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notizia del 07/03/2010 messa in rete alle 14:44:23
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Il Gela perde posizioni
Il Gela ci ricasca. A Brindisi, in un classico scontro diretto in chiave play-off, l'approccio è soft, si tira verso la porta avversaria una volta sola e si perde di misura, così come in altre occasioni. Dopo il 2-0 a Manfredonia, la Puglia diventa un tabù: sconfitte per 1-0 a Barletta, Monopoli e Brindisi. Ma a differenza delle altre, stavolta non si subisce goal da calci piazzati, sebbene quello di Geraldi per Fiore è un assist al bacio. Ora, a 9 giornate dal termine, il discorso play-off è clamorosamente riaperto. Il Siracusa ci scavalca, il Brindisi ci è immediatamente dietro ed il Barletta continua recuperare terreno, mentre la Cisco fa suo il match-clou contro la Juve Stabia, sganciandosi dalla bagarre e lasciando accesa la speranza di una promozione diretta a cui ambiscono gli stabiesi e la nuova capolista solitaria Catanzaro.
Il risultato e la prestazione di Brindisi creano quanto meno imbarazzo nello staff tecnico e societario: lo si evince già dalle dichiarazioni dell'immediato post-partita. Sembrava che gli enormi sforzi economici fatti a gennaio avessero sortito gli effetti desiderati almeno sul piano psicologico ancorché su quello tecnico-tattico. Il Gela, invece, è tornato ad offrire una prova anonima sul piano motivazionale e sterile negli ultimi 16 metri.
E lo sconforto comincia a prendere piede tra i tifosi: non manca chi vede i fantasmi dello scorso anno, invocando financo l'esonero dell'allenatore.
Attenzione, però, si deve stare calmi e non esagerare. A Provenza, nel firmare il contratto, non è stato chiesto di vincere subito il campionato e sappiamo tutti cosa è successo in estate. Non lo neghiamo, siamo stati tra i primi, se non forse i primi, a scriverlo: con le ingenti operazioni di mercato al giro di boa il presidente ha tolto ogni alibi a tutti, ma cambiare obiettivo in corsa operando un mini rivoluzione in rosa, richiede comunque del tempo.
In definitiva, il lavoro del tecnico va valutato a fine stagione così come, fors'anche di più, l'operato del direttore sportivo. Il paragone con l'anno scorso è inappropriato per tanti motivi, sicuramente ingeneroso verso chi, come Provenza, fino ad oggi continua a metterci la faccia senza sottrarsi alle critiche.
Certo, rimane questa doccia fredda per una tale ricaduta che ripropone temi già affrontati: la poca personalità e la scarsa incisività offensiva esibite, non sono affatto una novità e non devono passare come tali. Sul piano tattico, poi, Provenza schiera un 4-3-3 in cui nel tridente la punta effettiva è una sola. Dopo una partenza ad effetto, l'involuzione sul piano offensivo è sotto gli occhi tutti. Abbiamo indagato sulle ragioni e non vogliamo riproporle.
Quella che segue è una mera constatazione: in campo è più un 4-5-1 che un 4-3-3. Ne guadagniamo in fase difensiva, ma paghiamo troppo, eccessivamente, in avanti: tant'è che alla fine il gioco non vale la candela. Benché nella stragrande maggioranza dei casi solo di misura, il Gela ha di fatto perso la metà delle ultime 14 partite, scendendo dalla prima alla quinta posizione in classifica.
Questi sono i fatti. Al che, sugli spalti si chiedono: Mister, giochi con il tridente in avanti? Allora perché non provi a schierare almeno due punte, magari come hanno fatto a Gela la Cisco Roma, la Juve Stabia, il Catanzaro e lo stesso Siracusa (ma anche il Brindisi all'andata), per non parlare di altre squadre meno ambiziose? Altrimenti cambia modulo e non durante la gara, ma dal fischio d'inizio. Insomma, per dirla tutta, il fatto che il tecnico salernitano insista con un modulo ed una filosofia di gioco, cambiando di volta in volta gli interpreti, nonché i ruoli allo stesso interprete, a fronte dei risultati poi ottenuti, mette in allarme i tifosi ed è ciò, solo ciò, qualcuno in società lo dica al Mister che lo scorso anno non c'era, che fa rivedere lo spettro della stagione passata.
Non è che a Cassino stiano meglio. Il prossimo avversario del Gela era partito con propositi ambiziosi, come le due stagioni passate, eppure sta riuscendo a fare peggio (lo scorso anno a 9 turni dalla fine era 6° e non 8°). I ciociari sono in grande difficoltà e la società sembra volersi aggrappare a tutto pur di crederci. Da lunedì Pellegrino è tornato in panchina, giusto 1 mese fa gli era subentrato Sanderra a cui è stato dato il benservito solo perchè i suoi uomini vincevano a Scafati per 1-0 e poi allo scadere Indiveri è andato a farfalle 2 volte per il pareggio dei padroni di casa. Proprio il guardiapali è uno dei tre ex del Gela, con Koné e Vigna. Il Cassino verrà a giocarsela. Non ha alternative ed è peraltro nel suo dna: basta guardare goal fatti e subiti sia fra le mura amiche (15 e 16) che fuori (15 e 15). Intanto è stato respinto il ricorso dell'Aversa ed omologato il risultato sul campo con cui il Cassino aveva sconfitto in casa la Normanna (2-1) due settimane fa.
Il Gela, manco a dirlo, è chiamato alla vittoria e non è solo una questione di riscatto. Facendo bottino pieno al “Presti”, in un sol colpo vanificherebbe definitivamente ogni velleità di accesso ai play-off dei laziali e potrebbe approfittare di eventuali passi falsi di dirette concorrenti come il Brindisi impegnato al “Rinascita” di Aversa ed il Barletta che ospita la capolista Catanzaro.
Per non parlare del Siracusa che a Sorrento troverà un Vico Equense letteralmente affamato di punti. Questa la probabile formazione: Nordi, Scopelliti (Ricca), Memè (Piva), Lucioni, Geraldi, Schiavon, Rosamilia (Vianello), Cruciani (Zaminga), Agostinelli, La Porta, Franciel.
Autore : Filippo Guzzardi
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