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notizia del 21/02/2006 messa in rete alle 08:53:55
Gustoso viaggio nella gastronomia antica di Gela
C’era una volta... Eppure qualcosa esiste ancora e si rigenera attraverso questo libro “Viaggio nella gastronomia gelese – da Archestrato di Gela ai giorni nostri” che Francesco Città ha pubblicato in questi giorni, con foto di Cerniglia e Città e disegni di copertina di Antonio Insulla. Un viaggio a ritroso nel tempo, scandito dalle stagioni e dai capricci del mare che hanno sempre fornito una certa sussistenza alle mense povere e meno povere degli abitanti di questa terra: serrata fra uno spicchio di Mediterraneo e la campagna quasi primordiale della piana.
Per l’Autore – si legge in uno dei risvolti di copertina – cucinare ha sempre rappresentato un motivo di aggregazione con gli amici e di scambi culturali e, soprattutto, un atto d’amore individuale, diventato mediante la scientificità dell’indagine, atto d’amore sociale. La lettura del libro evidenzia il lavoro certosino di recupero delle tradizioni culinarie che si sono sviluppate fra le pareti domestiche di un tempo ancora non contaminate e corrotte dalla pubblicità commerciale asfissiante, a base di precotti e congelati variopinti fra merendine e inutili premi per invogliare l’ingenuità dei più piccini. Le ricette nostrane di Franco Città, riportate agli onori del libro, con dovizia di particolari ed accorgimenti nella preparazione, hanno il merito non solo di valorizzare l’esistente, ma di porsi come testimonianza di una genuinità da tramandare per formare, sotto certi aspetti, e consolidare le radici gastronomiche di un popolo antico pur fra alternanze di dominazioni e relativi apporti culinari.
Attraverso indagini e colloqui con i gelesi di una certa età, Franco Città è riuscito a mettere insieme una carrellata di pietanze, di sapori e di profumi in antitesi con brioscine e fast food di malefica importazione. Le ricette raccolte vanno dagli antipasti (i rapi pitittu) ai primi piatti fra paste e minestre dai forti sapori no-strani; dai secondi piatti a base di “pisci” a quelli di carne con il trionfo, per esempio, del coniglio selvatico irrorato di sugo. In questo caleidoscopio di pietanze gelesi, non mancano le verdure e fra queste quelle selvatiche che mani esperte continuano a raccogliere per la felicità dei buon gustai. E ci sono anche i contorni ed i dolci tradizionali, senza perdere di vista le conserve di pomodoro e le “chiappe” seccate da un sole implacabile e complice nella lunga stagione estiva.
Un libro, dunque, da “gustare” per allietare il palato degli uomini e degli angeli che volteggiano su questa terra: anche loro, si ubriacano di profumi lievi o piccanti che esalano dalle cucine sincere e dalle braci scoppiettanti a cielo aperto nei giorni di festa. Il “viaggio” gastronomico dello scrittore continua.
Autore : Federico Hoefer
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