|
notizia del 05/04/2009 messa in rete alle 00:59:47
|
Gela, il tecnico Cosco nel ciclone
Nel calcio ci sono due variabili, una mentale e l'altra tecnico-tattica, che devono vivere in una situazione di equilibrio, venuto a mancare il quale è altamente improbabile che una squadra si esprima come dovrebbe. E' questa l'unica lettura plausibile all'indomani della prova fin troppo deludente del Gela (nella foto il tecnico Vincenzo Cosco) sfociata nel classico nulla di fatto (0-0) che ha sancito il match di domenica in casa contro l'Aversa. Quando ricevi una batosta come quella di Cosenza, l'ideale sarebbe tornare a giocare subito il giorno dopo: ma le regole non lo permettono. La sosta, contrariamente a quanto si sperava, non ha aiutato e del resto si sa, a differenza che nel gioco del poker in quello del calcio il bluff non ha cittadinanza. Tanto la capolista Cosenza quanto la quint'ultima in classifica Aversa sono sembrate oltre che più toniche, financo più aggressive del Gela: il che, per una squadra muscolare come quella biancazzurra, molto strutturata fisicamente e che di questa caratteristica ha tratto notevole beneficio – per non dire il massimo – nel girone d'andata chiuso a sole due lunghezze dalla vetta, equivale ad un'autentica condanna. Nella speranza che non ci sia di mezzo una questione di preparazione atletica, non rimane che indagare sul piano psicologico. Ed invero, questa squadra costruita per il salto di categoria, preferibilmente vincendo il campionato, ha mostrato una grande mentalità fin tanto che i risultati l'hanno confortata ed ha basato tutta la sua forza e convinzione sull'assunto dell'imbattibilità, del muovere sempre e comunque la classifica, con una difesa che subiva pochissimo. Non è un caso che persa la prima partita stagionale a Barletta, peraltro immeritatamente, a questi uomini è come sembrato venir meno il terreno sotto i piedi e l'inusitata successiva caduta nervosa nel derby contro l'Igea ne è stata fedele testimonianza. Parimenti, la partita di domenica scorsa è anche figlia della cocente delusione patita in Sila e che ci sia un problema di ordine mentale lo dimostra non solo lo scarso mordente esibito sin dalle battute iniziali, ma anche la mancanza di reazione in condizioni di difficoltà tattiche e, soprattutto, l'assenza di lucidità tradottasi nell'incapacità a cambiare marcia anche innanzi ad un episodio favorevole come l'espulsione di un giocatore avversario. Quella luce già flebile immediatamente dopo il fischio d'inizio, è andata inesorabilmente spegnendosi lungo la partita per il buio più totale nel finale di gara: assolutamente indicativa la circostanza che ha visto gli uomini di Cosco non impegnare mai il portiere avversario sia al “San Vito” che al “Presti”.
E' pur vero che talune scelte dell'allenatore non hanno certo aiutato. Ricordato che solo una situazione di emergenza costrinse Cosco ad adottare il 4-2-3-1 contro la Scafatese, con Russo ed Unniemi esterni alti sulla stessa linea del trequartista Schiavon a ridosso di Franciel, è innegabile che in quella partita casalinga così come il turno interno contro il Melfi, il Gela vinse e convinse. Perchè rimescolare la carte fra le mura amiche contro l'Aversa pur riproponendo lo stesso atteggiamento tattico? Perchè arretrare a terzino sinistro Unniemi, decisivo in entrambe le partite citate (sbloccandone il risultato), spostando di conseguenza a sinistra Russo ed avanzando a destra Galuppi che non aveva demeritato da terzino destro? A queste perplessità nell'undici iniziale, s'è aggiunta la scelta – con tutta evidenza mal digerita sugli spalti – di anticipare ancora una volta a Schiavon (l'unico capace ad aprire in diagonale sulle fasce o a verticalizzare in profondità) l'uso della doccia durante l'intervallo lasciando la fonte del gioco alla coppia di mediani a cui Cosco non intende rinunciare anche in superiorità numerica. Sicché nel secondo tempo ci si è ritrovati con quel 4-4-2 fatto di passaggi in orizzontale e lanci lunghi a rifornire la coppia di attaccanti – peraltro sconfessata dallo stesso allenatore nell'ultima dichiarazione pubblica rilasciata – sistematicamente arginati dal muro ospite, ripiombando di colpo nelle prime giornate di campionato in cui il gioco palesava comprensibili tratti approssimativi solo in ragione alla rivoluzione operata nell'organico in estate. Per il pubblico gelese, lo spettacolo offerto è stato insopportabile e la protesta verbale a fine gara lo ha incontestabilmente confermato al grido “Cosco vattene”. Ma attenzione: una cosa è contestare, altro è lanciare uova in allenamento. Il Gela, ora terzo dopo la vittoria del Catanzaro sull'Andria nel posticipo, è ancora in piena corsa per giocarsi la promozione ai play-off ed atti del genere, qualificati addirittura come “intimidatori” dall'Aic che ha sensibilizzato in tal senso la Lega ad intervenire drasticamente, possono costare cari. Di certo, esiste una frattura tra il tecnico e gran parte della tifoseria, ad oggi pressocchè insanabile e di cui il presidente Tuccio è ben conscio. Per contro, cucirsi la bocca non serve a molto: silenzio stampa o meno, l'unica risposta che conta è quella del campo.
E domenica prossima, al “Dei Marsi” di Avezzano, ci sarà un possibile anticipo di play-off contro il Pescina, quinto in classica e chiamato a difendersi dalle velleità del Cassino non molto distante in classifica. La società è in bilico nel passaggio tra Pescina ed Avezzano e la squadra di Perrone che è subentrato in corsa a Chiappini ha il grave handicap di non poter contare un proprio pubblico, ma rimane un avversario temibilissimo, specie con la coppia d’attacco Bettini-Arcamone. Se tra i marsicani mancheranno per squalifica Censori e Petitto, nel Gela la rosa è al completo (a parte Giovanni Esposito, infortunato) ed il momento poco sereno, d'altro canto, rende più difficili le scelte dell’allenatore. Un'eventuale prova opaca e un risultato negativo metterebbe seriamente in discussione la permanenza di Cosco, rischiando di vanificare tutto il lavoro fatto, proprio sul più bello. Nel girone di ritorno il tecnico molisano ha messo in discussione 5/11 della squadra, con il trequartista (Schiavon) che dura al massimo un tempo e con le due corsie che vedono avvicendarsi gli interpreti o i ruoli (con gli stessi interpreti), non aiutando una squadra già mentalmente non in salute, consumata dalla rincorsa al primo posto e provata dall'aver abbandonato sogni di primato con un certo anticipo. Allo stato attuale diventa improbo abbozzare la formazione che scenderà in campo e siccome tutto è possibile, chissà una delle ipotesi potrebbe essere quella di tornare all'antico, magari a quella partita di leoni ad Andria, tenuto conto delle assenze in quell'occasione di Cecere (squalificato) e Fernandez (infortunato). Probabile Formazione (4-4-2): Cecere; Nigro, D'Aiello, Fernandez (P. Esposito), Ambrosecchia (Unniemi); Gaeta, Iannini (Schiavon), Marinucci, Unniemi (Galuppi); Alessandrì, Franciel.
Autore : Filippo Guzzardi
» Altri articoli di Filippo Guzzardi
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|