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notizia del 10/02/2010 messa in rete alle 15:09:23
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Bentornato Franciel!
La notizia che ha tenuto banco in settimana è stata il ritorno in biancazzurro di Rodrigo Franciel (nella foto). Il Gela è riuscito a riportarlo in squadra dopo almeno due mesi di corteggiamenti. Donnarumma è stato bravo ma il presidente Tuccio è andato anche oltre, assicurandosi le prestazioni dell’attaccante sudamericano per i prossimi quattro anni, oltre ai quattro mesi da qui a fine stagione. Il suo contratto scadrà quindi nel 2014 e tutto lascia supporre, se le cose andranno per il verso giusto, che il giocatore chiuderà la sua carriera in maglia biancazzurra. Lui è felice di tornare, la tifoseria lo aspettava a braccia aperte e chissà che il suo ritorno non compia il miracolo di riavvicinare gli ultras alla squadra.
Franciel ha giocato poco quest’anno al Pescina, prima per un infortunio alla mandibola che lo ha tenuto fuori squadra per due mesi abbondanti, poi la varicella. Ha detto che vuole rifarsi a Gela, dove praticamente si sente a casa propria. Vedremo. In settimana si è aggregato alla squadra e quasi certamente esordirà nel derby con il Siracusa al Presti, fra due domeniche.
Il Gela, intanto, domenica scorsa è inciampato di nuovo, dopo tre risultati utili, di cui 2 vittorie consecutive, e cade a Monopoli per la sesta volta in campionato. Fatale, manco a dirlo, il goal preso sugli sviluppi di un corner con Mastrolilli, appena arrivato alla corte di Chiricallo, che sovrasta Lucioni ed infila Nordi: goal che decide il match al “Veneziani”. Dall'altra parte, né Agostinelli, né La Porta riescono ad incidere sul piano realizzativo e rimangono ancora all'asciutto. Per quel che s'è visto fino ad oggi, per dirla tutta, se non ci pensano Cunzi, Cammarota o Vianello, il Gela non va da nessuna parte.
La sosta di domenica servirà per riflettere, definitivamente è quanto sperano i tifosi, sui 2 aspetti sopra anticipati che hanno clamorosamente arginato un regolare cammino del team biancazzurro. Il primo è inerente alle reti subite da situazioni inattive e calci d'angolo in particolare. La truppa agli ordini di Provenza ha finora totalizzato 11 vittorie, 5 pareggi e 6 sconfitte, perdendo 3 volte al Presti contro chi precede il Gela in classifica ed altrettante volte in trasferta trovandosi di fronte squadre di medio-bassa classifica. Senza affaticarci troppo in un esercizio mnemonico ed analitico, in tutte le 6 sconfitte subite o quasi, i goal incassati a causa di ingiustificati ed ingiustificabili cali di tensione, sono stati decisivi: ancor più di alcune espulsioni, a loro volta evitabili. Potremmo elencarli ma sono piuttosto noti e non vorremmo rischiare di annoiare il lettore ovvero rigirare il coltello nella piaga. Il dato, però, senza dimenticare il goal preso su angolo che ha tolto altri 2 punti al Gela nel derby contro un'Igea allo sbando in un D'Alcontres vuoto, riflettendoci bene è davvero impietoso: tenendo alta la concentrazione anche in questo tipo di situazioni (inattive) di gioco, com'è ovvio che sia in fondo per dei professionisti, la squadra gelese lotterebbe con le altre tre davanti anche per la promozione diretta e non solo per l'accesso ai play-off.
Per un altro verso, poi, a livello realizzativo c'è qualcosa che sembrerebbe andare oltre l'apatia degli attaccanti: la quale ultima, comunque, esiste ed è appurata. Certo, una squadra con obiettivi ambiziosi dev'essere capace di capitalizzare anche le poche occasioni che le si presentano, ma ciò dovrebbe rispondere ad un'eventualità se non altro non ricorrente: invece, dopo un inizio al fulmicotone, non poche sono state le partite in cui il Gela ha tirato pochissimo in porta. Su un piano tattico, cioè, la fortissima impressione è che il 4-3-3 andava bene e va ancora bene allorché l'avversario di turno decida di giocarsela a viso aperto. Nel qual caso, i fraseggi dei vari Cunzi, Vianello, Criniti, La Porta e lo stesso Cammarota, con Pasca prima ed Agostinelli poi a fare doverosamente da sponda, sono stati e possono ancora risultare fatali per le retrovie avversarie. Ma quando ti ritrovi davanti a difese bloccate, con 4 uomini in linea pronti a darsi manforte e fare muro negli ultimi 16 metri, più che l'accentrarsi dei due esterni d'attacco, che vanno a sbatterci puntualmente contro quel muro, si potrebbe tentare di aggirarlo sfruttando le corsie laterali fino all'ultimo centimetro del rettangolo di gioco, in un 4-4-2 che ti può consentire, se non altro, di giocare più aperto.
A meno che il terminale su cui puoi contare davanti, oltre a mostrare una certa abilità nel fare reparto da solo e permettere alla squadra di salire, sia anche in grado di inventarsi qualcosa. E (forse) con i suoi 27 goal in due stagioni, Rodrigo Franciel potrebbe essere l'uomo giusto.
Con il centravanti carioca è arrivato, sempre dalla Val Giovenco ed anche lui a titolo definitivo, il terzino sinistro Simone Piva: magari, Provenza proverà in qualche occasione a mischiare le carte, avanzando Memè a centrocampo in un'ipotesi di 4-4-2 poc'anzi invocata. Di certo, con 4 partenze e ben 8 nuovi innesti, Tuccio ha voluto dare uno scossone a tutto l'ambiente, togliendo qualsiasi alibi a parco giocatori e staff tecnico. Sarebbe ipocrita nascondersi dietro un velo: quello di tornare nella categoria da dove il calcio gelese non è retrocesso sul campo, leggasi 1ª Divisione, rimane un progetto a medio termine, costretto in tal senso dalle vicissitudini estive con le difficoltà relative alle strutture che continuano a protrarsi e come ci testimonia, del resto, lo stesso contratto fatto firmare all'attaccante di Porto Alegre; ma visto che Schiavon e compagni si ritrovano li, dove si può osare, Tuccio ha visibilmente inteso accorciare i tempi e chiaramente deciso che il Gela debba riprovarci già da quest'anno. E diciamolo pure: col groppo in gola dal 21 giugno 2009, il vulcanico presidente biancazzurro non ne vedeva l'ora.
Autore : Filippo Guzzardi
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