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Corriere di Gela | Credulità popolare
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notizia del 17/09/2007 messa in rete alle 10:14:48
Credulità popolare

Forse qualcuno sarà tentato di attribuirmi il titolo di guastafeste e di bastian contrario, ma non posso fare a meno di fare delle chiose sull’articolo di Emanuele Zuppardo sulla Madonna d’Alemanna e sul suo miracoloso rinvenimento. Lo stesso Zuppardo non mostra di credere alla leggenda, ma la raccolta come “tradizione popolare”. Io dico subito che non credo a niente. Identici rinvenimenti miracolosi si sono verificati in altri paesi della Sicilia e della stessa provincia di Caltanissetta. Identico il racconto. Mentre un contadino arava un terreno ad un tratto i suoi buoi non vollero sentirne di andare avanti e si inginocchiarono. Il contadino scava la terra, e oh prodigio! Trova sotto la terra una icona della Madonna bellissima e intatta. Il popolo festante accoglie il quadro della Madonna che, addirittura, si pensa che sia stato dipinto da S. Luca.
Se il miracoloso rinvenimento fosse avvenuto solo in una città forse potrei essere indotto a credere, ma siccome è avvenuto in troppe città, io non credo a nessuna di queste tradizioni o mistificazioni. Al mio paese la storia è un po’ diversa: un pittore non riusciva a finire un quadro (si tratta sempre di una Madonna!). Deluso lascia incompleto il quadro e va a dormire. L’indomani mattina con sua grande sorpresa trova il quadro miracolosamente definito: una figura sovrumana fatta sicuramente da mano angelica. E subito viene esposta alla pubblica venerazione.
Tutti questi racconti mi lasciano terribilmente scettico. Per me la religione è una cosa seria, molto seria e non bisogna immiserirla con queste “pie” leggende. Ci esponiamo al ridicolo. Raccontando queste astruserie alimentiamo sempre più la credulità popolare e contribuiamo a far deviare il popolo di Dio da retto sentiero. Sarei curioso di sapere quanti sono quelli che credono alla veridicità di tali narrazioni. Certamente non sono pochi e c’è chi ci guazza dentro. Se devo essere sincero, non credo neppure al miracolo della Gela risparmiata dal terremoto del 1693. Intanto bisogna ancora mettersi d’accordo se il miracolo è stato compiuto dalla Madonna o dal Crocifisso. Forse hanno collaborato ambedue. Ma la cosa importante è che il fenomeno assolutamente naturale ha fornito la fortunata occasione per istituire una nuova festa con le immancabili generose offerte da parte dei fedeli. Per me la festa non ha senso e nessuna giustificazione. Ogni terremoto ha un cerchio circoscritto di distruzione, risparmiando le zone limitrofe. Dovrebbero anch’esse istituire una festa per lo scampato pericolo?
Non riesco a rassegnarmi all’idea che la Madonna si sia divertita a distruggere Noto, Ragusa e Vittoria con migliaia di morti e mentre ha risparmiato Gela non so per quali meriti. Se i gelesi hanno il dovere di ringraziare il Crocifisso e la Madonna per lo scampato pericolo, a rigor di logica i Notinesi e i Ragusani avrebbero il diritto di ribellarsi e di maledire al loro triste destino. Il malvezzo del miracoloso non ha confini. Se andate a Tolentino o a Paola troverete la stessa storiella del ponte del diavolo, identica. C’era da fare un ponte molto difficoltoso per attraversare un fiume e nessuno ci riusciva. S. Nicola a Tolentino e S. Francesco a Paola ebbero la medesima idea geniale. I due santi si accordarono col diavolo: il ponte l’avrebbe fatto il diavolo il quale compenso avrebbe avuto il possesso della prima anima che avrebbe attraversato il ponte. Il diavolo (grande prodigio)!) fece il ponte in una sola notte, ma il santo lo beffò facendo passare il ponte “all’anima” di un cane. Il diavolo avrebbe voluto distruggere il ponte, ma il santo glielo impedì. A Paola il frate che accompagna i visitatori mostra il punto preciso dove il diavolo posò la mano per distruggere il ponte.
Quel punto è nero perché annerito dagli sputi dei fedeli… Troppe anomalie deturpano il volto della nostra santa religione e credo che sarebbe doveroso un intervento della gerarchia per eliminarle. Esattamente quello che fece il papa Sisto V: prese tra le mani un crocifisso che faceva troppi miracoli e disse: “Come Cristo ti adoro, ma come legno ti spezzo”. A Roma nella chiesa S. Prassede i miei compagni di università mi mostrarono le gocce di latte con le quali la madonna allattava Gesù Bambino e nel famoso santuario della Trinità nel Lazio si conservava, e forse ancora si conserva una reliquia insigne: una penna di S. Gabriele Arcangelo cadutagli mentre andava ad annunziare alla Madonna la nascita di Gesù. Non parliamo dello scandaloso commercio avvenuto durante il Medioevo e secoli seguenti. Sono state rinvenute perfino reliquie di santi mai esistiti, come S. Giorgio e S. Filomena che recentemente la gerarchia, dopo ha riunito i giovani a Loreto, ma non sono pochi quelli che dubitano della veridicità della traslazione miracolosa della Santa Casa di Loreto a opera degli angeli. A me pare che i dubbi non siano del tutto infondati. Bisogna saper distinguere tra religioni e superstizione. Credo alla Madonna di Lourdes, alla Madonna delle lacrime di Siracusa e a quella di Fatima, anche se in quest’ultima noto che la guerra mondiale sarebbe scoppiata sotto il pontificato di Pio IX, mentre in effetti è scoppiata sotto il pontificato di Pio XII. Inoltre Lucia parla di un “vescovo vestito di bianco” che sarebbe stato ucciso. Papa Wojtyla ha applicato a se questa profezia. Ho i miei dubbi: lui non è stato ucciso ma solo ferito da Alì Agca. Io sogno una Chiesa più genuina, più povera, senza tanti orpelli che ne deturpano l’immagine. E principalmente senza tutti quei dogmi che la rendono poco credibile, che cozzano contro il buonsenso e che ci danno di Dio un’immagine distorta.


Autore : Antonio Corsello

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