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Corriere di Gela | Non dimenticare Raciti
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notizia del 26/02/2007 messa in rete alle 18:51:01
Non dimenticare Raciti

Non è il primo dei Servitori dello Stato che perde la vita nell’adempimento del proprio dovere. Ma chi può dire che è l’ultimo?
Ho ancora davanti agli occhi le immagini del dolore trasmesso durante le esequie funebre dell’Ispettore di polizia Filippo Raciti celebrate nella Cattedrale di Catania proprio nel giorno della solennità del martirio di S. Agata. Ho visto Superiori, Colleghi, Rappresentanze di altre Forze dell’Ordine, Politici e Membri del Governo: – tutti nella più profonda angoscia di pianto circondare la bara del defunto.
La commozione era incontenibile nell’ascoltare le parole laceranti pronunziate dalla moglie e dalla figlia 15enne e nel vedere l’altro figlioletto indossare la divisa del padre. Quanta tristezza! – E’ incredibile quello che è accaduto. Una masnada di ragazzi inferociti, posseduti da istinti primitivi, che per una partita di calcio si sono armati di pietre e sbarre per colpire i poliziotti. Ragazzi allo sbando, figli di una società malata che non sa più educare; famiglie che vivono nell’indifferenza e nel disimpegno morale; Scuole che non hanno più disciplina e rigore, dove gli studenti non studiano e vengono ugualmente promossi e gli insegnanti sono condizionati e perplessi; una televisione che, senza controllo alcuno, trasmette di giorno e di notte scene di violenza e di sesso immorale; la Chiesa stessa – depositaria di verità assolute, pur comunicando il Divino Messaggio con la passione e la semplicità del cuore – , sembra gridare nel deserto; i Governi che con le loro leggi vogliono spiantare l’essenza della famiglia, snaturando il vincolo sacro che l’ha sempre sostenuta.
E tutto questo in nome di una tolleranza sconsiderata, di una libertà che uccide se stessa, che falsificando il concetto di democrazia tende a giustificare qualsiasi comportamento a prescindere da ogni barriera ideologica tra ciò che si può fare e ciò che non si deve fare. Cosa ci si può aspettare da questi giovani? Essi sono come canne al vento, hanno perduto il senso dell’orientamento ed arrivano a vedere nelle Forze dell’ordine il nemico da abbattere perché si oppone al loro folle disordine. Ma per fortuna, pur nella innegabile constatazione di tale realtà (chiaramente intesa in senso generale), vi è il rovescio della medaglia.
Il mondo è salvo fin quando prevarrà l’equilibrio e la saggezza di tanta buona gente animata da sentimenti sani, quali la dignità dell’Uomo, la lealtà fraterna e generosa, la giustizia equitativa, il dovere-diritto nei rapporti umani, l’osservanza delle buone regole, ecc.
Voglia Iddio che il sacrificio di un Uomo valoroso, come Filippo Raciti, non vada disperso e sia forte stimolo per dedicare più tempo a noi stessi e soprattutto ai nostri giovani. Da bambini si nasce liberi, ma nel percorso della vita tutti abbiamo il bisogno imprescindibile di confrontarci con modelli esemplari da imitare e seguire.


Autore : Angelo Vitale

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