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Corriere di Gela | Gela, fatti onore!
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notizia del 22/06/2005 messa in rete alle 23:17:02

Gela, fatti onore!

Non è ancora in C1, ma manca poco affinché il sogno possa finalmente concretizzarsi. Superata brillantemente la gara d’andata, il Gela ospiterà al Presti la Cavese per la finale di ritorno dei play-off consapevole che, in questi ultimi novanta, o centoventi, minuti, potrà contare sull’apporto del pubblico di casa e sulla possibilità di ottenere due risultati su tre per festeggiare la promozione.
Lo zero a zero ottenuto a Cava permetterà, infatti, al Gela di accontentarsi di un nuovo pari per il salto di categoria, fermo restando che qualora l’incontro termini al novantesimo minuto con un nuovo risultato di parità (zero a zero o punteggio superiore), si disputeranno i supplementari, al termine dei quali, nel caso in cui persista il pari, il Gela andrebbe in C1 senza disputare i calci di rigore. Sicuramente la Cavese, pur rispettandola al massimo, incute meno paura rispetto alla vigilia della gara d’andata, a causa d’alcuni problemi, fisici e atletici, che fanno ben sperare per la truppa di Domenicali. I metelliani avrebbero dovuto vincere tra le mura amiche per accrescere le speranze di promozione, potendo peraltro usufruire di un pubblico numeroso (ben diecimila persone di cui settecento gelesi) e molto caloroso, il quale ha riscoperto l’entusiasmo che lo contraddistingueva negli anni ottanta al seguito dei propri beniamini in serie B. Nel primo tempo il Gela ha subìto il condizionamento ambientale, scendendo in campo troppo contratto, fattore che ha favorito il predominio dei locali, i quali hanno però creato poche occasioni da rete a causa di un attacco troppo spuntato per l’assenza del bomber Scichilone e per la discutibile scelta del tecnico Campilongo di schierare i suoi con il 4-4-2 anziché con il tradizionale 4-3-3.
La Cavese avrebbe dovuto vincere, e rischiare di vincere per i campani avrebbe comportato a sua volta il rischio di perdere, poiché un modulo maggiormente offensivo avrebbe potuto regalare il centrocampo in mano a quei satanassi di Berti, Giardina e Cuffa. Placentino e Galizia, tuttavia, essendo due punte esterne non potevano giocare insieme centralmente, motivo per cui sarebbe stato opportuno l’ingresso di Marchano, attaccante centrale abile nello smistare i palloni ai compagni di reparto, quantomeno all’inizio della ripresa, ma Campilongo ha optato per un impiego tardivo, quando ormai la Cavese era stremata per gli sforzi profusi soprattutto nel primo tempo.
A buon rendere per il Gela, che ha però corso un lungo brivido all’inizio della seconda frazione di gioco, quando Berti ha atterrato in area un giocatore della Cavese provocando un rigore molto dubbio. Rocco Piacentino, attaccante italo-canadese, non ha però fatto i conti con San Morello, il quale ha respinto il penalty con grand’abilità dimostrando per l’ennesima volta di essere un portiere sprecato per la serie C2. Per Morello si aggiungeva, inoltre, la soddisfazione nell’aver generato una forte sofferenza a quei tifosi della Cavese che già prima dell’incontro lo insultavano per i suoi trascorsi a Cava, considerato come uno dei responsabili per la retrocessione dei campani in D giunta nel 2002. Dopo il rigore, il Gela ha avuto tre ghiotte opportunità per vincere l’incontro, sciupate in maniera grossolana da Carboni e Scopelliti, e qui subentrano le recriminazioni di Domenicali(nella foto) e dei dirigenti giallo-rossi per un mancato successo che avrebbe virtualmente anticipato la festa ed eliminato i patemi d’animo che potrebbero verificarsi nella gara di ritorno. In fin dei conti il pari è il risultato più giusto, poiché la Cavese può rammaricarsi per il dominio avuto nel primo tempo e per il rigore fallito, mentre il Gela non ha saputo affondare i colpi quando ormai il vantaggio sembrava cosa fatta. In vista del ritorno, mentre Domenicali può come al solito fare affidamento sul solito undici titolare e su una squadra che, anche in dirittura d’arrivo, non mostra alcuna flessione fisica (grazie allo splendido lavoro dello staff atletico e sanitario), Sasà Campilongo dovrà rinunciare a due importanti pedine in difesa: il capitano Pagano, ex-terzino sinistro del Catania assente per squalifica, e Panini, terzino destro, forse il migliore elemento della rosa, infortunatosi proprio nella gara d’andata (si parla di rottura dei legamenti).
In pratica mancherà mezza difesa, e le riserve non sono abbastanza affidabili, mentre in attacco dovrebbe tornare Scichilone, il quale, non essendo al meglio, probabilmente partirà dalla panchina. Con il rientro dell’attaccante di Butera, Campilongo dovrebbe ricorrere al 4-3-3, con l’argentino Marchano titolare sin dal primo minuto. A parte la finale, il vero spettacolo sarà però sugli spalti: come già detto, nelle gare che contano il pubblico di Gela è in grado di fornire un apporto straordinario, potendo incidere in maniera sensibile sull’animo degli avversari. Prima della gara e nel corso della stessa i tifosi, giallo-rossi da una parte e biancazzurri dall’altra, allestiranno una coreografia indimenticabile, meritevole di essere immortalata. Ricordiamo inoltre che, a causa delle recenti norme, un eventuale invasione di campo al termine dell’incontro per festeggiare la promozione in C1 rischierebbe di provocare la sconfitta a tavolino e, di conseguenza, vanificherebbe il risultato raggiunto, motivo per cui s’invita i tifosi a non combinare guai per l’eccessiva voglia di esultare. Prima della finale di ritorno il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, e l’assessore allo sport Miguel Donegani pranzeranno con l’assessore allo sport di Cava, Carmine Adinolfi, e forse, qualora gli impegni lo permettano, con il primo cittadino del centro campano, Alfredo Messina.
Sarà ricambiata l’ospitalità ricevuta all’andata, e l’incontro di calcio si è rivelato un pretesto per realizzare uno splendido scambio culturale che avvicina fortemente le due città e che in futuro proseguirà a prescindere dall’aspetto sportivo. L’incontro tra i rappresentanti delle due amministrazioni comunali, avvenuto anche sul campo del Lamberti, dinanzi al pubblico campano, e che si ripeterà al Presti, ha avuto una grand’utilità, fornendo un immagine d’unione che era maggiormente indirizzata alla tifoseria cavese, in passato rea di aver assunto atteggiamenti antisportivi che hanno rovinato la reputazione della città. Gli interventi punitivi dei prefetti ha costretto il pubblico di Cava ad assumere un atteggiamento d’apertura nei confronti delle formazioni e dei sostenitori rivali, e dopo aver affrontato le semifinali a porte chiuse, era necessaria la mano tesa di qualcuno disposto ad avviare un rapporto d’amicizia, collaborazione e reciproco rispetto con la comunità campana per favorire la rinascita della stessa. Gela, nella figura del sindaco e degli assessori Donegani e Cafà, non ha esitato a tendere questa mano, coadiuvati dai tifosi gelesi, contraddistintisi in questi anni per gli atteggiamenti civili manifestati sui campi della C2 (e per questo motivo il messaggio non era indirizzato a loro), e Cava dei Tirreni ha accolto questo segnale di pace lanciato nell’ambito sportivo, motivo per cui è stato bello assistere al Lamberti ad una gara dall’alta posta in palio priva d’incidenti o screzi sugli spalti a causa delle provocazioni attuate dai tifosi metelliani.
Forse per Cava, evitando ovviamente qualsiasi generalizzazione, è giunta l’ora di acquisire quella maturità e quel senso di civiltà che fa tanto bene allo sport, ma per esserne certi, e ci auguriamo che sia così, attendiamo la gara di ritorno al Presti.


Autore : Paolo Cordaro

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