|
notizia del 29/08/2010 messa in rete alle 16:32:38
Sul carro, prego solo il vincitore
La vicenda del ripescaggio del Gela Calcio, con le febbrili iniziative poste in essere dallo scatenato presidente della società di via Venezia, ing. Angelo Tuccio, per ottenere a tavolino quello che era stato inopinatamente perso sul campo (cioè la promozione dalla Seconda alla Prima Divisione), suggerisce delle riflessioni, che come al solito sottopongo all’attenzione dei lettori.
La stagione agonistica 2009-2010, nel corso della quale con alterne fortune/sfortune il Gela aveva militato nel girone C del campionato di Seconda Divisione (ex C 2), si era chiusa con un deludente risultato: appena 49 punti raggranellati nelle 34 partite, disputate nei due gironi (13 vittorie, 10 pareggi ed 11 sconfitte) ed un consolatorio settimo posto, nella classifica finale. Compromessa, purtroppo irrimediabilmente, da una sfilza di risultati negativi registrati nella seconda parte del girone di andata e che aveva suscitato parecchie perplessità sulle qualità di taluni giocatori, dai quali, in effetti, non era arrivato quel contributo di esperienza, di tecnica e di impegno che gli sportivi gelesi si aspettavano.
Il campionato, pertanto, si era concluso mestamente, tra recriminazioni e polemiche. Ma, soprattutto, con lo spauracchio di perdere per strada anche il primo tifoso della compagine gelese, quell’Angelo Tuccio, che come tutti i soggetti di carattere sanguigno e focoso ha sempre dimostrato di essere anche particolarmente entusiasta e generoso. Il quale aveva – ed anche a più riprese – dichiarato chiusa la sua esperienza alla guida della Società Gela Calcio.
L’ingegnere, però, non si aspettava che il mondo pallonaro, dalla serie B alla D, venisse sconvolto, nel corso dell’estate, da un autentico tsunami che ha spazzato via molti club, anche di antico blasone, le cui situazioni economiche non hanno superato i rigidi, quanto opportuni controlli degli ispettori della Covisoc, l’organismo della Federcalcio deputato a certificare, sulla scorta di approfondite verifiche documentali, la situazione finanziaria delle Società di calcio professionistico.
Al contrario di quanto accaduto alla società gelese, trovata, grazie all’accorta gestione economico/finanziaria assicurata negli ultimi anni dal suo vertice dirigenziale, con tutte le carte in regola e senza pendenze con enti pubblici e/o con soggetti privati, primi fra tutti i suoi tesserati, che avevano rilasciato, al termine del campionato 2009-2010, le relative prescritte “liberatorie”. E perciò, ritenuta meritevole di fruire della promozione “a tavolino”. Specialmente quando, attingendo la considerevole somma di 1 milione e 200 mila euro dal suo conto personale, Tuccio è stato in grado di fornire le necessarie garanzie e fare fronte a tutti gli oneri imposti dalla Federazione.
Nella delicata circostanza, nessuno ha ritenuto di correre in soccorso del presidente e del suo ambizioso progetto. E – mi sia consentita la franchezza – ridicola si è dimostrata la raccolta di oblazioni volontarie, cui avevano pensato gli irriducibili tifosi della “Curva Boscaglia”, stante l’oggettiva impossibilità dell’amministrazione comunale, appena insediatasi e priva del necessario strumento finanziario (il bilancio relativo all’anno in corso), di erogare uno straordinario contributo e tenuto conto che anche la cosiddetta classe imprenditoriale locale (ma esiste davvero?) si è fatta sorda agli accorati appelli, più volte lanciati dall’ing. Angelo Tuccio.
Ecco, sono queste considerazioni (amare) che mi inducono a rivolgere un fermo invito a quanti si sono fatti sordi e ciechi: non pensate di approfittare del positivo esito della vicenda sportiva, per un facile e comodo salto sul carro del vincitore. Tuccio ha il diritto di godersi questo successo in assoluta solitudine, cioè in quella stessa condizione in cui, dolosamente o no, è stato lasciato nei primi quattro anni della sua esperienza alla guida del Gela Calcio, nato dalle ceneri (a seguito di fallimento) del sodalizio Gela Jt.
Chi volesse sfruttare, per veicolare in positivo la propria immagine la nostra squadra di calcio, lo potrà sempre fare, ma alle condizioni che solo Tuccio ha il diritto di stabilire ed applicare.
Autore : Elio Cultraro
» Altri articoli di Elio Cultraro
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|