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notizia del 01/03/2003 messa in rete alle 21:44:38
Cinema, dalle origini ai nostri giorni
Una conferenza, per rivivere i fasti del cinema, dalle origini ai giorni nostri, con particolare riferimento alla cinematografia siciliana ed ai rapporti di questa con la letteratura nostrana.
E’ stato questo il tema trattato, con dovizia di particolari e specifica competenza, dal dott. Franco La Magna: uno dei maggiori storici del cinema ed autore, fra l’altro, del volume “100 anni di cinema a Catania”.
Il conferenziere è stato presentato dal regista di casa nostra Giovanni Virgadaula che dirige la Scuola sperimentale di Cinematografia di Gela; una scuola che annovera un selezionato numero di allievi e simpatizzanti.
L’incontro si è svolto la settimana scorsa nella chiesetta San Biagio, trasformata in ghiacciaia per la temperatura esterna e senza un misero microfono: segno evidente di un vergognoso disinteresse degli organi preposti alla gestione ed alla ospitalità dei luoghi che ospitano determinate assise culturali.
L’oratore, dopo avere rinverdito la storia del cinema, a partire dal 1895 con i fratelli Lumìère che diedero la soluzione ideale al problema dell’analisi e della sintesi del movimento con i 16 fotogrammi al secondo, e nello stesso anno organizzarono la prima proiezione in pubblico nel sotterraneo del Gran Café a Parigi, si è soffermato ai primi anni della cinematografia in Sicilia.
Furono quelli gli anni della emarginazione siciliana della “fotografia in movimento” ma che, nel contempo, si apriva alla nuova arte. Bisogna attendere il 1905 per avere dei cinema stabili: prima a Palermo e poi a Catania.
La Magna si è soffermato sulle difficoltà per ottenere il “visto censura” ed i favoritismi per la riduzione cinematografica delle opere letterarie di D’Annunzio, mentre invece, venivano censurate le opere veriste di Giovanni Verga. Erano quelli gli anni che le prime due donne siciliane si offrivano per interpretare qualche “parte” nei films.
E risale sempre a quel primo periodo quando la produzione era più importante della regia, ed a Catania vedeva la luce l’Etna Film con l’imprenditore Alfredo Alonzo. L’excursus tracciato dall’ospite di Giovanni Virgadaula ha tenuto conto del “muto” fino alla colonna sonora; alle prime sale cinematografiche dell’Isola; al coinvolgimento, attraverso le loro opere letterarie, di autori come Capuana, Martoglio, Pirandello e le interpretazioni di Giovanni Grasso: l’esuberante interprete del teatro popolare siciliano.
In tale contesto artistico – ha sottolineato l’oratore – si inserisce l’attore catanese Angelo Musco che, dopo avere recitato nella compagnia di Giovanni Grasso, costituì una propria compagnia.
Con Rosina Anselmi prima attrice, e con la sua personale “vis comica” diede al cinema il suo contributo con opere come “L’eredità dello zio buonanima”, “Cinque a zero” e molti altri soggetti.
La sua popolarità, soprattutto attraverso il cinema, continua ancora oggi.
Da parte di Franco La Magna molti i riferimenti al Neorealismo ed agli ambienti che hanno fatto da sfondo a molte opere cinematografiche girate in Sicilia.
Nel corso della serata non sono mancati gli aneddoti ed i ricordi personali dell’ospite vissuti in quel mondo fantastico della celluloide.Un mondo che il regista gelese Virgadaula ripropone mediante nuovi soggetti ed opportunità letterarie, rispettando i canoni del buon gusto, della fantasia, in un contesto di edificante Cristianesimo che il cinema pornografico e di consumo vorrebbe soppiantare.
Fra pochi giorni schermi televisivi e cronache cinematografiche si impossesseranno dei fatti o dei misfatti sanremesi e, soprattutto, delle tette delle presentatrici-attrici di turno. “Attrici” distanti anni luce che sembrano secoli, dalle poche e pulite attrici siciliane prese in esame da La Magna e Virgadaula; attrici nostrane che interpretavano ruoli nostrani ma universali, in sotumi dai riflessi solari, truccate in volto da essenze di ginestra e stille di marine sottocosta.
Autore : Federico Hoefer
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