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notizia del 18/07/2011 messa in rete alle 09:05:10
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Il saggio di Marco Trainito su Umberto Eco presentato all’Araba Fenice
Presentato giovedì scorso, alla libreria L’Araba Fenice, Umberto Eco: odissea nella biblioteca di babele, l’ultimo saggio dello scrittore gelese Marco Trainito. Dopo l’introduzione di Emanuele Antonuzzo, il quale si è principalmente soffermato su l’attività di intellettuale e di studioso di Trainito, nonché sulla figura di Eco come osservatore della realtà politica italiana. Nel suo intervento, Marco Trainito ha ripercorso il suo ventennale rapporto da lettore con le opere di Umberto Eco ed ha illustrato i contenuti principali del libro partendo dal titolo e dalla copertina, che contiene la rielaborazione grafica di un fotogramma del famoso film 2001: odissea nello spazio di Stanley Kubrick.
All’inizio, Trainito ha parlato della lettura de Il nome della rosa, compiuta a 19 anni, che per lui ha rappresentato uno degli eventi decisivi della sua vita di lettore. «Leggendo per la prima volta il libro – ha detto Trainito – ho percepito l'abisso culturale che mi separava dalla possibilità stessa di capirlo e così quel romanzo ha agito su di me come stimolo culturale meglio di qualsiasi maestro in carne ed ossa».
A questo significato pedagogico de Il nome della rosa, Trainito rende omaggio nel libro proprio per sottolineare cosa può voler dire incontrare nel momento giusto della vita un autore come Eco. Discorso analogo potrebbe essere fatto a proposito de Il pendolo di Foucault, il secondo romanzo di Eco, uscito nel 1988. Marco Trainito ha raccontato che la sua prima lettura, effettuata nel 1989, ha rappresentato una vera impresa, data la proverbiale difficoltà del romanzo. A questo proposito, Trainito ha raccontato un fatto curioso. «Poiché il Pendolo – ha ricordato – era piuttosto costoso per uno studente universitario ventenne proveniente da una famiglia non certo agiata, ho letto il romanzo grazie al prestito bibliotecario. Se andiamo a guardare una delle due copia del Pendolo che si trovano nella nostra Biblioteca comunale – ha detto ancora Trainito – è piena delle mie acerbe annotazioni a margine».
Sarebbe interessante, notiamo di passaggio, andarle a controllare per confrontarle con le analisi contenute nel suo libro pubblicato 22 anni dopo. Parlando ancora del suo studio sull’opera di Eco, Marco Trainito ha anche ricordato che nel 2004 ha pubblicato, su una rivista di critica letteraria, un saggio su La misteriosa fiamma della regina Loana (il quinto romanzo di Eco, uscito proprio quell'anno), che è subito finito nella bibliografia internazionale su Eco e che in parte è stato ora ripreso in un paragrafo del suo libro.
«Arrivare a scrivere un volume intero di critica filosofico-letteraria su Eco – ha detto Trainito – è un sogno che coltivo da tempo, perché si tratta non solo di rendere omaggio allo scrittore cui devo tantissimo per la mia formazione culturale, ma anche di affrontare una sfida intellettuale estremamente difficile e affascinante».
Alla fine, Marco Trainito ha spiegato il significato dell’espressione "Odissea nella biblioteca di Babele" contenuta nel titolo del libro, oltre a riferirsi alla biblioteca de Il nome della rosa, allude a tre opere celebri: il poema omerico, il film 2001: odissea nello spazio e il racconto La biblioteca di Babele del sommo scrittore argentino Jorge Luis Borges. Il saggio di Trainito intende proprio ripercorrere i sei romanzi di Eco alla luce delle suggestioni filosofiche fornite da queste tre opere, che Eco dimostra di avere ben presenti.
«Il viaggio conoscitivo di Ulisse, lo smarrimento oltre l'infinito della visione kubrickiana e l'incubo della biblioteca illimitata immaginata da Borges» – ha chiarito infine – Trainito, «sono "figure" che Eco mette in scena nei suoi romanzi e i suoi personaggi sono come dei naviganti che, ciascuno a suo modo, naufragano nel mare della conoscenza perché vittime della tipica propensione umana a perdersi tra i flutti delle credenze più assurde e bizzarre».
E l'astronauta della copertina che si inoltra solitario in un misterioso corridoio ottagonale, che rimanda agli eptagoni e agli ottagoni della biblioteca di Eco e agli esagoni della biblioteca di Borges, è una sorta di figura archetipica dei personaggi e dei lettori chiamati a smarrirsi, per caso o per necessità, nel labirinto non solo dei libri ma addirittura del mondo stesso.
In chiusura, uno scambio di opinioni tra il pubblico e l’autore, a sugello di una serata di ottimo livello culturale.
Autore : Emanuele Antonuzzo
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