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notizia del 27/02/2004 messa in rete alle 22:32:55
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Le ceramiche dell’Attika al Pignatelli
Nessuno degli organizzatori si aspettava una partecipazione di popolo come quella che si è registrata domenica scorsa in occasione della mostra “Ta Attika” al Palazzo Pignatelli, ossia il convitto che a suo tempo ospitò il liceo ginnasio Eschilo, restaurato per l’occasione. A spingere quella folla a visitare i vasi greci che un tempo ci appartenevano e che nel corso di circa due secoli hanno preso il volo dalla nostra terra, è stato quell’amore per la cultura e per l’arte che vive in noi tutti. E’ la voglia di riappropriarci delle nostre radici storiche sopite solo dai fatti che nel corso dell’ultimo cinquantennio ci hanno distratto rovinosamente. A gruppi di 15-20 persone sono stati visitati i trecento vasi provenienti da varie parti del mondo ed esposti per l’occasione nei padiglioni che la Soprintendenza ai Beni culturali diretta da Rosalba Panvini ha curato.
Grande la soddisfazione della sovrintendente ai beni culturali di Caltanissetta dott.ssa Rosalba Panvini, per avere ottenuto dai musei internazionali la possibilità di riavere a Gela, anche se per poco tempo, quei reperti che nel tempo erano stati trafugati e venduti approdando in varie parti del mondo. Riavere nella nostra città per essere esposti alla nostra gente ma anche ai numerosi visitatori venuti da più parti d’Italia ha un significato particolare che la stessa Dott.ssa Panvini ci ha cosi spiegato.
“Gela ha avuto un grande passato perché è stata una delle più ricche ed importanti colonie siceliote. Ora può ben sperare in un riscatto futuro ed un risveglio culturale che possa portare Gela all’antico splendore”. I reperti che vengono mostrati al Convitto rivestono grande importanza perché le immagini che vi sono disegnate parlano della storia di una grande città dedita ai commerci che si praticavano attraverso il mare che bagna questa terra di naviganti e di commercianti. “I reperti che sono giunti a Gela – continua la soprintendente – sono tutti significativi. Ogni vaso è un capolavoro della cultura dell’antichità. Si evince un particolare gusto per le iconografie, una committenza molto raffinata che sceglieva determinate forme, determinati soggetti. Un ambiente particolarmente ricco e colto”. Se questi vasi sono una testimonianza di come fosse elevata sul piano culturale la nostra città, ci sono anche altri reperti che parlano di una Gela attiva e proiettata in avanti ma anche disposta ad accettare le culture d’oltre mediterraneo. Che essa sia stata una città marinara lo testimoniano i rinvenimenti di reperti come la nave greca in parte riesumata la scorsa estate e che attende quanto prima di ritornare in superficie per poi essere esposta in un museo del mare.
“A maggio riprendiamo i lavori dello scafo – dice a tal proposito la dottoressa Panvini – che sarà riportato in superficie nel mese di luglio e agosto per poi essere sottoposto ad intervento di recupero. Si tratta di un reperto che darà sicuramente un notevole contributo allo studio dell’antichità e dei commerci anche perché è l’unico reperto in perfetto stato di conservazione e di una rarità eccezionale”.
A chi entrava dopo decenni al Convitto Pignatelli e che per un motivo o per un altro vi aveva studiato, adesso sembrava di trovarsi a casa propria.
La conferenza stampa si è trasformata in un contatto a tu per tu tra personalità e cronisti della carta stampata, delle emittenti tv locali, regionali e nazionali.
Gli organizzatori hanno pensato a tutto. Tanti gli invitati e gli ospiti eccezionali. Autorità civili, le forze dell’ordine a livello locale e provinciale, l’on Giacomo Ventura e l’on. Miccichè, il presidente della provincia Filippo Collura, sindaco di Gela e assessori, il presidente del consiglio comunale, personalità di spicco della soprintendenza come l’architetto Gini, il prof. Mineo preside della Facoltà di lettere dell’Università di Catania, il dott. Grado direttore dei Beni culturali in Sicilia, l’on. Alessandro Pagano, l’assessore ai beni culturali Fabio Granata ma anche l’on. Salvatore Morinello che ha ci ha ricordato con emozione quando assessore ai beni culturali riuscì a finanziare il restauro del convitto.
“Chi ha creduto nell’immenso patrimonio che abbiamo nel nostro territorio – ci ha detto l’on. Salvatore Morinello – ha un motivo di legittima soddisfazione. Infatti tante persone dalla Sicilia, dall’Italia e da tutto il mondo guardano Gela con un’ottica diversa. Siamo felici che ubichiamo questa mostra in quello che è il più grande bene monumentale della nostra città, ossia il convitto Pignatelli che dopo decenni e decenni relegato è stato restaurato grazie alla possibilità che ho avuto di dirigere l’assessorato ai beni culturali e di finanziare per più di 7 miliardi l’intera opera. E’ una doppia gioia che noi abbiamo. Una mostra di reperti antichi e la riapertura del Palazzo che quando fu convitto ha rappresentato il luogo di formazione delle classi medie e delle classi dirigenti di questa città. Uno per tutti voglio ricordare un illustre alunno, Salvatore Quasimodo. Ma tanti altri che hanno avuto la possibilità di educarsi nelle austere aule di questa scuola”.
All’assessore regionale ai Beni culturali Fabio Granata abbiamo posto una serie di domande alle quali ha risposto con orgoglio, in quanto la Regione ha fatto una grande scommessa sulla nostra città.
“Una grande scommessa – ha affermato Granata – doverosamente raccolta. Gela è stata il cuore della civiltà occidentale e torna ad essere il cuore di un progetto di rilancio del sistema di cultura in Sicilia. Un lavoro difficile, intelligente e complesso portato avanti prima da Morinello adesso da me, come è giusto nella continuità istituzionale sottolineato da una presenza attiva dell’amministrazione cittadina. La cultura e la ricerca delle radici sono le precondizioni della politica e non ci si può fermare ovviamente di fronte agli schieramenti politici. E’ una bella giornata per la Sicilia. Si riapre un sito importante, una mostra che è già una mostra di livello internazionale. Mentre noi parliamo la stiamo già promuovendo a Milano e ci sarà sicuramente un ritorno importante in termini turistici. Ciò che conta è che pian piano ci si riappropria delle proprie radici storiche e nel caso di Gela sono nobilissime e antiche ed alcune follie del recente passato possono sicuramente essere cancellate attraverso questo itinerario. Non con la bacchetta magica si realizzeranno i grandi cambiamenti ma si realizzeranno. In questi anni Gela e la provincia di Caltanissetta hanno avuto una grande fortuna. Prima, di avere il dottor Gini il sovrintendente e adesso la dottoressa Panvini. Si tratta di due dei migliori funzionari dell’Amministrazione regionale”.
Particolarmente euforico il sindaco Rosario Crocetta che ha curato personalmente alcuni aspetti logistici legati alla mostra ed all’inaugurazione del Palazzo Pignatelli Roviano. “Attraverso questa iniziativa – dice il primo cittadino – che nasce dalla collaborazione virtuosissima fra la Regione ed il Comune iniziata allora con l’assessore Morinello e rilanciata con grande generosità da parte dell’assessore Fabio Granata che sta dimostrando notevole attenzione nei confronti della nostra città. Gela rilancia il piano del colore, il recupero dei monumenti importanti della città, l’arredo urbano, il rilancio della via tre piazze. Gela nel rifarsi il look cambia profondamente, esternamente ma anche moralmente. Per esempio, le madri coraggio che cominciano ad affrontare la questione della lotta contro la sopraffazione ai minori, è il segno di una società civile che si ribella e che ha scoperto la voglia e il desiderio di essere gelesi. La cultura rappresenta un progetto concreto di rilancio dell’economia”.
Autore : Nello Lombardo
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