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Corriere di Gela | Quando si diventa vecchi…
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notizia del 01/07/2003 messa in rete alle 22:59:48
Quando si diventa vecchi…

Quando si diventa vecchi ci si conforta col dire che siamo saggi e ricchi di esperienza. Ma non è questo che ci consola e ci rende lieti. Quando si diventa vecchi e c’è una discreta salute si pensano tante cose che si vorrebbero fare e non si riesce però a realizzarle. E si vive di ricordi del tempo che fu. Si diventa veramente signori, più tolleranti, si diventa più buoni, più lenti e più orsi. Insomma si diventa più poveri fuori e più ricchi dentro.
Da vecchi il cuore ama come il cuore di un giovane. L’esperienza degli anni ci fa diventare savi e ponderati nella vecchiaia e a considerare la vita con sapiente realismo.
Gli anziani invidiano lo slancio, l’agilità, la forza, l’ardimento dei giovani. “Anch’io ero così”, è la frase che è sempre sulla bocca dei vecchi. Oppure dicono “Se potessi ritornare giovane non commetterei tanti errori che feci quando ero ragazzo”. Il senno del poi…
La giovinezza è bella, piena d’imprudenze, di delusioni, di entusiasmi, di amori passeggeri. Nella vita dei giovani ci sono momenti di gioia, di dolore, di passi sbagliati, di sofferenze, di desideri. Mi fa orrore un mondo popolato soltanto da vecchi.
Il pensiero costante dei vecchi è la morte. Scrisse il vecchio Seneca: “La vecchiaia è una malattia. La morte qualche volta può arrivare di fronte, ma lei preferisce assalire alle spalle, all’improvviso”. Già, perchè è vigliacca e assale spesso a sorpresa.
L’essenza degli scritti di Platone, di Cicerone, di Lucrezio consiste nell’imparare a morire. Ricordo il titolo di un libretto scritto alcuni secoli fa (sconosco l’autore) “Ars moriendi” (l’arte di saper morire). ma la morte arriva quando meno te l’aspetti!
Ricordo con piacere due massime del moralista Montaigne: “L’utilità di vivere non è nella durata, ma nell’uso: qualcuno ha vissuto a lungo, pur avendo vissuto poco…”
Il comico Totò scrisse che la morte costituisce un inderogabile sigillo dell’uguaglianza degli uomini.
Io, che sono stanco di essere vecchio (ma non di vivere) e non sono filosofo, dico che non mi piace essere anziano (provo un senso di repulsione) e – se potessi – vorrei anche per poco tornare giovane, felice, per divertirmi, commettere imprudenze e fare il folle…


Autore : Gino Alabiso

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