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notizia del 17/11/2012 messa in rete alle 22:37:52
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Arci Le Nuvole e Fildis a fianco delle donne nella lotta contro la violenza
Perché nessuno muoia è il titolo della conferenza, organizzata dalla Fildis sezione di Gela e dall’associazione Arci Le Nuvole, che si è tenuta martedì 13 novembre presso i locali della Parrocchia Santa Lucia. Tema dell’incontro, la violenza sulle donne, una delle più gravi violazioni dei diritti umani. A relazionare, l’avvocato Giovanna Cassarà, consigliere comunale, da anni in prima linea per la promozione di campagne di sensibilizzazione e progetti di formazione a tutela delle numerosissime donne vittime di violenze.
Uno studio dell’Harvard University, poi ripreso dall’Onu, dimostra che la causa principale della mortalità delle donne, ancor prima del cancro, è proprio la violenza. Quella perpetrata nei confronti delle donne è un tipo di violenza endemica, diffusa nei paesi industrializzati come in quelli più poveri e marginali. Le ricerche effettuate nell’ultimo decennio attestano che la forma più frequente è quella che ha luogo tra le pareti domestiche, nel dolore di una quotidianità struggente e piena di orrori. Molte sono le donne vittime in casa propria. La violenza nell’ambito familiare o nella cerchia di conoscenti viene esercitata attraverso minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, percosse, pedinamenti, persecuzioni, abusi sessuali, delitti d’onore e uxoricidi passionali o premeditati. Spesso, anche nei luoghi di lavoro le donne vengono esposte a molestie e ricatti. In tante hanno deciso di denunciare i soprusi subiti.
Oggi la legge tutela maggiormente le vittime di violenza. Nel 2009 è stato introdotto un nuovo articolo del codice penale, il 612 bis che condanna il reato di stalking. Con il termine inglese stalking si fa riferimento all’esercizio di persecuzioni reiterate, molestie asfissianti, appostamenti e intromissione nella vita privata della vittima di sesso opposto.
«Molti – ha affermato l’avvocato Cassarà – sono stati i passi avanti fatti dalla legge negli ultimi anni in materia di salvaguardia delle donne vittime di angherie e abusi. E’ necessario che tutte le istituzioni, le forze politiche, le associazioni, i centri sociali e i mass media lavorino in sinergia per arginare questo male ancora, purtroppo, molto diffuso in tutto il mondo. ».
«L’educazione alla non violenza – ha detto Tina Algieri Guerreri, presidente della Fildis a Gela – deve partire dalla famiglia e dalla scuola primaria. E’ triste constatare che nella nostra società civilizzata e altamente tecnologica resistano spietate forme di asservimento delle donne messe in atto da uomini bruti, non sufficientemente evoluti».
«Il problema della violenza – ha dichiarato il presidente dell’Arci Le Nuvole, Luciana Carfì – va affrontato istituendo, all’interno dei territori, delle strutture in grado di sostenere coloro che hanno subito maltrattamenti o sevizie, ma anche coloro che hanno commesso tali atti perché sono stati vittime, a loro volta, in passato, di contesti violenti. Se chi presentasse atteggiamenti inclini all’aggressività venisse supportato e aiutato, si potrebbero evitare molti dei casi che portano anche alla morte».
Autore : Alice Palumbo
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