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notizia del 11/06/2011 messa in rete alle 20:46:19
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Un italoamericano per il Gela
Una settimana fa, mentre andavamo in stampa, si svolgeva allo stadio “Vincenzo Presti” la conferenza stampa indetta dalla proprietà del Gela Calcio, per fare un resoconto sportivo e gestionale di una stagione alquanto controversa e ricca di colpi di scena, chiusasi cionondimeno con il raggiungimento dell'obiettivo minimo della salvezza alla penultima giornata del campionato regolare, anche se ciò, a sua volta, non è stato sufficiente a consegnare una prospettiva più serena sul futuro immediato della società biancazzurra.
Presenti Angelo e Carmelo Tuccio, vale a dire i fratelli che materialmente hanno permesso il mantenimento del calcio professionistico negli ultimi anni a Gela. Al loro fianco il direttore sportivo Carmine Donnarumma. Nel passare in rassegna i diversi punti della stagione agonistica appena passata, Angelo Tuccio si è soffermato su uno in particolare e coincidente con la sfida interna contro il Viareggio nel girone d’andata. Dopo aver incassato l'inaspettato calo di abbonamenti nel passaggio dalla seconda alla prima divisione, cioè dalla ex C2 alla ex C1, come se ci fosse stata una retrocessione anziché il salto di categoria, il pienone contro il Foggia di Zeman aveva aperto uno spiraglio di ottimismo, ma la doccia fredda è arrivata subito con la curva pressoché deserta e i non pochi spazi vuoti in tribuna contro il Viareggio, quando con una vittoria si poteva addirittura agganciare la testa della classifica: una prova inequivocabile per il patron biancazzurro di un disastro finanziario inevitabile qualora avesse deciso di investire massicciamente per un campionato di vertice. Al decurtamento di 1/3 degli abbonamenti si è aggiunto il dimezzamento degli sponsor rispetto alla stagione precedente, la serie negativissima di risultati, le pietre e le proteste all'ultima di andata vinta in casa contro il Pisa, i cori offensivi contro il Taranto. I fratelli Tuccio ricordano l'accordo col sindaco, l'arrivo di Ammirata e la scelta di continuare fino alla fine del torneo, sapendo di dover passare ad altri la mano già a partire dall'indomani, a prescindere dall'esito positivo o meno del campionato.
Insomma, niente sarebbe cambiato rispetto alle roventi estati passate. Di certo, si ritorna a vivere, giusto all'avvicinarsi del fatidico momento di iscrivere la squadra, nel solito ed oramai immancabile clima di assoluta incertezza. Ma, volendo, una novità bella e buona ci sarebbe: stavolta i fratelli Tuccio non hanno inteso lasciare margine alcuno ad equivoci di sorta ed hanno confessato senza la minima timidezza, né remora, che non possono più permettersi il lusso di andare avanti. Significativa, in particolare, l'ammissione dell'ing. Tuccio: “ho rispettato tutti gli impegni finora assunti, ma accetto pure le critiche di chi punta l'indice contro la mia scarsa coerenza in alcune occasioni: quando cioè ho detto di essere alla fine, per poi proseguire. Stavolta, però, anche se volessi cadere di nuovo in contraddizione, sarei comunque impedito. Le 2 fideiussoni di 400 mila euro della scorsa stagione verranno liberate solo ad ottobre di quest'anno ed un'altra fideiussone di 600 mila euro per iscrivere la squadra al prossimo campionato di prima divisione, rappresenta un'ulteriore ed eccessiva esposizione che va bel le nostre possibilità dopo tutti questi anni”. Ancor più diretto, Carmelo Tuccio che fa eco al fratello Angelo: “per chi non l'avesse ancora capito, dopo 5 anni per quanto ci riguarda la benzina è finita”. Ed a chi fa notare loro che in passato, la prospettiva di legare il nome Tuccio alla scomparsa del calcio professionistico gelese, li ha puntualmente convinti ad andare avanti, la loro risposta non è apparsa affatto una minaccia, ma ha assunto più i canoni di una, tremendamente lucida, rassegnazione con tanto di braccia allargate. Per dirla tutta, se nessuno si fa avanti, i Tuccio non iscriveranno la squadra al prossimo campionato di Lega Pro Prima Divisione. E se questo significherà la scomparsa del calcio professionistico gelese, l’ambiente dovrà farsene una ragione. E’ la rassegnazione di chi ha fatto presumibilmente tutto quel che poteva, magari anche di più, raggiungendo risultati prima di tutto manageriali e gestionali, nonché, da quest’anno anche sportivi: mai il Gela era stato così in alto nella terza serie professionistica alla vigilia della più volte richiamata sfida contro il Viareggio.
Clima da mesto addio, dunque, nella sala stampa del “Presti”. Sarà vero? No? A meno di volerci nascondere dietro un dito, dal week-end scorso, la palla è passata ufficialmente al sindaco, il quale da solo non può farcela. Ed il tempo stringe. In una città che esprime 4 parlamentari, di cui 1 Presidente della Provincia, francamente un loro interessamento è il minimo che ci si possa aspettare. Neanche il civico consesso, può limitarsi a fare da spettatore. La soluzione deve essere trovata almeno una settimana prima del termine ultimo d’iscrizione (fine mese), per poter assolvere senza intoppi a tutti i relativi adempimenti, passaggi e pratiche richieste. Il presidente Tuccio ha dichiarato che per un campionato dignitoso in prima divisione ci vuole un budget almeno di 2 milioni e mezzo. Il Gela ha speso oltre due milioni, chiudendo con un passivo di 443 mila euro, di cui 400 mila ammontano al vecchio credito con l’amministrazione cittadina precedente. Rimangono 43 mila euro effettivi di passivo: un’inezia per la categoria. Soprattutto, il Gela calcio ha passato l’ultimo esame della Covisoc ed è iscrivibile, previa la già citata fideiussone di 600 mila euro, al prossimo campionato senza punti di penalizzazione. Per come vanno le cose in Lega Pro, in altri contesti farebbero la fila per subentrare nella gestione di una società di calcio professionistica sana ed organizzata, sfruttandone le potenzialità in termini di immagine e pubblicità. Ma il marketing, specie quello territoriale, è un concetto ancora sconosciuto da queste parti. Eppoi, c’è sempre la “scusa” della crisi per giustificare l’impotenza.
Nel frattempo e forse non caso per quanto detto poc’anzi, rispunta anche lo “Zio d’America”. Lo scorso anno ci fu un contatto con Lino Di Caro, gelese trapianto negli Stati Uniti, poi non se ne fece nulla. Negli ultimi tempi, c’è un ristoratore italo-americano, Joseph Calà (nella foto), originario di San Cataldo, che ha sondato il terreno per la cessione della Salernitana, poi del Torino ed infine dell’Ascoli, ma per diversi motivi nessuna delle tre trattative è andata in porto. Si vocifera ora di un interessamento sul Gela. Dalla sede di Via Venezia nessuna conferma, né smentita. Nel momento in cui scriviamo, possiamo registrarle come semplici indiscrezioni. Intanto e finalmente, il primo cittadino si è deciso a fare la conta, per provare quantomeno a capire davvero chi ha voglia di contribuire a salvare il progetto.
Autore : Filippo Guzzardi
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