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Corriere di Gela | Rassegna Cunta 2012, considerazioni a margine
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notizia del 04/06/2012 messa in rete alle 22:47:26

Rassegna Cunta 2012, considerazioni a margine

Si è conclusa con enfasi e con successo la seconda edizione di Cunta 2012, sei serate inedite legate ai più svariati temi di grande attualità e interesse. Organizzata dall’associazione “Daterreinmezzoalmare”, la rassegna ha costituito un appuntamento fisso per conoscere e approfondire spunti, idee e pensieri di esperti provenienti dai diversi ambiti della cultura ed è stata il risultato della straordinaria esperienza di un gruppo di persone che ha sperimentato il piacere della condivisione di passioni, curiosità e attitudini. La terrazza sul mare del Tropico Med ha ben rappresentato quell’idea di insularità insita nel nome stesso dell’associazione.

Preso in prestito da una mostra di Giovanni Chiaramonte, il termine rappresenta l’accoglienza di diversi tipi di umanità che, come più volte ha affermato il presidente dell’associazione Carmelo Scicolone, condividono lo stesso oggetto e lo stesso desiderio di aggregazione, dando vita ad una identità collettiva. Così come la prima edizione, personaggi variegati hanno intrattenuto, raccontato e tramandato tramite i loro cunta. Racconti che apparentemente sembrano slegati tra loro, ma che invece hanno delle connessioni.

Il teatro sperimentale itinerante della compagnia canadese Caravan Stage Company creata da Paul Kirby e Adriana Kedler, nato per avvicinare il pubblico a tale forma d’arte, si ricollega al cinema d’autore di Luisa Morandini, una passione che attrae un certo tipo di pubblico, ma che si tende a far conoscere a molti, tramite le rassegne di cineclub d’essai.

Il tema del paradosso della globalizzazione affrontato da Antonio Portughese non può prescindere dal concetto di indebolimento e un'ulteriore perdita del senso di appartenenza e di identità nazionale che il filosofo Gianluca Bocchi ha trattato nell’ultimo appuntamento della rassegna. Il complicato e dibattuto processo di riqualificazione urbana analizzato in maniera approfondita da Marta Francocci, si ricongiunge alla trasformazione, spesso molto criticata, di Gibellina voluta dal sindaco Ludovico Corrao, che è stata oggetto della conferenza tenuta da Enzo Fiammetta. L’intero evento, stratificato e qualificato ha saputo incontrare il gusto di un pubblico attento e fedele fin dalla prima edizione, molte persone si sono aggiunte settimana dopo settimana, altre si sono perse. Ogni incontro è nato dalla convergenza dei saperi e delle emozioni, nelle introspezioni e nelle forme di conversazione. Un’ottima occasione per passare qualche piacevole ora in compagnia di amici e una possibilità di confronto con l’ospite, così come ha affermato Emanuele Tuccio (nella foto, con Marta Francocci) direttore scientifico dell’associazione. Tra l’altro in un periodo in cui le istituzioni pubbliche non riescono più a garantire agli operatori culturali le risorse per sopravvivere, aumenta la sete di cultura e pochi spazi per dissetarsi nel nostro territorio che, sebbene ricco di storia, è troppo spesso posto ai margini dei grandi circuiti culturali. In tale contesto l’associazione “Daterreinmezzoalmare”, ha dimostrato come non diventano fondamentali gli strumenti sofisticati e costosi per cambiare un ambiente e renderlo congeniale alla conoscenza.

Cunta 2012, con poche risorse autofinanziate e lavoro sinergico con diverse realtà, ha rappresentato un punto di incontro tra trasmissioni di saperi e modalità diversissime di fare sempre e comunque cultura.

Nella nostra città in questa primavera si sta assistendo a un certo fermento culturale finalizzato alla crescita del territorio, come le musiche al tramonto in centro delle Vespertine, o la diffusione della conoscenza storica e archeologica di Gela promossa dell’associazione Triskelion. Spesso però questi tipi di eventi sembrano slegati tra loro, carenti di una visione d’insieme che garantirebbe longevità alle pur valide quanto frammentate iniziative culturali che vengono via via intraprese, perché ogni paese ha conosciuto lo sviluppo grazie all'interagire della gente che l'ha abitato, che l'ha vissuto e difeso a pieno, in nome dell'appartenenza comune.


Autore : Filippa Antinoro

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