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notizia del 26/11/2006 messa in rete alle 15:54:28

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Un’altra rimonta subìta fuori ma al Gela va bene lo stesso
Considerarlo un passo falso sarebbe l’errore più grave. Il pari di Rende ha lasciato amareggiati i tifosi gelesi, convinti di far un sol boccone dell’avversario, fanalino di coda in classifica. Sul terreno di gioco il divario in graduatoria non è tuttavia emerso, a testimonianza del livello uniforme mostrato in campionato da tutte le partecipanti, eccezion fatta per la capolista Sorrento. Sulla carta il Gela vanta indubbiamente un valore qualitativo maggiore rispetto al Rende, ma i calabresi di Giugno non meritano l’ultimo posto in classifica e, attraversando un discreto stato di forma, sono scesi in campo con il coltello tra i denti alla ricerca dei tre punti.
I ragazzi di Sorbello sono stati bravi a spegnere subito le velleità degli avversari, amministrando ottimamente la gara in un primo tempo nel quale raramente hanno corso pericoli. Nella ripresa uno splendido assist del solito Di Franco ha pescato Cirillo in area di rigore, l’ariete biancazzurro con un bel colpo di testa ha siglato il gol del vantaggio, e da quel momento in poi il Gela avrebbe dovuto gestire con calma e tranquillità l’uno a zero. Come accaduto a Nocera e a Barcellona, Berti e compagni invece non hanno retto alla reazione furiosa degli avversari e, dopo aver subìto il pari firmato dall’ex Occhiuzzi, hanno rischiato più volte la beffa finale.
Le parate di uno straordinario Recchi e un salvataggio sulla linea di porta compiuto da Mancini negli ultimi minuti di gara hanno preservato il pari, e alla luce dei rischi corsi appare pertanto più ragionevole apprezzare fortemente il punto conseguito in classifica. Bisogna inoltre considerare le assenze cui ha dovuto far fronte mister Sorbello, non potendo contare sugli squalificati Marco Comandatore e Fabbro, sul lungodegente Omolade e schierando dal primo minuto Bacchi, anch’egli acciaccato, nel ruolo di terzino sinistro, nonostante sia un centrocampista.
Una scelta, quest’ultima, dettata proprio dalle defezioni, e Bacchi se l’è cavata dignitosamente, al pari dell’italo-argentino Parlagreco, schierato un po’ a sorpresa e riapparso dal nulla dopo settimane d’oblìo. Sorbello, soddisfatto per la prova di Rende, proseguirà nel lavoro psicologico sui propri giocatori, i quali, come già anticipato, a volte cadono in distrazioni che vanificano il vantaggio conseguito sul campo. Non è un limite particolarmente grave e neanche tanto frequente, basti considerare che il Gela in questo campionato per undici volte si è portato in vantaggio sull’avversario, e solo in cinque frangenti si è fatto riprendere. Meno della metà dei casi, ma un numero comunque altino, ed è sufficiente una concentrazione maggiore per evitare queste amnesie fatali, fermo restando la considerazione verso gli avversari i quali, soprattutto in casa, una volta subìto lo svantaggio, si gettano a capofitto in avanti alla ricerca del pari, e di conseguenza non è facile reggere alla forza d’urto di una squadra trascinata dal proprio pubblico (Nocera, Barcellona e Rende infatti sono ambienti abbastanza “caldi”).
Il pari ottenuto in Calabria può essere accolto positivamente per un altro motivo, poiché appare presumibile una reazione del Gela nella prossima gara interna con la Vibonese, per non perdere contatto con l’alta classifica. Ancora una volta il club di Angelo Tuccio (nella foto) trova una squadra calabrese sulla propria strada, ma il prossimo avversario ha una caratura ben diversa rispetto al precedente rivale, occupando non a caso il quinto posto in graduatoria. Al di là delle difficoltà, Sorbello può rallegrarsi per il rientro del capitano Marco Comandatore, mentre rimane in dubbio l’impiego di Sapienza, ma con il pieno recupero di Bacchi e con la possibilità di utilizzo dell’altro rientrante Fabbro l’eventuale assenza dell’esperto terzino catanese potrebbe rivelarsi meno pesante del previsto.
Va inoltre considerato che il Gela si esalta contro avversari di un certo valore, e la forza offensiva mostrata di recente dal duo Cirillo-Ceccarelli costituisce un arma che incute paura a qualsiasi sfidante. La Vibonese è una matricola trovatasi in C2 grazie al ripescaggio dalla D, ma non ha patito l’impatto con la categoria professionistica. Merito del tecnico Zampollini, che a cavallo tra gli anni ottanta e novanta fu alla guida della Juventina Gela in Interregionale, ma si trattò solo di una breve parentesi. E dopo tante esperienze in panchina (e anche tanti esoneri) Zampollini ha trovato la propria dimensione a Vibo Valentia, allestendo un buon organico, insieme alla dirigenza, con elementi di spessore tra cui altri due ex del Gela, Moschella e Catalucci, ma anche con giocatori del calibro di Zangla, Orefice e D’Amblè. Quest’ultimo, in passato attaccante del Palermo e dell’Acireale, è infortunato e, salvo recuperi in extremis, non dovrebbe presenziare al Presti costringendo Zampollini al passaggio dal 4-4-2 al 4-4-1-1 con il bomber Alessandrì, autore di sei gol, posizionato in solitudine al centro dell’attacco. Da notare che nella passata stagione sia Alessandrì che D’Amble costituivano la coppia d’attacco del Sapri allenato da Sorbello.
Per la Vibonese assente pure lo squalificato Cordiano, ottimo elemento, e il gelese Nuccio Di Dio, attaccante di 24 anni, infortunato sin dall’inizio della stagione e pertanto mai sceso in campo. I calabresi sono imbattuti da un mese, ma tradizionalmente le imbattibilità, i record e i primati lasciando indifferenti Gela e il Gela. Anzi no, un po’ d’attenzione vi è rivolta, ma solo per utilizzarli come stimoli e pretesti per conseguire i tre punti. La marcia deve proseguire, superare la forte Vibonese confermerebbe il raggiungimento della maturità da grande squadra, e questo è ciò che si attende il pubblico che assisterà alla gara sulle tribune del Vincenzo Presti.
Autore : Paolo Cordaro
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