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Corriere di Gela | Teatro per passione: Tiziana Guarneri e Gianfranco Bella
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notizia del 14/07/2012 messa in rete alle 22:32:51

Teatro per passione: Tiziana Guarneri e Gianfranco Bella

Formatisi professionalmente alla scuola del Teatro Stabile di Catania, Giancarlo Bella e Tiziana Guarneri, da oltre due decenni propongono attività culturali e teatrali nel nostro territorio e all’estero. Una forma d’arte, quella del teatro, che hanno portato avanti con successo, formando la cooperativa teatrale Punto improprio, che si è ispirata fin dall’inizio alla tecnica di recitazione mimesica di Orazio Costa.
La loro è una passione che è nata per caso, come se il teatro li avesse cercato e trovato durante il periodo adolescenziale.

«Gli anni ’80 per Gela hanno costituito un periodo nero dal punto di vista sociale, poco vivibile – ci ha dichiarato Giancarlo Bella – e noi, ragazzini di Caposoprano, abbiamo cominciato a seguire i corsi di recitazione organizzati da Padre Angelo, che ha sempre visto nel teatro una forma di socializzazione e comunicazione innovativa. Un atto creativo che ci ha guidati nel rispetto del gruppo e del singolo compagno di lavoro, con lo scopo di raggiungere insieme un unico comune obiettivo, e di relazionarci con il territorio. Abbiamo portato in scena testi importanti come Caino e Abele di Giorgio Albertazzi e Tony Cucchiara, simbolo del bene e del male, La baronessa di Carini di Tony Cucchiara, emblema dell’emancipazione femminile o la Buona novella che De Andrè dedicò al più grande rivoluzionario della storia, Gesù Cristo».

L’esperienza biennale iniziata nell’89 alla scuola del teatro Stabile di Catania, la stessa che ha formato grandi attori siciliani come Tuccio Musumeci, Turi Ferro, Pippo Pattavina, Angelo Musco, è stata fondamentale per tirare fuori se stessi con l’ausilio specifico di tecniche e discipline inerenti la recitazione. L’accesso alla scuola è stato preceduto da una selezione molto rigida così come ha commentato Tiziana Guarneri, anche il corso è stato incentrato su una modello quasi militare.

«In quel periodo il direttore artistico era Pippo Baudo – ha aggunto Giancarlo Bella – e abbiamo avuto la fortuna di essere seguiti da due maestri considerati pilastri del teatro italiano: Giuseppe Di Martino e Guido Guidi. Di Martino, allievo di Sharoff che aveva studiato con Stanislavskij e assistente del regista delle opere pirandelliane Guido Salvini, ha costituito per noi un grande magistero. Da Guido Guidi, mimo, ballerino della Scala di Milano e coreografo, abbiamo imparato molto»

Naturalmente gli insegnamenti che hanno assorbito da questa esperienza sono stati sviluppati, affinati, trasformati da due giovani attori, che hanno intrapreso da allora una strada tutta loro. Dopo la fondazione della cooperativa teatrale Punto d’incontro con l’amico attore Salvo Piro, il progetto più importante che hanno portato avanti è stato Eschilo 2001. Finanziato dal Fondo sociale europeo, in collaborazione con l’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico e la scuola Holden di Baricco, tale iniziativa ha avuto l’obiettivo di formare attori-collaboratori della cooperativa e tecnici teatrali.

Parallelamente all’attività teatrale, i due attori hanno curato una serie d’incontri battezzati II volto tra le pagine in collaborazione con la provincia di Caltanissetta dal ’99 al 2001. «Si è trattato di un esperimento di durata triennale totalmente finanziato dalla provincia – ha commentato Tiziana Guarneri – il cui scopo è stato quello di portare attori e cantautori come Mario Venuti, Vinicio Capossela, Ron, Subsonica, Chiara Gamberale nelle varie scuole superiori del territorio nisseno. Ogni incontro è stato preceduto da un seminario durante il quale gli alunni studiavano tutta la bibliografia o discografia dell’ospite con cui si sarebbero confrontati».

Gianfranco e Tiziana hanno curato diversi laboratori teatrali nelle scuole di Gela e non solo, mettendo in scena negli ultimi cinque anni, con gli alunni del liceo classico della nostra città, molti lavori del vero padre della tragedia antica Eschilo.

«Quella con il liceo classico – ha asserito Giancarlo Bella – è stata un’esperienza molto forte. La lunghissima collaborazione ci ha permesso di rappresentare tragedie come I persiani, Prometeo, Coefere, Eumenidi. Anche a Instanbul, ho collaborato con un liceo delle suore di Ivrea, eseguendo uno studio su Ulisse. Tiziana, ha lavorato con una compagnia turca, diretta da una regista rumena che ha portato in scena l’Amleto di Shakespeare recitato in lingua turca. Lo spettacolo ha avuto uno spazio su un giornale nazionale».

La recitazione è un’arte. L’arte del riuscire ad immedesimarsi in un altro personaggio e così, riuscire a trasmettere forti emozioni non solo per sé, ma anche per gli altri. Purtroppo in questi anni il teatro sta vivendo tempi duri dovuti ad una crisi ben più importante di quella finanziaria, affatto consequenziale, che è quella culturale.

«A Catania, quando frequentavo la scuola dello Stabile, il teatro – ha puntualizzato Giancarlo – veniva al secondo posto dopo il calcio. Oggi la crisi del teatro è più una crisi della drammaturgia che mette lo spettatore a confronto con i problemi della realtà. Manca quello specchio della natura che come dice Shakespeare è il ruolo del teatro. E se da una parte abbiamo bisogno di confrontarci con temi eterni come quelli che mette in scena l’Inda a Siracusa, dall’altra abbiamo necessità di un teatro il cui obiettivo è metterci in discussione con noi stessi».

La nostra città, le cui mura timolontee sono tenute lontane dalla drammaturgia greca, presto rivedrà risplendere la luce del teatro Eschilo. Tutto questo deve essere un punto di partenza per rivoluzionare le idee e il fare di una società. La riapertura richiederà un preciso programma di riavvio della macchina teatrale.

«Il programma della stagione teatrale – ha aggiunto l’attore gelese – dovrebbe partire da un’analisi del territorio, per trarne un tipo di spettacolo che tutti possano comprendere e rivedere. Spesso si confonde il teatro popolare con quello locale ma è ovvio che, il primo richiede la necessità di attori professionisti che ti rubano l’anima e svolgono una funzione catartica. Bisogna comunque abituare a poco a poco il pubblico a una forma di teatro più impegnativa e di qualità. È necessario assicurare continuità agli spettacoli e ciò sarà possibile solo se si affiderà l’Eschilo ad una compagine di soggetti che possano tra loro collaborare. Noi in tal senso diamo la nostra disponibilità».

Il teatro ha il compito di dare maggiore consapevolezza e capacità critica agli spettatori, non solo di fronte ai fatti culturali in genere ma anche di fronte alla società. Il presupposto è quello di uno spettatore vivo e partecipe che dovrebbe essere portato alla riflessione e al dialogo. Gianfranco Bella sta progettando di mettere in scena una fiaba per bambini, che dovrà coinvolgere le scuole nella scelta dei testi e nella preparazione degli spettacoli. I bambini fin da piccoli devono essere educati a tale forma d’arte.


Autore : Filippa Antinoro

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