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notizia del 08/05/2006 messa in rete alle 23:46:21
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Shoah, l’infanzia rubata
“Shoah, l’infanzia rubata”. Questo il titolo della mostra fotografica allestita dai ragazzi delle terze medie dell’Istituto comprensivo “Quasimodo”. La mostra a carattere itinerante è stata organizzata dall’Associazione figli della Shoah di Milano fruendo di cospicua documentazione fornita dal museo “Ghetto fighter’s house – Yad Lyeled” di Israele, dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano. Il taglio del nastro è avvenuto martedì 2 maggio alla presenza del responsabile Csa (Centro servizi amministrativi) ex provveditore agli studi, dott. Antonio Gruttadauria di Caltanissetta, del dirigente scolastico prof.ssa Flora Montana, dell’assessore all’Istruzione Università e Ricerca prof. Luciano Vullo e di altri dirigenti scolastici, oltre che degli insegnanti di Storia delle terze classi. Ad essere focalizzato è stato il tema dei bambini e dei loro diritti negati, di quei bambini morti per stenti nei campi di concentramento ossia nei cosiddetti lager. Lo stridente rapporto tra i bimbi di oggi e quelli d’ieri.
"Shoah" è un termine ebraico che significa "annientamento", "sterminio". Esso si riferisce ad una delle più vergognose vicende della storia umana, quando i regimi dittatoriali nazi-fascisti, poco più di sessant'anni fa, stabilirono, attraverso leggi razziali, di far arrestare tutti gli Ebrei e di rinchiuderli nei campi di lavoro forzato e di sterminio, per eliminare del tutto la loro razza, ritenuta inferiore.
Abbiamo chiesto le loro impressioni su quei tragici eventi ad alcuni ragazzi che hanno lavorato accanto ai loro insegnanti.
Giovanna: “E’ impensabile che persone come noi siano state capaci di programmare lucidamente un massacro, e credo che sia ancora più importante pensarci oggi per rendersi conto che non è una situazione così lontana dalla nostra: erano uomini quelli che hanno progettato i lager, proprio come noi”.
Laura: “Sono commossa nel vedere questo lavoro all'Umanitaria, di ampio spettro e di adeguata distribuzione temporale. Sono commossa perchè per chi vorrebbe essere un giusto è sempre il giorno della memoria. Sono molto commossa perchè l'Umanitaria nacque da un sogno realtà del caro Moisè Loria, ebreo filantropo che elesse Milano luogo del suo sogno realtà. Shalom”
Chiara: “Ricordare, non far cadere la storia nell'oblio dei tempi e sensibilizzare: questi gli imperativi che tutte le generazioni si impongono. Mi rendo conto solo dopo ricerche più che approfondite che la Shoah non è semplicemente passato... sembra un passato che vive, che respira, che "serpeggia" nella memoria di ogni uomo. Ma un dato è qui rilevante... non solo gli italiani sono tanto sensibili e interessati a conoscere i tristi eventi della seconda guerra mondiale, non solo noi... questa è una memoria universale/collettiva”.
Questi i docenti di storia che hanno guidato gli alunni in questo interessante percorso didattico: Dora Marchese, Vincenzo Augello, Ina Mendola, Grazia Zuppardo, Silvana Minardi, Marianna Di Fusco e Marinella Mugno.
Dora Marchese: “La mia classe – la 3ª G del plesso Giovanni XXIII, ha pensato ad un progetto dove si parlasse della negazione del diritto alla dignità, al gioco, allo studio, alla libertà, alla tutela, alla vita. Abbiamo realizzato un cartellone unico composto di cinque altri cartelloni. Ogni cartellone parlava della negazione di un determinato diritto: uno evidenziava la negazione del diritto al gioco, un altro della salute e della vita, della libertà e della tutela..ecc. Il cartellone centrale prendeva spunto da un autore nuovo: Stefano Pirandello, figlio di Luigi. Si è trattato di una cosa carina in quanto quest’autore poco conosciuto è stato studiato di recente da una mia docente universitaria, la prof.ssa Sarah Zappulla Muscarà, e così l’ho portato a conoscenza dei miei alunni che l’hanno tanto apprezzato. Mi è sembrata una cosa carina far conoscere un suo lavoro dal titolo “Sacrilegio massimo”. E’ la guerra ad essere condannata e definita proprio sacrilegio massimo e negazione dei diritti”.
L’iniziativa è fortemente voluta come indicano numerose circolari ministeriali, quasi un argomento d’obbligo da fare conoscere ai giovani. Viene anche indicato un giorno per celebrare la giornata della shoah ed esattamente il 27 gennaio di ogni anno.
“I ragazzi – conclude la prof.ssa Marchese – hanno elaborato poesie, canzoni, dopo avere letto documenti e testimonianze, poesie di Primo Levi. Attraverso un gioco fatto lettura, visione di foto e discussioni, hanno appreso i fatti più nefasti di un recente passato che speriamo non abbia più a ripetersi”.
Autore : Nello Lombardo
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I Vostri commenti
Si ha bisogno di più notizie come questa nella lotta per i diritti delle persone.
Aparte, quale è il indirizzio del Corriere? Non posso mettere mio CV per cercare laboro lì, come mi piace.
Buona Fortuna
Susana Molica Nardo Kearney
Autore: Susana Molica Nardo Kearney
data: 11/05/2006
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