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notizia del 09/03/2008 messa in rete alle 15:38:14

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Gela, superare la crisi
Uno scivolone atteso. Falcidiato dalle assenze, nel giro di pochi minuti il Gela ha ceduto le armi in favore di un’assatanata Val di Sangro, scesa in campo con una grinta ed aggressività fuori del comune. (Nella foto Ambrosecchia e Tamburro)
Terza sconfitta consecutiva in trasferta per gli uomini di Sanderra, ma il dato che preoccupa maggiormente è un altro: negli ultimi quattro turni di campionato una vittoria e ben tre battute d’arresto per Berti e compagni. Una piccola crisi per il momento digerita silenziosamente dalla tifoseria, memore dello splendido ruolino di marcia realizzato a novembre e a dicembre, ma la fiducia accreditata alla squadra s’avvia verso l’esaurimento.
Il team biancazzurro può tuttavia difendersi utilizzando valide attenuanti, motivo per cui un’eventuale contestazione della tifoseria, eseguita in caso d’ulteriori risultati negativi, costituirebbe un atto ingeneroso nei confronti dei giocatori. Esaminando tali giustificazioni, in grado di salvare parzialmente le brutte prestazioni dell’ultimo mese, non possiamo che esordire dal problema principale, e cioè le numerose defezioni. Anche in Abruzzo il Gela è sceso in campo privo di ben cinque elementi (gli squalificati D’Aiello, Mancini e Omolade nonché gli infortunati Franciel e Fofana), con altri atleti schierati in precarie condizioni a causa di malanni e acciacchi vari (Tamburro, Palma, Tedesco). Un’attenuante un po’ strana, poiché da un lato giustifica la squadra per la sconsiderata prestazione, ma dall’altro colpevolizza la stessa per via delle numerose sospensioni disciplinari in cui sono incorsi i giocatori. E’ consuetudine nel calcio tentare di sopperire alle assenze di due-tre titolari, ma la contemporanea mancanza di numerosi pilastri non può che rendere impresentabile l’undici, infarcito di riserve, chiamato in causa, e questo problema domenica ha investito il Gela. L’assenza di Franciel pesa in modo considerevole nel reparto avanzato, ma soprattutto le defezioni in difesa di D’Aiello e Mancini, come previsto, hanno favorito la Val di Sangro, abile nel chiudere il match, nell’arco di tredici minuti, grazie alla splendida esecuzione da lontano di Berardini e al rigore trasformato da Galuppi. Al problema delle assenze dobbiamo aggiungere l’affaticamento generale che ha coinvolto l’undici titolare, inclusi gli infortunati. Un calo previsto, non a caso tutti i club calcistici, dall’Inter alla terza categoria, accusano nell’arco della stagione un periodo di flessione, ed è importante saper limitare i danni in questi frangenti. Avevamo elogiato più volte la panchina del Gela: Palma, Parlagreco, Lo Piccolo, Ciofani, Ragosta, Fofana e adesso Gona. Gente di qualità, elementi che vantano anni di C alle spalle, ma solo alcuni di loro hanno risposto adeguatamente. Questo è il loro momento, al club serve come il pane un apporto soddisfacente da giocatori che, pur relegati in panchina, hanno sempre goduto della fiducia societaria. La situazione globale diventa sempre più precaria: con un comunicato diramato in settimana dall’addetto stampa Flavio Centamore, è stata resa nota la partenza di Franciel alla volta di Cesenatico, in un centro specializzato, per curare la famigerata pubalgia che lo affligge da mesi. Il brasiliano salterà le prossime quattro gare, motivo per cui l’ottimo Ciòfani, Omolade e Ragosta dovranno stringere i denti e sopperire all’assenza del bomber di Porto Alegre. La terza ed ultima attenuante per il Gela risiede nel duro calendario, poiché le ultime, ma anche le prossime, giornate di campionato hanno contemplato e contemplano impegni casalinghi ed esterni abbastanza difficili, e comunque contro squadre in forma. La crisi ha avuto inizio con la sconfitta interna contro il Lamezia, ed è opportuno ricordare che gli uomini di Ammirata sfruttarono quattordici giorni di pausa, a differenza di un Gela impegnato la domenica precedente contro il Pescìna. Inoltre Franciel sbagliò il rigore che quasi certamente avrebbe evitato il successo ospite. Il turno successivo, a Celano, il Gela ha perso all’ultimo minuto, in seguito ha battuto in casa, pur soffrendo, il Noicattaro, e infine giungiamo alla recente sconfitta contro la Val di Sangro, una squadra ultima in classifica, in buona condizione e con l’acqua alla gola. Domenica arriva al Presti il Real Marcianise, terzo in graduatoria, anch’esso in discrete condizioni, e successivamente il sodalizio di Tuccio dovrà affrontare la duplice trasferta consecutiva di Vibo Valentia e Benevento, e in questo caso occorrerà incrociare le dita.
In sintesi, Gela sfortunato, rabberciato, affaticato, ma il riscatto può trovarsi dietro l’angolo. La zona play-off dista sempre quattro lunghezze, e la sonora sconfitta del Celano a Noicattaro rende verosimile l’imminente perdita di un’antagonista per i biancazzurri. La lotta vedrà presumibilmente coinvolte, fino al termine del torneo, quattro compagini per tre posti, e vale a dire Marcianise (favorito per la terza piazza), Monopoli, Gela e Lamezia. Bisogna dunque credere al quinto posto, sperando in un finale di stagione in crescendo per i ragazzi di Sanderra, una volta superato il periodo buio. La gara di domenica contro il Marcianise rappresenta l’ennesimo bivio, poiché in caso di passo falso diventerebbe sempre più difficile sognare un posto nei play-off. Tra i biancazzurri rientra il solo Mancini, mentre Omolade e D’Aiello saranno fuori per squalifica, ma per quanto concerne il difensore palermitano si spera in una riduzione della sanzione che gli consenta di scendere in campo contro i campani. Oltre ai lungodegenti Franciel e Fofana, assente per squalifica anche il portiere Orlandi, il cui posto sarà occupato da Zahalka.
Gli avversari hanno ingranato la quinta marcia da quando è arrivato in panchina Totò Vullo, tecnico di Favara che ha sostituito un paio di mesi addietro il corregionale Giacomarro. Vullo, ex giocatore di Palermo, Catania, Torino e Sampdoria, ha allenato club blasonati quali Reggiana e Avellino, entrambi in C1, e rappresenta il valore aggiunto del Marcianise. Numerosi i giocatori di spessore: dal bomber Innocenti al veloce Manco, dall’esperto Vanacore all’ex Unniemi, dal sempreverde Poziello al pungente Galizia. Dovranno tuttavia fare a meno di due pilastri perché appiedati dal giudice sportivo: il capitano Murolo, difensore centrale, ed il fantasista Schiavon, centrocampista centrale. Due assenze pesanti per un team che si schiera con il classico 4-4-2.
Autore : Paolo Cordaro
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