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Corriere di Gela | Settimana di tormento per il Gela
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notizia del 07/04/2010 messa in rete alle 18:30:03

Settimana di tormento per il Gela

Gela in ginocchio. La compagine biancazzurra riesce nell'impresa di risollevare le sorti di un non irresistibile Manfredonia, consegnandosi all'avversario e rilanciandolo in classifica. I sipontini espugnano il “Presti” con un goal del loro brasiliano, il centravanti Carminati. E' la quindi volta che il Gela cede l'intera posta in palio fra le mura amiche in questa stagione. E' la nona sconfitta assoluta, a fronte di sette pareggi e dodici vittorie per 43 punti totali. Nella ventottesima giornata, chi dentro chi fuori casa, vincono tutte le dirette avversarie: Siracusa, Barletta, Brindisi e Cassino. Il Gela sfila in un sol colpo dalla quinta all'ottava posizione in classifica, posizionandosi per la prima volta fuori dalla zona play-off. E' crisi aperta e mancano solo sei turni al termine della stagione regolare.

Situazione tipo in cui nessuno può dirsi veramente esente da colpe. Non possono pensarlo Tuccio e Donnarumma, capaci di allestire due squadre nella stessa stagione. La prima ad agosto, costruita in meno di un mese, per i motivi che sappiamo. La seconda a gennaio, costruita in poco più di un mese, per motivi che possiamo solo intuire e che hanno consigliato di cambiare registro

radicalmente in corsa. Rimane il fatto che con otto giocatori in più e sei giocatori in meno, è normale parlare di 2 squadre diverse: la prima partita con un mini ritiro, la seconda senza neanche quello. Per chi come noi ha assistito alla partita di Barcellona Pozzo di Gotto il 10 gennaio contro un'Igea Virtus allo sbando totale, può comprendere le ragioni di una rivoluzione come quella di gennaio. Rimane il fatto che cionondimeno, l'involuzione tecnico-tattica già in pieno corso non è stata arrestata e si è tradotta in una serie di prestazioni poco convincenti, a tratti veramente opache, fino a culminare con l'indecente prova offerta domenica scorsa.

Il Gela è partito a settembre senza pressioni. Squadra agile, con molti brevilinei, è entrata subito in forma tritando nel gioco avversari ancora in rodaggio, anche grazie ad un Cunzi che faceva faville. Conquistare la vetta della classifica e mantenerla per alcune settimane ha creato quelle aspettative a cui quel gruppo non era preparato, per poi palesarlo manifestamente quando si è trattato di affrontare squadre di livello, costruite per vincere il campionato. Le gambe hanno iniziato a tremare e continuano a farlo, il pallone pesa come un macigno: questa è scarsa personalità. Gli innesti operati nel mercato invernale, con giocatori quantomeno di categoria e con una certa esperienza alle spalle, non hanno tuttavia colmato questa lacuna.

Innanzi a ciò, anche il comandante non può dirsi esente da colpe. E' il tecnico che tasta più di tutti il polso della situazione. Provenza è uno che crede nel gioco e, soprattutto, nelle motivazioni: laddove, cioè, la truppa ai suoi ordini è venuta gradualmente a mancare del tutto. Questa è la sua responsabilità e le dimissioni presentate nelle ultime due gare, puntualmente respinte dal suo presidente, ne sono fedele testimonianza. Per un altro verso, però, farne della situazione attuale il caprio espiatorio è una pratica a cui rifuggiamo senza remora alcuna. Avrà ritardato in alcune mosse tecnico-tattiche, probabilmente ha usato troppo la carota e poco il bastone, ma alla fine le ha provate tutte, senza mai peraltro riuscire a trovare la quadratura del cerchio. Se c'è una scollatura tra allenatore e squadra, oramai assodata, pende tutta dalla parte del primo: quella che è più che un'impressione vede un Provenza che si sente tradito da un gruppo che ha probabilmente troppo coccolato e protetto, allineandosi in tal senso ad un'attitudine mostrata anche da Donnarumma e Tuccio, come se tutelare, ad oltranza, i propri giocatori, sia una legge non scritta del calcio. Invece, non lo è: ma qui apriremmo una discussione senza fine.

E' chiaro che i giocatori, quelli che scendono in campo, quelli che vengono puntualmente pagati a fine mese da chi concepisce ciò come un dovere, sono i principali responsabili: basta dire che sulla loro performance nella gara di domenica, il minimo che si possa fare è stendere un velo pietoso. La circostanza che ha visto il pubblico andarsene dallo stadio, limitandosi a qualche fischio, senza degnarli di una protesta vera e propria, va vista come una ulteriore, evidente, umiliazione. Ma anche quelli che hanno atteso sotto casa Rocco D'Aiello, fornendogli l'assist perfetto per fuggire, quelli che lanciano petardi, anche in allenamento, facendosi chiudere le porte dello stadio in settimana per poi assistere all'indecoroso spettacolo della domenica successiva, dovrebbero interrogarsi sul loro operato. Il comunicato stampa emesso dai giocatori il martedì è da libro cuore in alcuni passaggi, può essere un buon punto di partenza per reagire, giacché solo quando ti rendi conto di aver toccato il fondo puoi ambire e provare a risalire, ma la vera risposta ancora una volta la darà il campo. E sabato c'è in programma una di quelle sfide che si definiscono proibitive. Il Gela dovrà fare visita alla Cisco Roma, terza forza del campionato, che non ha ancora perso le speranze di una promozione diretta nonostante la sconfitta al “Fanuzzi” di Brindisi.

Fra i capitolini mancheranno per squalifica l'attaccante Caputo, il centrocampista Chiappara ed il difensore senegalese Doudou. Tre assenze di peso in una qualsiasi altra squadra, ma il parco giocatori a disposizione di Mr. Incocciati è tale da non preoccupare più di tanto il tecnico dei biancorossi che non hanno finora mai perso nelle gare interne. Al “Flaminio” serve un'impresa, potremmo in questo momento definirlo un miracolo, non tanto per guadagnare sulle dirette concorrenti, quanto piuttosto per non perdere ulteriore terreno. A parte lo scontro diretto tra Cassino e Brindisi, il turno è favorevole sulla carta per il Siracusa che ospita una Scafatese gagliarda ma priva di ben cinque squalificati e per il Barletta a cui farà visita un Vico Equense pressocché rassegnato ai play-out ed oramai con la testa allo spareggio salvezza.

A sei partite dalla fine, Provenza scoprirà le carte per il rush finale: probabilmente capiremo con chi andrà avanti da qui sino alla fine. Valuterà e manderà in campo chi ha più voglia di metterci cattiveria: come disporli tatticamente verrà di conseguenza. Franciel stenta ad entrare in forma, ma se non gioca non ci riuscirà mai. Agostinelli è forse quello che più di tutti merita un'altra chance nell'undici di partenza. Presumibile il ritorno alla coppia di centrocampo formata da Cammarota e Schiavon. Altrettanto probabile la conferma in difesa del tandem composto da Lucioni e Geraldi. Stesso dicasi per Nordi tra i pali. Tanti gli interrogativi sulle fasce. Impossibile stilare una probabile formazione, a meno di provarci sulla base delle nostre valutazioni in ordine all'avversario da affrontare.

Ed allora (4-4-2): Nordi; Ricca, Lucioni, Geraldi, Piva; Rosamilia, Schiavon, Cammarota (Cruciani), La Porta; Agostinelli, Franciel. Buona Pasqua a tutti.


Autore : Filippo Guzzardi

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