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Corriere di Gela | Il gelese Ricupero “giornalista del Papa”
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notizia del 05/06/2009 messa in rete alle 23:21:27

Il gelese Ricupero “giornalista del Papa”

L'estate è alle porte e con essa anche la fine dell'anno, tempo di chiusura degli anni scolastici e di giri di boa che a settembre prossimo porteranno moltissimi studenti a scegliere cosa fare da grandi e che università scegliere. Negli ultimi anni le Facoltà di Comunicazione e Giornalismo hanno avuto un boom di iscrizioni ma, la strada è dura e tortuosa e non sempre porta ai frutti sperati. Abbiamo così raccolto la testimonianza di chi dopo anni di gavetta ce l'ha fatta, ed oggi può vantare la sua firma in prima pagina in un quotidiano oltre che nazionale internazionale, come “L'Osservatore Romano”.
Francesco Ricupero (nella foto), giovane giornalista di Gela, ormai da anni a Roma,ha iniziato gli studi universitari a Napoli, laureandosi in lingue straniere all'Istituto Universitario Orientale, dopo la laurea ha conseguito un master in giornalismo e comunicazione alla Luiss di Roma, grazie al quale ha avuto l'opportunità di ottenere il praticantato come giornalista e, due anni dopo nel 1995, di partecipare all'esame di Stato diventando giornalista professionista.
- Francesco come è iniziata la tua carriera?
«Dopo una serie di stage (Radio Vaticana, Corriere dello Sport, Video Music, Rai 2 ecc) ho iniziato a collaborare con L'Osservatore Romano, dapprima inviando articoli nella speranza che venissero pubblicati. Successivamente, ho avuto la possibilità di fare una sostituzione estiva. Il caso volle che quell'anno andassero in pensione due colleghi, così continuai la collaborazione, senza essere assunto. Cosa che avvenne invece nel 2004».
- Come ti sei trovato a lavorare per il quotidiano vaticano?
«Lavorare per il Giornale del Papa è un'esperienza straordinaria e una grande responsabilità. Non ci si può permettere di sbagliare anche se errare è umano. Quasi tutti gli articoli di una certa importanza, devono avere l'ok della Segreteria di Stato. Più volte mi è capitato di scrivere un articolo molto delicato o un'intervista particolare e aspettare ore ed ore prima di avere il sì definitivo. Altre volte, è capitato che per ragioni diciamo "diplomatiche", un pezzo non è stato pubblicato. L'Osservatore Romano è un quotidiano che va sui tavoli di ambasciate e ministeri e rispecchia la politica della Santa Sede e, quindi del Papa».
- Qual è la tua visione del giornalismo oltretevere?
«Oltretevere non puoi trattare certi argomenti con la stessa semplicità utilizzata dagli altri quotidiani, come Il Giornale, Il Corriere della Sera. Noi facciamo di tutto per essere imparziali e arbitri di determinate situazioni, anche se a volte è difficile perché ognuno di noi ha una propria cultura e un'impostazione ideologica. Personalmente, una cosa cerco mai di dimenticare: la visione cristiana ed evangelica».
- Cosa consiglieresti ai giovani che volessero intraprendere la carriera giornalistica?
«Se dovessi consigliare tra giornalismo e comunicazione sceglierei la seconda perché offre ai giovani molte opportunità ed è più redditizia. Per diversi anni sono stato responsabile di una grande agenzia di comunicazione con diverse sedi in Italia e, ho avuto la fortuna di gestire l'immagine e la notorietà di personaggi noti e di aziende leader della grande distribuzione e della moda. Se invece non se ne può fare a meno del giornalismo allora occorre avere tanta, tanta pazienza. Insistete e inviate articoli fino a quando il caporedattore esausto ne leggerà almeno uno. Quello sarà l'articolo giusto che vi spianerà la strada alla professione».
Il consiglio è quello di resistere e non mollare ma, c è da dire che purtroppo ancora oggi gli editori sono restii a dare una possibilità ai giovani aspiranti giornalisti. Le iscrizioni a comunicazione sono ormai sdoganate e fra miriadi di studenti, c è chi dalla pronuncia della prima parola alla scrittura del primo alfabeto, ha capito che di questi mezzi vuole fare il proprio pane quotidiano e la nostra terra ne è senz'altro proficua, non è un caso, come scrive Buttafuoco che “i siciliani pur di non lavorare scrivono”.


Autore : Alessandra Cascino

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