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notizia del 21/05/2011 messa in rete alle 11:59:32
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Futuro a rischio per il Gela
E' come nella politica degli ultimi anni, senza dibattito costruttivo, senza confronto produttivo. Una città ammutolita, narcotizzata da un pensiero unico, dominante: legalità. Caposaldo civile, virtù unica, principio sacrosanto, chi osa metterlo in dubbio? Ma dietro il quale, nel frattempo, la precarietà dei servizi rimane quella che era, le strutture e le infrastrutture rimangono sostanzialmente quelle che erano, i danni alla salute pubblica rimangono quelli che erano, il lavoro rimane quello che era, anzi... che non era. Una città letteralmente assopita, che si vorrebbe poi svegliare con un goal di Docente, una schiacciata di Sequiera, un canestro da tre punti di Cecchetti. Una città appiattita, dove un personaggio che ha un minimo di carisma o di credito, viene esaltato come si conviene, per poi non poter essere criticato, pretendendo di monopolizzare l'attenzione, canalizzare temi e questioni.
Il campionato è finito domenica scorsa. Sarebbe bello farne un resoconto con un'attenta analisi dei numeri, delle percentuali, delle statistiche. Ma perchè sprecare energia e tempo: a chi interessa, oggi? Sarebbe ovvio, aggiungo normale, raccontare particolari intorno alle gesta di ragazzi dati per sepolti quattro mesi prima e capaci di compiere, quasi fossero zombie, quello che continuo a chiamare un miracolo sportivo. Sarebbe interessante capire, indagare meglio con il tecnico Ammirata sui segreti di questo capolavoro, carpirne i suggerimenti per non ripetere gli stessi errori. Ma tutto questo con quale spirito lo si potrebbe fare, nell'ennesimo clima di incertezza già instaurato? Si potrebbe fantasticare, magari con il direttore sportivo, su nuovi scenari, chi potrebbe arrivare, chi saluta la città, come impostare la gestione tecnica, l'organico. Puntare sui giovani o sull'esperienza di gente comunque motivata? Ci si doterà di una struttura di marketing adeguata ad una società professionistica? E ci sarebbe anche altro di ulteriore da sviscerare, presumibilmente.
Questi si che sono interrogativi, questioni, temi che possono, debbono, essere rinviati, dilazionati più avanti nel tempo. Se tutto va bene se ne riparlerà fra un mese e mezzo o due mesi. Perché la tireranno lunga. Lo sappiamo, come ogni estate. Sempre se tutto va bene. Eccolo allora, l'argomento di cui non vorrei scrivere. Eccoci, siamo di nuovo partiti col tira e molla, puntualissimi, anzi che dico, addirittura in anticipo quest'anno. E' un refrain di quante estati gelesi? Abbiamo perso il conto. E' anteriore alla stessa gestione Tuccio, senza dubbio. Ogni estate, sia che fai un campionato tranquillo, sia che lo vinci, sia che ci arrivi vicino giocandotela ai play-off, sia che ti salvi per il rotto della cuffia ai play-out, sia che ti guadagni sul campo la permanenza in categoria in anticipo o all'ultima giornata, l'ambiente calcistico gelese deve stare col fiato sospeso e magari col paradosso di passare dal baratro della scomparsa nel panorama al ripescaggio nell'ex serie C1, nel giro di poche ore, com'è avvenuto giusto l'estate scorsa.
Ed ora che si legittima sul campo, dopo una stagione difficilissima, la promozione amministrativa avvenuta l'estate prima. Ora che si possono vantare risultati sportivi coma mai nessuno prima, oltre a vedersi riconosciuto un modello gestionale di tutto rispetto. Ora che magari si trova la formula giusta per prendersi anche delle belle soddisfazioni, senza necessariamente svenarsi, puntando sui giovani, su un vivaio che attiri parenti, amici e solleciti quel movimento attorno alla squadra tanto agognato. No. Questo non è - non può essere - in agenda. Già all'indomani della vittoria sulla Nocerina, con un comunicato stampa, i fratelli Tuccio, vale a dire la proprietà del Gela Calcio, ricordano a tutti di voler lasciare. La loro esperienza è finita. Puoi fare finta di niente per una settimana, con la scusa che c'è ancora un'ultima giornata da disputare, dove viene dato spazio alle seconde linee, dove forse mai una scoppola di queste dimensioni, 4-0 a Pisa, passa così agevolmente in carrozza. Ma poi, ne devi parlare. Il sindaco avvia i lavori per un manto in erba naturale rinforzata di ultima generazione al "Presti" ed incassa i complimenti dell'ing. Tuccio ma, al contempo, il presidente ribadisce non una, ma ben tre vie per uscirsene definitivamente.
A Gela non esiste analizzare un campionato alla sua fine, sia che perdi la finale play-off sia che ti salvi con una giornata d'anticipo, da spacciato. A Gela si deve parlare di sopravvivenza. Anche nel calcio, ogni estate, deve vigere l'emergenza. Un'altra, che si assomma alle altre preesistenti. Quali sono le cause? Di chi le colpe? Come individuare e fare valere le eventuali responsabilità? Domande senza risposta. Ed allora come si può chiedere ad un uomo ed imprenditore di legare come con una catena il suo nome e cognome alla sopravvivenza del calcio gelese? Come si può chiedere ad un Sindaco di tralasciare e mettere in secondo piano servizi essenziali per concentrarsi sulla ricerca di una nuova compagine societaria da dare al calcio maggiore? E come si può chiedere ad una città, a queste condizioni, di innamorarsi di un progetto sportivo? Sembra proprio un dannatissimo circolo vizioso. Di più, un circolo tanto vizioso, da far venire persino la nausea, prima dell'assuefazione.
Nella foto il sindaco Fasulo sugli spalti
Autore : Filippo Guzzardi
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