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Corriere di Gela | Il Gela inciampa e perde quota
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notizia del 09/12/2007 messa in rete alle 13:01:36

Il Gela inciampa e perde quota

La discontinuità è il male che attanaglia il Gela di Sanderra (foto). Rendimento eccessivamente irregolare, riferibile sia ai risultati che alle prestazioni, e a questo punto, al di là delle migliorie apportate dal tecnico, si attende con impazienza gennaio per poter rafforzare un organico apparso, sotto certi aspetti, inadeguato al torneo.
Dopo il pareggio rimediato in casa nel derby con l’Igea, numerosi tifosi ritengono che al team di Sanderra manchino gli attributi necessari per risollevarsi in classifica, pagando oltremodo l’assenza di un forte difensore centrale e di un regista in mezzo al campo dotato di gran personalità. Pur essendo concordi sui limiti della rosa, una squadra che riesce nell’impresa di rimontare, in svantaggio nel punteggio e in inferiorità numerica, il Celano (in nove contro undici) e la stessa Igea (con un solo uomo in meno), testimonia di certo il possesso di una forza caratteriale non indifferente. Il problema principale si racchiude in un altro aspetto: quando entra in campo, l’undici di Sanderra stenta ad entrare nel vivo della sfida, manifestando un approccio sufficiente e poco professionale. Alcuni giocatori adottano l’alibi dell’elevata tensione che li colpisce al fischio d’inizio, ma è risaputo che tale stato d’animo automaticamente si tramuta in un eccessivo nervosismo, e non in un atteggiamento passivo al cospetto degli avversari. Basti pensare all’intervento morbido con cui Lo Piccolo ha favorito la fuga sulla fascia di Bonaffini, da cui è partito il cross per il tocco vincente del cecchino barcellonese Di Cosmo: ebbene Lo Piccolo, durante l’incontro, sembrava avesse paura dell’impatto con gli avversari, a tutela della propria incolumità fisica. Oppure basti considerare Berti e Mancini, due giocatori che sembrano aver esaurito le ultime cartucce di una dignitosa carriera, commettendo in ogni gara, nonostante l’impegno profuso, un numero di errori eccessivamente alto per il campionato di C2. Se da un lato i senatori manifestano comunque un impegno notevole, lascia a desiderare l’atteggiamento di alcuni giovani, propensi a montarsi la testa non appena ricevono elogi, e la critica va riferita ai vari Lo Piccolo, Falconieri, Ike e D’Aiello, amanti dei virtuosismi personali anziché del dialogo con i compagni.
Di questo passo non si va da nessuna parte: bravo Sanderra nel punirli alla vigilia della trasferta di Catanzaro, concedendo spazio ad alcuni giovani che scalpitano in panchina e che meriterebbero di giocare solo per la grinta che hanno in corpo. Il divario tecnico con i titolari è però elevato, in favore dei secondi, motivo per cui il tecnico difficilmente può creare ulteriori rimpasti nell’undici-base. A parte l’approccio indisponente emerso in alcuni elementi in occasione del derby, è anche opportuno sottolineare un’attenuante di gran rilevanza: il Vincenzo Presti. Con il campo in terra battuta la mente viaggiava verso il passato, al primo anno in C2, ma i lavori di manutenzione hanno comportato tale strazio, per fortuna temporaneo, e a dire il vero è stato tutto sommato un bene disputare il match al Presti.
Il Gela ha però pagato dazio, perché, portatisi in vantaggio gli ospiti dopo solo tre minuti dal fischio d’inizio, chi doveva impostare in maniera ottimale per cercare la via del pareggio erano proprio i biancazzurri, e su quell’orrendo terreno non era possibile giocare palla a terra, a causa dei rimbalzi irregolari della sfera di cuoio. Non a caso il pari, siglato da un Franciel sino a quel momento inesistente, è maturato solo su errato retropassaggio di un difensore dell’Igea. Durante l’intervallo i tifosi della curva hanno esposto uno striscione in cui si critica aspramente la classe politica locale, un’iniziativa non offensiva e condivisa da tutto il pubblico presente sugli spalti.
I prossimi tre impegni rappresentato la prova d’appello per questo Gela: domenica trasferta a Melfi, mercoledì recupero del turno non disputato per l’uccisione di Sandri, affrontando al Presti la Cisco Roma, infine, quattro giorni dopo, ancora in casa contro il Pescina. Partendo dalla trasferta in terra lucana, è opportuno evidenziare l’assenza dello squalificato Mancini. Al suo posto è pressoché certo l’inserimento di Palma. In compenso rientra Omolade, il quale partirà dal primo minuto in attacco insieme a Franciel. Probabile una maglia da titolare anche per Bucolo, dopo la deludente prestazione di Perrotta nel derby.
Dopo nove giornate di campionato il Melfi era ultimo in classifica, dopo quindici giornate sin qui disputate si trova adesso al sesto posto, ad un punto dai play-off. Una conferma dell’equilibrio del campionato, poiché basta ottenere in successione alcune vittorie per cambiare automaticamente obiettivi, e i lucani hanno risalito posizioni su posizioni attraverso il bel gioco. In casa hanno ottenuto cinque vittorie e tre pareggi, ma soprattutto sono reduci da tre successi consecutivi ottenuti tra le mura amiche.
Il Melfi si schiera con il 4-4-2, è allenato da Pugliese, è un complesso valido in tutti i reparti e annovera due ex del Gela: Umberto Brutto, probabilmente assente per infortunio, e la punta Albano. Specialmente a centrocampo il Melfi può vantare elementi di grande spessore (Zaminga, Mitra, Gaeta, Fusseini, Doumbia).
Per quanto concerne la Cisco, è opportuno segnalare il rientro di Paolo Di Canio, dopo due turni di squalifica, proprio contro il Gela, mercoledì prossimo, nell’incontro che di fatto chiude il girone d’andata. A parte la presenza dell’ex-bandiera della Lazio, altri giocatori di gran rilievo militano nella Cisco: Borgobello, Ferri, Lafuenti, Alessandrì, Bogdanovic e tanti altri.
Guidato da Gagliardi, anche il team romano si schiera con il classico 4-4-2, ed in trasferta non sembra mostrare un atteggiamento autoritario avendo ottenuto un solo successo fuori casa (ad Andria).


Autore : Paolo Cordaro

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