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notizia del 18/02/2004 messa in rete alle 21:35:46
L’orgoglio della nostra gelesità
"Siamo orgogliosi di restituire la vera immagine di Gela, quella di terra d’origine di una civiltà raffinatissima e non della follia in cui l’ha cacciata la cattiva politica e una forma di modernità malata".
Sono parole dell’assessore regionale ai Beni Culturali ed Ambientali ed alla Pubblica Istruzione, Fabio Granata, che, con comprensibile enfasi, ha inteso così presentare la mostra che si inaugura domani a Gela, nei restaurati locali di Palazzo Pignatelli Roviano, un luogo a me tanto caro, nel quale ho trascorso gli anni più belli della mia giovinezza, nel quale, grazie a sapienti e pazienti professori (Nunzio Sciandrello, Giovanni Altamore, Cettina Trama, Concetta Papotto, per citarne alcuni) mi sono formato culturalmente (i meno giovani ricordano che in quel luogo era ospitato il glorioso Liceo Ginnasio ‘Eschilo’ di Gela) ed ho gettato le basi di una carriera ricca di soddisfazioni prima come giornalista e poi come funzionario dell’ente pubblico Siae, di cui sono attualmente direttore regionale nel Friuli Venezia Giulia.
Attendevo questo momento da parecchio tempo, ma attuali precarie condizioni di salute mi impediscono di presenziare ad una cerimonia che, diversamente, non avrei disertato per nessuna ragione al mondo, per esprimere il più sentito e profondo ringraziamento a tutte quelle personalità regionali e locali, che, riscoprendo la storia millenaria della nostra amata città, si sono adoperate per portare a compimento una serie di interventi di fine valorizzazione dell’immenso patrimonio storico ed archeologico, tramandatoci dai nostri antenati.
Le celebrazioni di oggi non ci devono far scordare che molta strada deve essere ancora compiuta in direzione di un effettivo e definitivo riscatto, dopo gli anni bui che hanno caratterizzato la vita della nostra terra, deturpata da una selvaggia opera di distruzione del territorio, da un abusivismo edilizio che non ha risparmiato nemmeno luoghi di particolare pregio paesaggistico, di cui le generazioni passate andavano, a ragione, orgogliose.
Come molti lettori di questo giornale ricorderanno, da parecchi anni vivo lontano da questa città che mi dette i natali, nella quale sono cresciuto e mi sono formato; a questa città sono rimasto legato da un invisibile cordone ombelicale, per essa continuo a soffrire ma anche a gioire; e questi giorni che precedono l’inaugurazione della mostra sono giorni di grande gioia, di soddisfazione, perché della mia amata Gela non si parlerà in negativo.
Immagino che il compito sarà molto più autorevolmente assolto dal sindaco Rosario Crocetta e da altre autorità locali e regionali; ma dalle colonne di questo giornale, facendomi interprete dei sentimenti di tantissimi gelesi, ed in particolare di quelli che vivono lontani dalla loro terra, voglio rivolgere un caloroso e profondo ringraziamento a quanti si sono adoperati, nei diversi ruoli e compiti, per restituire alla fruizione pubblica il Palazzo Pignatelli e le preziose testimonianze dell’arte geloa, che la cupidigia e la sete di denaro di loschi individui (i trafficanti di reperti archeologici) e la barbara attività di rapina, posta in essere in occasione del secondo conflitto mondiale, aveva fatto finire in luoghi lontani.
L’auspicio che da gelese mi sento di formulare è che, partendo da questa storica giornata, riscoprendo il glorioso passato di questa nostra città, tutti i gelesi – senza distinzione di ceto, di età o di appartenenza politica – sappiano ritrovare l’orgoglio delle loro origini, per proiettarsi verso un futuro che, se co-struito insieme e nella concordia, non potrà che essere radioso.
Ci sono comunità che dal nulla hanno saputo realizzare grandiosi processi di crescita e di sviluppo.
Autore : Elio Cultraro
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