutti i teatri hanno la loro denominazione: Venezia ha la “Fenice”, Caltanissetta il “Teatro Margherita”, Bari il “Teatro Petrizzelli”, Pisa il “Verdi” ecc. Al teatro comunale di Gela stava benissimo il nome di Eschilo. Tanti cittadini invitano il sindaco a ripristinare tale denominazione per il nostro teatro comunale.
Autore : Gino Alabiso
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