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notizia del 17/02/2008 messa in rete alle 23:07:35

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Il Gela cerca riscatto
Prima o poi doveva accadere. Peccato si sia verificato nel momento meno opportuno, ossia al cospetto del gran pubblico. Un’euforia smorzata dalla prima sconfitta casalinga maturata sotto la gestione Sanderra (nella foto), una battuta d’arresto che fa ritornare tutti con i piedi per terra, senza tuttavia cadere nel tranello di un’immediata cancellazione del rendimento positivo avuto nelle ultime settimane. Perché la vittoria del corsaro Lamezia è figlia di alcune motivazioni non tutte legate ad eventuali colpe del team gelese.
Uno scherzo tremendo giocato da quel volpone di Fofò Ammirata, il quale ha avuto il gran merito d’aver preparato la sfida con estrema attenzione dal punto di vista tattico, approfittando dei punti deboli del Gela riscontrati nella sfida con il Pescina. Un successo che lancia il Lamezia verso i play-off, mantenendo ben salda la quinta posizione, e allontana Berti e compagni dalla zona che conta, subendo anche il sorpasso in classifica del Celano. Il distacco consiste solo in tre punti: si è persa una battaglia, non la guerra. Mancano ancora undici turni per la conclusione del torneo, e tre lunghezze rappresentano un’inezia che non deve scoraggiare la tifoseria. Perché il Gela di Sanderra ha dimostrato d’esser forte, di poter competere per obiettivi prestigiosi, pagando contro il Lamezia un inevitabile affaticamento. Sette giorni prima la compagine calabra aveva osservato il turno di riposo previsto dal calendario, mentre il Gela aveva dovuto sudare sette camicie per sciorinare la gran prestazione con cui ha annichilito il Pescina.
Per il gruppo di Ammirata tredici giorni di riposo che hanno fatto la differenza, arrivando sempre per primi sulla palla a danno di avversari apparsi cotti in campo. Un aspetto probabilmente preso in considerazione da Sanderra e dai suoi giocatori, un fattore che in parte scagiona la squadra e da ciò nasce l’invito, rivolto alla tifoseria, a non drammatizzare la sconfitta interna. Semmai a deludere è stato l’atteggiamento morbido manifestato dai biancazzurri nel primo tempo, poiché avrebbero potuto sopperire al divario atletico con una maggiore determinazione. L’uno-due del Lamezia ha invece tagliato le gambe ai padroni di casa, ai quali va riconosciuta la bella reazione avuta nella seconda frazione di gioco. Dopo il gol di uno scatenato Ambrosecchia, al primo centro tra i professionisti, l’intraprendente Ciòfani, subentrato nella ripresa, si è procurato un calcio di rigore che Franciel ha spedito in curva. Qualora il brasiliano avesse trasformato il penalty, si esalterebbe un Gela abile nell’aver raddrizzato una gara che sembrava compromessa, motivo per cui è ragionevole analizzare solo la prestazione, apparsa deludente ma non disastrosa, e non il semplice risultato finale. Desta preoccupazione la perfetta soluzione tattica adottata da Ammirata: gabbia per Franciel ed Omolade, e che Dio sia benevolo sugli enormi spazi concessi ai centrocampisti avversari.
Nel momento in cui il brasiliano e il nigeriano entravano in possesso di palla, tre lametini attorniavano l’avversario, prestando il fianco ad eventuali incursioni di Ike, Perrotta o uno tra Berti e Marinucci. Macchè: un terreno di gioco impresentabile, al pari di chi governa questa città, ha impedito passaggi di prima tra i centrocampisti gelesi, e l’assenza di qualità nella linea mediana rende ancor più problematico il superamento delle barriere avversarie. Poca fantasia in mezzo al campo, con due centrocampisti centrali di rottura, scelta che può anche andar bene, ed un solo esterno dotato di fantasia ed estro, e cioè Ike. Il nigeriano però continua a deludere, e l’infortunio di Fofana, peggiore del previsto, ha complicato i piani della dirigenza e di Sanderra, poiché il francese in questo periodo avrebbe avuto in dono una maglia da titolare. A destra Perrotta è stato negli ultimi due mesi uno dei migliori, mostrando impegno e concentrazione, ma non salta l’uomo e spesso è impreciso. Per questa fascia vociferavano i nomi di gente di qualità, vedi Galuppi e Masciantonio, ma alla fine è approdata a Gela una scommessa, Ragosta, e nessuna certezza. Quantomeno nella passata stagione sulle fasce, oltre ad Ike, si poteva contare su Ciccio Corapi e D’Alessandro, elementi forti dal punto di vista tecnico.
Ammirata forse ha trovato la chiave di volta per arginare il Gela: blocca Franciel, e il più è fatto. Contro squadre arroccate in difesa, situazione che potrebbe ripetersi in futuro, Sanderra dovrà inventarsi qualcosa di più fantasioso per superare il muro eretto dagli avversari. E un maggiore turn-over non guasterebbe: essendo la squadra stanca, non sarebbe l’ora di schierare qualche alternativa che scalpita in panchina, vedi Lo Piccolo, Parlagreco e Ciofani? A Celano qualcosa potrebbe cambiare. La squalifica di Ambrosecchia rilancia obbligatoriamente il terzino palermitano, mentre gli altri due potrebbero trovare spazio sin dal primo minuto. Sospeso per quattro turni anche l’allenatore in seconda Luca Sanderra, reo d’aver offeso il direttore di gara, mentre il tecnico Stefano, espulso ingiustamente domenica, è stato semplicemente ammonito dal giudice sportivo. Il Celano ha ottenuto sette punti nelle ultime tre gare, e il triste decesso del presidente Piccone, dovuto ad un incidente verificatosi nell’ambito di una gara di motocross, ha ricompattato la squadra abruzzese, in precedenza reduce da alcuni risultati negativi. In campo lo zemaniano Giacomino Modica schiera i suoi con il classico 4-3-3, in panchina dispone degli ex Bacchi e Lo Coco, mentre in porta dovrà schierare il portiere di riserva Vurchio, giovane ventenne, a causa della squalifica subita dal titolare De Felice.
Gli abruzzesi sono usciti indeboliti dal mercato, perdendo il forte centrocampista argentino Barrionuevo, ceduto al Taranto, per far spazio a Gadau, giocatore che due mesi addietro era in prova proprio al Gela, per poi accasarsi a metà novembre al Calcio Caravaggese, dal quale è stato tagliato dopo sessanta giorni. Altro arrivo l’agrigentino Contino, attaccante giunto dalla Sangiuseppese.
Autore : Paolo Cordaro
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