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notizia del 28/04/2013 messa in rete alle 22:53:43
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Conferenza al Classico del prof. Sabatini, linguista e presidente onorario dell'Accademia della Crusca
Una conferenza sulla società italiana e la sua lingua si è tenuta nel pomeriggio di martedì scorso nell’auditorium del liceo Classico Eschilo. Relatore d’eccezione, il professore Francesco Sabatini. (nella foto con Alice Palumbo) A curare l’evento, le docenti Simonetta Vitale del liceo delle Scienze umane Alighieri e Laura Cannilla dell’Eschilo.
Linguista, filologo e lessicografo, Sabatini è presidente onorario dell’Accademia della Crusca, di cui è stato presidente dal 2000 al 2008, primo non toscano docente dell’Università di Firenze a ricoprire questa carica.
Laureatosi nel 1954 in Storia della lingua italiana all’Università di Roma, ha insegnato nelle università di Lecce, Genova, Napoli e Roma. Nel 1970 ha ricevuto il Premio città di Bologna per la Filologia e nel 1988 ha avuto consegnata dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga la Medaglia d’oro per la Cultura, l’Arte e la Scuola. Sabatini è stato inoltre autore del programma televisivo Le voci dell’italiano, trasmesso da Rai International, e ha curato, insieme ad un gruppo di collaboratori, la riedizione anastatica ed informatica del primo Vocabolario della Crusca del 1612. Nel 2004 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere di gran croce dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Nello stesso anno ha ricevuto la laurea honoris causa in Lingue e letterature moderne dall’Università di Bari e nel 2007 la laurea honoris causa in Scienze sociali dall’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara.
Numerose le pubblicazioni di cui è autore, tra le più importanti, il Dizionario della lingua italiana, in collaborazione con Vittorio Coletti, e L’Europa dei popoli, insieme al demografo Antonio Golini. Suoi principali interessi di ricerca, le origini delle lingue neolatine, la pluralità di lingue e culture nell’Italia medievale, la formazione della norma linguistica italiana, l’evoluzione dell’italiano dopo l’unità politica e nell’era delle telecomunicazioni, la linguistica generale, il linguaggio giuridico, l’educazione linguistica nella scuola italiana e la posizione delle lingue nazionali nell’Europa contemporanea. Dal 2009 è titolare della rubrica televisiva Pronto soccorso linguistico, trasmessa da Rai 1 nell’ambito del programma Mattina in famiglia. Sabatini ha ideato il programma della Settimana della lingua italiana nel mondo, iniziativa che si svolge ogni anno dal 2001 negli istituti italiani di cultura, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri.
Sorta a Firenze tra il 1582 e il 1583, l’Accademia della Crusca è in Italia e nel mondo uno dei principali punti di riferimento per le ricerche sulla lingua italiana. Sin dall’inizio, ha accolto studiosi ed esponenti italiani ed esteri operanti in diversi campi, grammatici, filologi, scrittori, poeti, scienziati, storici, filosofi, giuristi e statisti. Nella sua lunga storia ha rappresentato un costante punto di riferimento per chiunque cercasse legittimazione o chiarimenti su questioni linguistiche. Durante la presidenza del professore Sabatini, l’Accademia della Crusca ha realizzato il proprio sito web e ha riordinato e informatizzato il proprio archivio storico.
Affollata l’aula magna del liceo. Con grande chiarezza, Sabatini ha tenuto desta l’attenzione della platea. Dopo un excursus storico sull’evoluzione della nostra lingua nei secoli e sugli sforzi dei linguisti e degli accademici di dare unità alla lingua italiana, Sabatini ha affermato la necessità di una lingua come strumento di pensiero, organizzazione, progresso e riflessione. Una comunità sociale si serve di una lingua. Una propria lingua bisogna possederla e studiarne la storia. La storia della lingua illumina la storia italiana. Seguire il filo della storia della lingua significa conoscere le proprie origini e la propria identità. Una lingua italiana, insieme ad uno Stato italiano, è una grande risorsa, perché una lingua attiva le capacità creative dell’individuo.
In mattinata, il celebre linguista ha incontrato gli studenti del Liceo classico, tenendo due conferenze, una per gli alunni del biennio, intitolata La grammatica, via della lingua per studiare la mente, l’altra, per gli alunni del triennio, dal titolo Il testo, un patto tra autore e lettore.
«La presenza del prof. Sabatini – ha affermato la prof. Simmonetta Vitale – è un onore non solo per questo liceo, ma per tutta la città di Gela. Per me è un monumento di cultura, un intellettuale di altissimo profilo, un uomo dotato di umanità e gentilezza che ringrazio tantissimo per avere accettato il nostro invito».
Grande soddisfazione è stata espressa dal dirigente scolastico, professore Gioacchino Pellitteri che ha sostenuto l’iniziativa e che ha introdotto l’illustre relatore durante le tre conferenze.
Il professore Sabatini ha concesso un’intervista al nostro giornale nella presidenza della scuola.
– Professore, dai risultati resi noti dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, negli ultimi anni è emerso che molti degli studenti che escono dalle scuole superiori non sanno scrivere. Quali sono i motivi di questa carenza e quali le soluzioni?
«I test dell’Invalsi, ma anche tante altre indagini, dimostrano che per quanto riguarda la comprensione dei testi di qualsiasi genere, non solo di quelli letterari ma ancor più di quelli scientifici e tecnici, gli alunni delle nostre scuole presentano forti difficoltà. La formazione delle capacità linguistiche e la padronanza del mezzo linguistico, non solo nel parlare, ma nelle interpretazioni e nella produzione dei testi, presentano grandi carenze. Occorre aggiornare l’insegnamento dell’ italiano in quanto lingua madre, lingua primaria che costituisce la base per l’apprendimento delle altre lingue».
– Ritiene che i vari progetti di riforma delle Superiori tengano conto di questo fenomeno?
«I documenti ministeriali danno delle indicazioni a volte più precise, a volte più generiche, a volte ripetono un po’ il passato. Direi che più che i testi ministeriali, ciò che va aggiornato è la formazione universitaria dei docenti. Le facoltà, soprattutto quelle di lettere, dovrebbero rivedere il percorso di formazione degli insegnanti. Quello che manca è proprio un fondamento di discipline linguistiche più precise. La linguistica italiana è una disciplina da considerare principale rispetto a tutte le altre che riguardino la cultura italiana, perché senza la capacità di comprendere gli usi della lingua e quindi la varietà dei testi anche l’insegna-mento letterario è ripetitivo, impressionistico e approssimativo».
– Si dice che oggi il mondo sia diventato un villaggio globale. Questo ha fatto sì che molti termini stranieri entrassero nell’uso corrente della nostra lingua, sia scritta che orale. Qual è il suo parere in proposito?
«I rapporti con le altre lingue e le altre culture si sono infittiti e saranno sempre più stretti, perché indubbiamente si incontrano persone di tante lingue e di tante culture. L’inglese è una lingua molto importante, è la lingua di interscambio mondiale e bisogna conoscerlo. Per quanto riguarda, poi, l’acquisizione dei termini, occorrerebbe maggiore selezione, responsabilità, specialmente nel mondo del giornalismo che poi è quello che fa da tramite. Si sa che il giornalista ha poco tempo e quindi ricorre alle soluzioni più semplici, ma in questo modo introduce una quantità eccessiva di termini. Bisogna essere accorti in questo, perché si guasta l’omogeneità del sistema linguistico e perché nella comunità si creano molte differenze di capacità di comprendere questi termini. L’introduzione di un termine nuovo è da guardare con attenzione».
– Il suo intervento mattutino di pronto soccorso linguistico, la domenica su Rai 1 è diventato ormai un appuntamento da non perdere. Quanto i mezzi di comunicazione possono influenzare in modo positivo o negativo l’aspetto linguistico dei fruitori?
«I mezzi tecnici sono all’origine della specie umana. Tutta l’evoluzione della tecnologia fa parte della storia umana. Non bisogna però affidare tutto ai mezzi tecnologici. Alla scuola spetta il compito di preparare i ragazzi attraverso il rapporto e il confronto diretto tra docenti e allievi. La scuola, con tutto ciò che c’è di diretto e umano, aiuta a far crescere le capacità critiche. Alla scuola la grande missione di rendere tutti gli studenti artisti della lingua».
Autore : Alice Palumbo
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