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notizia del 26/03/2007 messa in rete alle 17:25:25

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Il Gela può ancora provarci
Il Gela temporaneamente ripone i sogni nel cassetto, ma non li chiude a chiave. Il cassetto sarà riaperto solo nel caso in cui i biancazzurri dovessero conquistare qualche successo nelle prossime quattro-cinque giornate, altrimenti occorrerà rassegnarsi e rinunciare definitivamente ad un obiettivo che sembrava alla portata del complesso gelese.
La sfida contro la Val di Sangro era quasi decisiva ai fini dei play-off, ma i ragazzi di Sanderra (nella foto) hanno fallito l’appuntamento, pur lottando dal primo all’ultimo minuto. Le assenze di ben cinque giocatori per squalifica (D’Aiello, Fabbro, M. Comandatore, Corapi, Balistreri) e due per infortunio (Ike, Omolade) hanno penalizzato i padroni di casa, i quali peraltro hanno dovuto affrontare un avversario in splendida forma, imbattuto da tre mesi e con elementi eccelsi sul piano qualitativo.
Sanderra ha confermato il 4-4-2, nonostante l’assenza di Corapi, penalizzando l’estro di D’Alessandro, il cui rendimento sulla fascia risulta dimezzato rispetto all’apporto che potrebbe garantire una volta schierato in posizione centrale. Il Gela ha di conseguenza creato solo un opportunità per andare a rete nella prima mezz’ora, mentre gli abruzzesi, con grande cinismo, hanno sfruttato un calcio piazzato ed una disattenzione difensiva per portarsi in vantaggio di due reti. Sanderra allora decide di cambiare, sposta D’Alessandro nel ruolo di trequartista, e negli ultimi dieci minuti della prima frazione l’andamento muta sensibilmente: l’ex-centrocampista dell’Acireale scocca un gran tiro da cui scaturisce il gol di Cirillo, per poi trovarsi in posizione favorevole pochi minuti dopo quando, a porta spalancata, fallisce in modo incredibile il pari. Una mossa splendida, che ha messo in crisi la Val di Sangro, ma nella ripresa Sanderra passa al 3-4-3 puro e schiera D’Alessandro nuovamente sulla fascia, non più la sinistra bensì la destra, e il giocatore torna a produrre poco facendosi sovente arginare dall’avversario.
Il Gela ha creato numerose palle gol nella ripresa, colpendo pure una traversa, e ha subìto la terza rete solo su infortunio di Mancini, ma con D’Alessandro al centro del campo o dietro le punte probabilmente avrebbe potuto creare maggiori pericoli alla squadra ospite. Girolamo D’Alessandro, classe 1981, è il pomo della discordia del Gela 2006-2007, nonostante sia approdato solo a gennaio: il giocatore si autodefinisce un centrale, e in quella posizione, nella Sangiovannese d’Acori e nell’Acireale in C1 ha offerto alla platea splendide prestazioni. In un Gela asfittico in avanti, con le punte che vanno a rete con il contagocce, e non solo per colpa di Cirillo, Ceccarelli e Balistreri i quali ricevono servizi imprecisi dai compagni, servirebbe come il pane, nelle vesti di suggeritore, un elemento del calibro di D’Alessandro, e la prova si è avuta in campo in quei dieci minuti scoppiettanti disputati in quel ruolo nelle battute conclusive del primo tempo di Gela-Val di Sangro. Può un solo giocatore essere la causa di un crollo patito da una compagine? Ovviamente non rappresenta l’unica causa, ma di certo è quella prevalente, poiché D’Alessandro avrebbe dovuto rappresentare il fiore all’occhiello della campagna-acquisti invernale, ma fino ad ora non è stato valorizzato pienamente il suo potenziale.
Sanderra però sembra aver capito: già a Marcianise, nella prossima trasferta, potrebbe presentare una nuova disposizione tattica, poiché sembra proprio che da Sorbello a Sanderra fino ad ora non sia cambiato quasi nulla, né a livello di modulo né sul piano delle scelte relative ai giocatori da utilizzare, eccezion fatta per la felice mossa attuata nel derby con l’Igea in cui è stato riportato in difesa il capitano Marco Comandatore. Non è un processo al tecnico, il quale non ha colpe per la situazione attuale, essendo arrivato da poco, ma occorre un nuovo modulo, evitare incongruenze relative alla posizione dei giocatori in campo, e soprattutto si richiede uno schieramento maggiormente offensivo, poiché la salvezza è dietro l’angolo, e di conseguenza i gelesi non hanno più nulla da perdere e possono giocarsi le ultime briciole di speranza per un piazzamento nei play-off. Ad otto giornate dalla fine cinque punti di distacco dal quinto posto non rappresentano un margine abissale, ma è anche vero che al fine di alimentare il sogno-promozione, occorre almeno un impresa in una delle due trasferte consecutive che attendono Berti e compagni, magari proprio a Marcianise considerate le notevoli insidie che nasconde la successiva gara esterna di Monopoli. Sanderra recupera i cinque squalificati, e avrà ampia scelta sugli uomini da mandare in campo, mentre gli avversari occupano una posizione più o meno tranquilla in classifica e hanno poco da chiedere al torneo. I campani hanno avuto un inizio di stagione straordinario, poi a sorpresa, dopo un leggero calo culminato proprio nella batosta subita a Gela all’andata (tre a zero per il team di Sorbello), la dirigenza ha esonerato il tecnico D’Agostino per far posto a Chiancone, e a gennaio ha ceduto i due prezzi pregiati, ma stagionati, Criaco e Molino.
Il Marcianise ha peggiorato il proprio rendimento, e la dirigenza ha richiamato proprio D’Agostino il quale ha rivitalizzato i casertani, reduci da due vittorie interne consecutive. Ma il Gela dovrà provarci, dovrà giocare per vincere e non per strappare un pari, per alimentare un sogno che non è ancora andato perduto.
Un sogno che forse coinvolge solo marginalmente alcuni tifosi gelesi, i quali hanno scelto un momento sicuramente inopportuno per portare avanti le solite pretese legate ai colori. Per carità, ognuno avrà le sue ragioni, biancazzurro o giallo-rosso che sia, ma occorreva proprio la vigilia della decisiva sfida con la Val di Sangro per affrontare l’annoso problema? All’incontro, richiesto dai rappresentanti giallo-rossi, erano presenti il massimo dirigente del Gela, l’ing.Tuccio, e l’assessore allo sport Donegani. In seguito è intervenuto l’ex assessore Consiglio nelle vesti di portavoce “politico” dei giallo-rossi, ma il confronto con Tuccio è degenerato sul piano verbale e quest’ultimo avrebbe invitato (il condizionale è d’obbligo) i tifosi ad aggredire fisicamente lo stesso Consiglio. Tale dinamica è stata denunciata dallo stesso Consiglio nell’esposto presentato alla polizia contro Tuccio, il quale a sua volta ha smentito categoricamente di aver fomentato i tifosi. Al di là della verità dei fatti, rimane in ogni modo l’appunto da muovere e da ribadire: la questione dei colori sociali merita approfondimenti e confronti a cavallo tra un campionato e un altro, non alle soglie di una sfida particolarmente delicata per le sorti del Gela. I veri tifosi, per il bene della squadra, attendono la fine del torneo per affrontare certe problematiche, ma in periodo di campagna-elettorale gli argomenti futili acquistano rilevanza e i candidati cominceranno a far mostra di sé ergendosi a paladini di questo o quel gruppo. Il Gela non merita questo, merita rispetto, ma soprattutto necessita di serenità in vista del rush finale.
Autore : Paolo Cordaro
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