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notizia del 19/07/2006 messa in rete alle 10:02:59
L’eco del Parnaso giunse fino a Gela
L’eco di quella spassosa e spiritosa “Accademia del Parnaso” fondata nella vicina Canicattì intorno ai primi anni del novecento da alcuni intellettuali del luogo tra cui spiccavano i nomi dell’avv. Sammartino, di don Ciccio Giordano e del sacerdote don Diego Martinez, giunse fino a Gela.
L’originale Accademia canicattinese che fece ridere tutta l’Italia per il suo umorismo, fu bene accolta allora da eminenti uomini di cultura come Pirandello, Ettore Romagnoli, Giovanni Gentile, Trilussa, Marta Abba, Angelo Musco, Salvatore Quasimodo ed altri. La mirabile Accademia era divisa in Arcadi maggiori che ne facevano parte artigiani, operai, dilettanti poeti e una folta schiera di poveracci del paese. All’Arcadi minori facevano parte tutti professionisti, noti uomini di cultura e tutti coloro che videro in quella spiritosa Accademia un mezzo intelligente per ridicolizzare gli inetti e i vanitosi, come emblema veniva scelta “a scecca” di padre Martinez: L’Accademia del parnaso non mancò mai di mettere in ridicolo il periodo fascista, infatti molti iscritti erano di fede socialista. Un personaggio noto fu il nobile Barone La Lumia, il quale fece credere che la fondazione dell’Accademia risalisse al XVI secolo in epoca spagnola. Molti soci tennero contatti culturali con diversi intellettuali della Sicilia compresi alcuni nostri concittadini come l’avv. Giovanni Morso conosciuto per i suoi scritti e soprattutto perchè padre della sig.ra Cerasina Morso nota per il suo ballo con Mussolini avvenuto il 14 agosto del 1937 al lido di Gela. Altro intellettuale del ventennio che intrattenne contatti culturali con gli arcadi fu il prof. Giorgio Donegani, noto a Gela per il suo patriottico e commovente discorso tenuto il villa il 30 agosto 1930, in occasione del sessantesimo anniversario della “breccia di Porta Pia”. Voglio ricordare che molti nostri giovani concittadini dell’epoca non furono per niente morbidi verso il regime fascista e non mancarono di ridicolizzare alcuni atteggiamenti e le parate.
A tale proposito riporto una nota del giornalista Giuseppe Alaimo (La Sicilia 7 ottobre 1973) su un episodio avvenuto nella città del Parnaso durante una manifestazione fascista dell’Accademia accolse il prefetto e il Gerarca della provincia di Agrigento in una macabra stanza dove venivano depositati i carri funebri quali ospiti. In quella circostanza alcuni soci arcadi cercarono di fare entrare un asino nel salone dei ricevimenti ammantato di nero, malgrado tutti gli sforzi non vi riuscirono. A quel punto lo spiritoso avv. Sammartino pronunciò la memorabile frase “questa è la prima volta che un asino si rifiuta di entrare in un’accademia”. Tutti gli invitati alla manifestazione sorrisero ad eccezione delle due autorità che dimostrando scarso umorismo abbandonarono la sala assieme ai gerarchi del seguito. Tale episodio si diffuse in tutta la Sicilia e fu commento di molti cittadini canicattinesi. Quell’Accademia che aveva fatto sorridere tutta l’Italia per il suo spirito umoristico cessò la sua attività sociale e culturale dopo lo sbarco degli americani in Sicilia nel 1943.
Autore : Renzo Guglielmino
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