|
notizia del 08/12/2013 messa in rete alle 22:14:53
|
In libreria l’ultimo romanzo di Simonetta Agnello Hornby
Palermo 1958. La famiglia Agnello si trasferisce da Agrigento a Palermo. Gli Agnello fanno parte dell’aristocrazia borbonica. Nella Repubblica ormai da un po’ il loro titolo non vale nulla ma nella vita di tutti i giorni la perdita di prestigio è stata lenta e perciò più crudele. Loro, come gli altri parenti, mantengono buona parte dei feudi: condizione che permette ancora ad alcune generazioni di poter vivere «senza dover lavorare».
Il padre della protagonista adolescente (Agnello è sia autor sia actor) studierà, ma non metterà a frutto la propria laurea. Simonetta (nella foto) è la prima che avrà l’esigenza di farlo.
Tuttavia non si tratta di una questione solo pratica, ma soprattutto civica: com’è giusto che sia per un aristocratico. Questa concezione nel romanzo viene ripresa in più punti e con diverse varianti: il lavoro è allora strumento e fine di emancipazione femminile e di classe; di integrazione sociale; di mutazione antropologica ecc. Così facendo si manifesta l’ambizione di affinare una certa sensibilità moralistica che disturba parecchio. Il senso di superiorità che la nobiltà s’è trascinato addosso per secoli si esprime ancora una volta con questa presa di posizione social-democratica tinta da un certo senso liberal all’inglese.
Detto-fatto, Agnello schizza un ritratto amorevole della propria famiglia e di se stessa: la madre è perfettamente materna nella miscela di severità e tenerezza; il padre – che pure ha delle colpe di ordine privato legato ai soliti scandalucci dei nobili di provincia: soldi e donne – è integerrimo ed elegante. Tale abbondanza di buoni esempi molto probabilmente coincide con la verità personale della donna reale, e di questo ci rallegriamo, ma la scrittrice risulta essere poco più di una saputella viziata e ciò la rende particolarmente antipatica al lettore.
Le colpe della classe cui Agnello appartiene sono storicamente così gravi che le sporadiche opere buone di due o tre dei suoi membri, sussiadiate dagli abusi su terre e uomini, valgono pochino. Anche gli Agnello, infatti, non rinunciano alle proprie rendite. Questo atteggiamento ambiguo e la tesi del libro dispiacciano perché nelle interviste che ho avuto modo di rivedere su YouTube Simonetta Agnello Hornby appare come una donna dotata di una certa grazia intelligente. Quello che suppongo è, allora, che la dicotomia non sia tra l’autor e l’actor ma, piuttosto, che la cristallizzazione dei ricordi sia falsata dalla selezione della memoria affettiva. Questo in letteratura è un errore gravissimo.
Piu trascurabili risultano i diversi errori di stampa, dovuti di certo alla fretta dell’editore di mandare in libreria in un anno il secondo titolo dell’autore (Il veleno dell’oleandro).
Il libro, invece, è riuscitissimo nella descrizione della città negli anni cruciali del Boom. Palermo prende consapevolezza dei cambiamenti e dei nuovi problemi: corruzione, Mafia, speculazione. La descrizione è precisa proprio grazie all’alternanza di immagini contrastanti tra nuova ricchezza e vecchie ingiustizie; imborghesimento della popolazione e riluttanza a perdere certi privilegi; bellezza e stramberie architettoniche; natura e comportamento dei palermitani; rigore e rovina sociale; abbondanza della cucina e pochezza di umorismo.
Agnello Hornby ama profondamente la sua città e ce la rende in uno stile leggibile, raccontando come il proprio Bildungsroman coincida con quello della civitas e della sua comunità attraverso metamorfosi ed eterni ritorni.
Autore Simonetta AGNELLO HORNBY
Titolo Via XX Settembre
Editore Feltrinelli, 2013
Pagine 225
Prezzo € 18.00
Autore : Gandolfo Cascio
» Altri articoli di Gandolfo Cascio
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|