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notizia del 07/06/2004 messa in rete alle 09:42:12
Noi siamo con Lisciandra. E la tifoseria?
Gli altri giornali, radio e televisioni non lo fanno, anche se la pensano come noi. Qui la simpatia personale non c’entra, e neppure le infatuazioni, men che meno le amicizie particolari. Prendiamo posizione in favore di Fabrizio Lisciandra perché abbiamo constatato quanto censurabile sia stata in questi ultimi anni la gestione societaria del Gela. Fatta di cambi di allenatori, litigi in campo e fuori di certi dirigenti, sofferenze e retrocessioni, incompatibilità con qualsiasi forma di gestione democratica. Se il sindaco vuole Fraglica lo dica chiaramente (nei fatti sembra di sì, a parole sembra non avere pregiudizi su Lisciandra).
La voglia di cambiare é dettata proprio dalla constatazione dei disastri societari (ed anche tecnici) di questi ultimi anni. In questa fase farebbero bene anche i tifosi a far sentire la loro opinione.
Il nutrire la speranza in una celere conclusione della trattativa tra Fraglica e Lisciandra si è purtroppo materializzato in una pia illusione. Dopo il primo sfogo di Lisciandra contro il sindaco, verificatosi dieci giorni addietro, non ha sorpreso più di tanto il dietrofront dello stesso Crocetta, costretto a recitare il mea culpa in seguito a quelle assurde esternazioni (esposizione del famoso “foglietto” e volontà di attivare l’azionariato popolare) che lo avevano posto in cattiva luce.
Uscito apparentemente di scena il primo cittadino e riaperta ufficialmente lunedì la trattativa per volontà di Fraglica, tutto sembrava procedere per il verso giusto, ma dopo un paio d’incontri tra le parti ecco verificarsi una nuova, sorprendente battuta d’arresto. La ragione è la seguente: il consulente del Gela Aldo Urrico annuncia a Barone, portavoce della cordata-Lisciandra, di voler subordinare la concessione del-la verifica dei libri contabili alla previa comunicazione di tutti i nomi e cognomi degli acquirenti che fanno parte della cordata. Una richiesta che ha spiazzato la controparte in quanto Lisciandra, nei giorni precedenti all’apertura della negoziazione, intervenne su quest’aspetto precisando che non avrebbe mai permesso una divulgazione dei nomi degli acquirenti anteposta alla visione del bilancio, ritenendo inoltre sufficiente la presenza della sua persona a garanzia del serio interesse nel rilevare il club. La prassi vuole che in una trattativa d’acquisto non necessariamente chi vuole vendere è tenuto a conoscere i nomi di chi vuol comprare, perciò giocoforza la richiesta formulata dal rag. Urrico assume la parvenza di un pretesto sfruttato al fine di provocare l’ira dell’ing. Lisciandra. La reazione di questi è giunta immediata, e in una conferenza-stampa indetta nella giornata di mercoledì ha attaccato il sindaco e, seppur parzialmente, Fraglica, ritenendoli entrambi responsabili di precludere, con vari sotterfugi, la possibilità di un’effettiva cessione del Gela. In seguito a questo nuovo attacco, era lecito attendersi una risposta piccata ma sia Fraglica che Crocetta hanno ribadito la stima nei confronti dell’ingegnere manifestando per l’ennesima volta la volontà di proseguire la trattativa.
In questi giorni dovrebbe effettuarsi un nuovo incontro per chiudere definitivamente l’accordo, a meno che non saltino fuori nuo-ve ragioni di scontro.
Do-po questo breve riassunto, effettuare un’accurata analisi in grado di individuare i motivi che inducano Crocetta e Fraglica a comportarsi in tal modo non risulta agevole. Tutto sembra ruotare attorno alla figura del sindaco, passato dal ruolo di semplice mediatore a colui che con molta probabilità manovra i fili, non evitando, nei vari passaggi della trattativa, a manifestare, di fatto, la sua personale preferenza per la conferma di Fraglica.
Questi signori, che in teoria dovrebbero agire per il bene della città, non riescono a prendere una adeguata cognizione di due aspetti che precludono la conferma della famiglia Fraglica (e degli altri soci) alla guida del Gela: 1) una situazione patrimoniale fortemente critica; 2) la disaffezione della sordomuta tifoseria (ma i gruppi organizzati, se così possiamo chiamarli, per chi parteggiano?) nei confronti dell’attuale dirigenza.
Di certo, come ha sostenuto lo stesso Liscian-dra, né Crocetta né Fraglica vorranno passare alla storia come coloro che hanno affossato il Gela, per cui non avrebbe senso tentare astruse vie alternative per garantire la sopravvivenza del club, in presenza di una cordata seria e con una non indifferente disponibilità economica.
Sostanzialmente i motivi per cui Crocetta e Fraglica si comportino in tal modo ci lasciano indifferenti, ciò che rimane nella mente e nell’animo di giornalisti, politici e tifosi è il decremento di stima nei confronti di due uomini, cittadini gelesi, i quali dovrebbero agire in piena trasparenza rispettando totalmente il volere della cittadinanza. In molti casi, purtroppo, la bramosia di denaro e potere inficia la razionalità e lucidità delle persone, e i malcapitati che dipendono da essi o ricadono sotto il loro raggio d’azione ne pagano le conseguenze. Per una volta, nella Gela della “legalità” e della “trasparenza”, vorremmo che ciò non accadesse.
Autore : Paolo Cordaro
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