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Corriere di Gela | La «questione femminile» tra cultura e politica
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notizia del 29/09/2013 messa in rete alle 22:30:11
La «questione femminile» tra cultura e politica

I casi sono rari. Tuttavia non si possono disconoscere determinate operazioni culturali da parte di taluni ministri del Governo italiano che ha preceduto l’attuale dell’on. Letta. Ministri che hanno una funzione specifica e una adeguata collocazione come – ritengo – l’abbia avuta l’on. Stefania Prestigiacomo, al Ministero per le Pari Opportunità.
In questa rivisitazione non interessa la sua collocazione politica all’interno di quel Governo, ma la sua “operazione benefica”, con particolare riferimento alla posizione femminile, in un contesto nazionale tout court e sotto il profilo prettamente culturale.

Ci riferiamo all’operazione “Italiane” che – si legge nell’ultima di copertina – “è un dizionario biografico che riunisce le donne di maggior rilievo nella storia d’Italia, celebri e meno celebri, di diverso orientamento politico e culturale, che hanno contribuito in modo determinante alla storia del nostro Paese e alla sua modernizzazione”.
Per “Italiane” la Prestigiacomo si è avvalsa delle preziosa collaborazione di due studiose: Eugenia Roccella e Lucetta Scaraffia, che hanno curato i tre volumi, tutti editi dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria di Roma nel 2004.

Questi libri individuano tre periodi: quelli che vanno dalla prima guerra mondiale partendo dall’Unità d’Italia; dalla prima guerra mondiale al secondo dopoguerra; e dagli anni Cinquanta ad oggi (aggiornati al 2003).
Nell’ordito dei volumi le “Italiane” – leggiamo – “assumono spessore e vigore anche le invisibili: le religiose, le massaie, le segretarie, le costumiste, le donne ‘compromesse’ con il ventennio, che siedono nella grande platea delle donne italiane, accanto a più note artiste, intellettuali, politiche, sindacaliste, partigiane”.

Si tratta di circa 200 donne, ricche e povere, fra nord e sud; ci sono anche le “sensuali e le angeliche”; e vi sono comprese una ventina di donne siciliane.
Nella scelta delle personalità ospitate nelle tre sezioni di “Italiane” possono esserci state delle dimenticanze, certamente involontarie; ma sono inevitabili in questo genere di ampie “antologie”.

Il prof. Gaetano Salveti che è stato scrittore e critico letterario a livello nazionale e internazionale, oltre che Presidente onorario letterario “Città di Gela” negli anni 1979-1981 e 1982, ha scritto che “… una raccolta può risultare per un verso difficile e per un altro agevolissima…” a parte, riteniamo, le inevitabili dimenticanze.

In ogni caso “Italiane” è un condensato del sentimento del reale, della operosità, di un processo di assimilazione della cultura.
La raccolta dimostra anche di possedere, non solamente un positivo metro di giudizio nella “selezione, ma anche la consapevolezza della funzione sociale, imprenditoriale e letteraria. Delle “Italiane” che compaiono nel libro ricordiamo, sinteticamente, i nomi di alcune delle venti siciliane che vi compaiono.

Giuseppa Calcagno (detta Peppa la cannoniera) (1826-1884), nata a Barcellona Pozzo di Gotto, partecipa alla insurrezione del 31 maggio 1860, che ha per teatro le strade e le piazze di Catania, e vi compie atti di eroismo; è simbolo della partecipazione popolare all’insurrezione contro i Borboni. Con lei numerose signore aristocratiche e borghesi aderiscono al Risorgimento, da cui sarebbe nata anche per le donne una condizione di maggiore libertà e uguaglianza.

Mariannina Coffa (1841-1878) definita “La capinera di Noto” per alcune somiglianze con l’eroina del romanzo di Verga, sposò un ragusano che riteneva che lo scrivere renda le donne disoneste. La Coffa fu costretta a vivere una vita sdoppiata fra accademie italiane e straniere, ma pubblicò su molte riviste; fu tra le prime siciliane ad essere introdotta in logge massoniche. Alla sua morte fu anche definita “la Saffo netina”.

Madre Maria Schininà del sacro Cuore (1844-1910) nacque a Ragusa, e la madre appartenne ai nobili Arezzo. Nel 1871 ottenne la nomina ad Ispettrice scolastica e, successivamente, si dedicò alle pratiche religiose. Si diede a servire personalmente nei loro tuguri i poveri e gli ammalati. Da parenti e amici fu considerata la vergogna della famiglia perché andava per le strade vestita come una stracciona e aiutava anche i carcerati. Organizzò le Dame di Carità e si prodigò per i senza tetto per il terremoto di Messina e Reggio Calabria. Nel novembre 1990 è stata proclamata beata da Papa Giovanni Paolo II.

Elena Barbara Giuranna (1899-1998), nata a Palermo, il femminismo l’aveva nel sangue; fu considerata dai critici musicali la più importante compositrice del panorama musicale italiano del Novecento. Esordì con “suite” tratta da una fiaba di Anatole France. Nel 1948 entrò alla Rai di Roma come collaboratrice per i programmi sinfonici; le sue opere sono edite da Ricordi. Angelina Lanza (Palermo 1879-1936). La sua poesia si richiama alla tradizione pascoliana e carducciana. Collabora al Corriere di Sicilia. Nel 1929 è nominata socia dell’Accademia delle Scienze Lettere ed Arti di Palermo. Scrive l’opera narrativa “La Casa sulla montagna”; dove si parla di memorie e cronache dei cittadini delle Madonie. Muore a Gibilmanna nel 1936.

Lia Pasqualino Noto (1909-1998). La pittrice scriveva: “non emigreremo, perché abbiamo in diritto di lavorare in questa nostra terra”. Iniziò la sua attività di gallerista presso la libreria di Flaccovio e riuscì a fare acquistare alla Galleria Civica d’Arte Moderna, opere di Cagli, Guttuso, Pirandello (figlio di Luigi) di Sironi e Casorati.

Rosa Balistreri (1927-1996) fu cantante folk e straordinaria interprete di canti della tradizione popolare siciliana. Nata a Licata fugge a Firenze e si incontra con grandi personaggi, come Dario Fo, Renato Guttuso, Leonardo Sciascia, Ignazio Buttitta che la spinge a suonare la chitarra. Nel 1974 partecipa a “Canzonissima” e viene paragonata alla portoghese Amalia Rodriguez. E’ stata definita “la voce della Sicilia” e tale, tenacemente, rimane.

Maria Occhipinti (1921-1996). Povera, combattiva di sinistra, fu chiusa in galera. Identificata come leader fu confinata ad Ustica.
Scrive “Una donna di Ragusa” che resta a lungo un libro per pochi. Dal suo racconto esce male la nuova Italia, nord centrista e sprezzante verso il sud.

Elda Pucci (1928) fu eletta sindaco di Palermo e si oppose al sistema. Sarà Leonardo Sciascia a ricordare sul Corriere della Sera che “il Comune di Palermo si è costituito per la prima volta parte civile, in un processo di mafia, nell’ottobre 1983, sindaco Elda Pucci”. Viene eletta al Parlamento Europeo; ma là soffre i nazionalismi duri a morire. La sua testimonianza di impegno si traduce in profonda saggezza e libertà individuale.

Elvira Sellerio (1936). Con il marito Enzo, fotografo di fama, nel 1969 nasce la casa editrice. Pubblica molte collane e legge tutti i manoscritti che le arrivano. E’ persuasa, come Sciascia, che in ogni libro, anche il meno bello, abbia almeno una pagina o una frase degna di essere letta; e il suo mestiere deve avere l’impronta dell’umiltà. Pensa, altresì, che la carta, se è sincera, possa misurarsi col mondo intero.

Franca Viola (1947). Nel 1965 fu violentata dal fidanzato, nel trapanese. Rifiutò il matrimonio riparatore, e il suo rapitore fu condannato a dieci anni di reclusione. Il movimento di opinione che ne seguì, portò il legislatore a modificare il codice penale. Si sposò con un giovane lavoratore: vivono con i tre figli, felici e contenti. Come terminano le belle favole.

Ci auguriamo che ai tre volumi “Italiane” possa seguirne un quarto; questa volta con i nomi di Sarah Zappulla Muscarà, Anna Finocchiaro, Simonetta Agnello Hornby, Marcella Ferrera, Silvana Grasso, Lara Cardella, Patrizia Maiorca, Maria Attanasio, Maria Alajmo, ed anche una modesta e romantica gelese, Adalgisa Russotto, con il suo volumetto di poesie “Vibrare di corde”. E’ morta pochi anni addietro lontano da Gela, in quel di Bassano del Grappa, dove riposa.
Un quarto volume, con l’aria che tira in Italia, forse è in sogno. Ma i sogni, qualche volta.


Autore : Federico Hoefer

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