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notizia del 14/11/2009 messa in rete alle 21:40:08
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Gela vuole rialzarsi
Noi lo avevamo scritto, i tifosi lo avevano promesso e così è stato: niente drammi. Altamente significativo l'applauso, sentito, convinto, forte, al triplice fischio finale di una partita persa, la prima in campionato, ancor prima che lo speaker del "Presti" al microfono rivelasse che il Gela rimaneva lo stesso in testa alla classifica. Questo a dimostrazione che l'ambiente era ed è entusiasta dello splendido cammino della squadra, senza esaltarsi più di tanto dopo l'amarissimo prezzo pagato al termine della stagione passata e a dimostrazione di un pubblico umorale com'è ovvio che sia perché tifoso, ma calcisticamente preparato e quindi sportivamente maturo.
Contro la Cisco Roma, il Gela subisce la prima battuta d'arresto, proprio in casa dove aveva fatto finora l'en-plein con 5 vittorie su 5 partite: Nordi ferma l'inviolabilità della sua porta a 662 minuti, la difesa non è più la meno perforata tra i professionisti (ora è il Verona con 3 reti subite) ma rimaniamo la difesa più forte del girone (davanti proprio la Cisco). Ovviamente il Gela non è più l'unica squadra imbattuta del torneo e, considerato che prima o poi doveva venire, non è un male che questa sconfitta sia arrivata nel giorno in cui il Catanzaro, che gli uomini di Provenza incontreranno nel prossimo appuntamento al Presti, non abbia saputo approfittarne facendosi raggiungere sul pari dalla Normanna ad Aversa. E' anche vero che al vertice le distanze si sono assottigliate, con 4 squadre (Gela, Catanzaro, Cisco e Juve Stabia) nello spazio di 3 punti: cioè la posta in palio di una singola gara.
Cercando di analizzare la prima sconfitta stagionale si può ritenere che la Cisco abbia meritato e non abbia rubato nulla, ma il pari sarebbe stato il risultato più giusto e non è affatto paradossale, nonostante le 3 reti complessivamente siglate, asserire che lo 0-0, per quanto visto in campo, sarebbe stato il risultato più fedele. E' un dato di fatto che tutte le reti in tabellino siano state realizzate sugli sviluppi di calci d'angolo, mentre le due squadre hanno rarissimamente tirato in porta. E quelle poche volte in cui sono stati chiamati in causa, entrambi i portieri hanno solo sporcato i guantoni e niente più. Gli ospiti si sono trovati in vantaggio per 2 volte sugli sviluppi di altrettanti corner ed in vantaggio hanno chiuso la prima frazione di gioco. A posteriori, si può dire che la partita sia finita in quel momento.
La truppa agli ordini di Incocciati ha gestito la ripresa anche e soprattutto perchè ha retto il passo degli avversari sul piano atletico, imponendosi altresì sul piano fisico, in quanto squadra evidentemente più strutturata e muscolare. Sul piano tattico il Gela ha regalato un uomo per tutto il match, giacché con Geraldi a marcare Ciofani, D'Aiello non è mai avanzato qualche metro per limitare il raggio d'azione di Bellè che è stato libero di agire in fase offensiva (a ridosso di Ciofani) e di copertura (pressando sul playmaker Schiavon). Ma tale circostanza non è stata decisiva, come detto, con i laziali che non si sono mai resi davvero pericolosi se non, forse, nell'occasione sprecata malamente allo scadere con il Gela riversato in avanti alla ricerca disperata del pari. Il Gela può invece recriminare su un netto fallo di mani nel secondo tempo: se pari fosse stato, sarebbe comunque arrivato non su azione.
Proprio il dato che ha visto i biancazzurri subire 2 reti in meno di 40 minuti su palle inattive, tante quante ne aveva subite in 11 giornate è ciò che deve far maggiormente riflettere. La squadra, stavolta, non è stata impeccabile dal punto di vista dell'approccio mentale o della tensione nervosa, chiamatela pure concentrazione: insomma, non si possono prendere 2 goal così contro una squadra ambiziosa, quadrata, disposta tatticamente in modo che almeno 10/11 fossero perennemente o quasi dietro la linea della palla con il Gela in fase di possesso. Quella tensione nervosa che non è mancata al tecnico Provenza e che, anzi, lo ha tradito proprio allo scadere del match, facendogli guadagnare gli spogliatoi leggermente anzitempo.
Un vecchio adagio dice che non è forte colui che non cade mai, ma colui che dopo essere caduto sa rialzarsi. Al Gela tocca farlo nella “Città della Disfida” contro un Barletta che marcia in pieno centro classifica e proviene dalla vittoria fuori dalle mura amiche contro il Vico Equense. Al “Puttilli” il Gela troverà un avversario motivato con alla guida un tecnico di esperienza come Sciannimanico. Mancherà Shiba fermato dalla rottura dello scafoide, mentre Munawa è in diffida. Da tenere d'occhio Infantino, nonché l'interessantissimo Franasca. Il match si deciderà, presumibilmente, negli uno contro uno sulle corsie esterne dove Carozza e compagni hanno dimostrato di prestare un po' il fianco.
Anche nel Gela nessuno stop per squalifica: lo stesso Provenza, espulso nel finale di domenica, siederà regolarmente in panchina. Presumibile, in caso di completo recupero, il ritorno di Criniti nel reparto d'attacco, dove però a mancare all'appello sono i goal di Pasca: enorme la mole di lavoro prodotta per la squadra, esiguo il contributo in fase realizzativa. Non pensiamo di volere la botte piena e la moglie ubriaca nel pensare che il centravanti del Gela possa ambire sia a giocare per la squadra che a realizzare qualche goal in più oltre a quello fatto finora su calcio di rigore. Probabile formazione (4-3-3): Nordi; Scopelliti, D'Aiello, Geraldi, Memé; Zaminga, Schiavon, Cammarota (nella foto); Vianello, Pasca, Criniti (Vigna).
Autore : Filippo Guzzardi
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