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notizia del 30/11/2012 messa in rete alle 21:57:49
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Francesca Greco, pittrice creativa e impulsiva
Passione e voglia di emergere sono le prime caratteristiche che emergono facendo due chiacchiere con la pittrice gelese Francesca Greco (nella foto). Giovane, solare e con la grinta giusta per superare le difficoltà di un ambiente complesso. Da diversi anni porta avanti questa grande passione per la pittura, nonostante i limiti di un territorio che dell’arte non sa che farsene. Un po’ come tutti gli artisti che si rispettino lotta giorno dopo giorno con un ambiente fatto di scarne possibilità. Ma se pensiamo ai grandi nomi dell’arte quali Monet, Kandiskij, Van Gogh, Klimt, è chiara la dimostrazione di come l’artista a tutto tondo viva momenti di crisi, di tormento spesso perché inizialmente poco conosciuto al grande pubblico. Sicuramente la difficoltà oggettiva di vivere in un paese che poco o nulla apprezza l’arte, porta l’artista ad avere dubbi e incertezze.
La giovane gelese attraverso i suoi lavori esplora in modo del tutto personale il suo subconscio in molteplici sfaccettature. Francesca scopre la vocazione per la pittura in tenera età. Dipingere le consente di mettere a nudo i suoi stati d’animo, le sue sensazioni. Nel ’99 si iscrive all’Accademia delle belle arti di Catania e frequenta il corso di pittura, indirizzo beni culturali. Conclude specializzandosi nell’anno 2010. Un po’ influenzata dall’ambiente familiare, in cui già si respirava arte inizia con il disegno e sperimenta i colori. Nonostante lo scetticismo familiare e un diploma in ragioneria, per nulla attinente alla sua passione, porta avanti questo sogno. I suoi dipinti esprimono grande sensibilità d’animo e allo stesso svelano una forte personalità.
Negli anni partecipa a numerosi eventi, espone i suoi lavori alla mostra collettiva che si svolge a Gela, in via Pisa e nel periodo estivo espone i suoi dipinti presso il lido Controcorrente per circa due settimane, ricevendo consensi positivi. Il rosso è uno dei colori che privilegia, in quanto simbolo della passione che la lega al mondo della pittura. La sua arte non si rifà ad una precisa corrente ma abbraccia diversi stili. Quasi tutti i suoi lavori rappresentano stralci di vita vissuta, momenti precisi che la giovane gelese riesce a riprodurre fedelmente.
«Molto spesso mi capita di dipingere senza pennelli perché tutto questo – dice Francesca Greco – mi permette di essere a stretto contatto con la tela. Il pennello in qualche modo pone una sorta di distanza. E’ come se dipingendo con le mani riuscissi a toccare il mio pensiero».
– Francesca, secondo te cosa non funziona nel territorio?
«Diciamo a priori che non c’è cultura dell’arte in generale. Purtroppo i giovani hanno valide motivazioni per lasciare un territorio che non permette di crescere. E’ un ambiente difficile. Sono certa che nessuno voglia lasciare la propria città, ma se non hai modo di crescere è inutile restare. La mentalità troppo radicata che si riscontra a Gela limita sicuramente l’attività dei giovani artisti».
– Se si potesse vivere di arte?
«Sarebbe fantastico. Purtroppo la crisi profonda di quest’ ultimo periodo complica ancor di più una situazione che già presentava ovvie lacune. C’è troppa chiusura nei confronti dell’arte».
– Dipingi principalmente per un riscontro economico o per semplice passione?
«Lo faccio perché mi da delle belle sensazioni. Riesco a trasferire le mie emozioni sulla tela. Mi capita di dipingere anche di notte se sono ispirata da qualche evento specifico. Mi rifugio in un ambiente solo mio per dare spazio alle mie emozioni. Ultimamente i miei lavori presentano colori molto scuri, perché rappresentano il momento che sto vivendo. Sicuramente avere dei riscontri economici fa piacere, ma principalmente dipingo per me stessa».
– Ricordi il tuo primo dipinto?
«Certamente. A diciotto anni ho tentato di riprodurre fedelmente i famosi Girasoli di Vincent Van Gogh. Non è stato semplice ma l’ho fatto. Non frequentavo ancora l’Accademia delle belle arti, mi sono un po’ messa alla prova».
– Cosa manca nel tuo percorso artistico?
«La possibilità di fare qualcosa di importante. Non ci sono stimoli esterni in questo territorio. Mancano le possibilità e ci sono troppi interessi in ballo per dare spazio ai giovani talenti. Se potessi aprirei un grande spazio espositivo, una sorta di laboratorio aperto a tutti i talenti che hanno voglia di emergere. Organizzerei eventi, mostre, ma purtroppo tutto questo non fa parte della realtà del nostro territorio. Nessuno ha interesse a collaborare per realzzare progetti di questo tipo. Sinceramente io non riesco a percepire l’assurda competizione che si crea tra artisti. Ogni stile è unico, inimitabile».
– C’è una città specifica in cui vorrei portare la tua arte?
«Firenze sarebbe la città dell’arte per eccellenza. Ma non c’è una città nello specifico. Purtroppo basta lasciare il Sud per notare l’ apertura mentale che c’è nei confronti dell’arte in genere”.
Autore : Martina La Gristina
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