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notizia del 11/03/2012 messa in rete alle 20:03:38
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I comuni di Gela e Desio gemellati per ricordare il m.llo D’Immè
Venerdì 2 marzo, presso la chiesetta S. Biagio, è stato presentato il libro Nome in codice, Ombra (editore Laurus Robuffo), dedicato alla memoria del maresciallo dei carabinieri Sebastiano D’Immè, ucciso a Locate Varesino in Lombardia, il 6 luglio 1996, all’età di 31 anni, durante una complessa indagine sulla malavita organizzata nel nord Italia. Autori del libro, il giornalista Mirco Maggi e il capitano dei carabinieri Cataldo Pantaleo, collega di D’Immè e presente alla cerimonia.
Quello dedicato al maresciallo D’Im-mè è un ricordo, stampato a chiare lettere fin dal titolo che rimanda alle circostanze della vita e della morte del carabiniere. Il grave fatto di cronaca diventa materia per un’accurata ricostruzione dell’accaduto, ma anche per un racconto ispirato alla sua figura, in un duplice ed intenso omaggio al suo sacrificio.
L’opera è corredata da una vasta documentazione fotografica, da toccanti testimonianze e da numerosi documenti processuali inediti, concessi in esclusiva agli autori, che devolveranno parte dei loro proventi all’ente che assiste gli orfani dei militari caduti in servizio.
Maggi e Pantaleo hanno impiegato più di due anni per la realizzazione dell’opera, la cui prefazione è curata dal comandante generale dell’Arma dei carabinieri, Gianfrancesco Siazzu. A firmare l’introduzione delle 256 pagine del libro, il procuratore della Repubblica aggiunto di Milano, Armando Spataro.
«Non ho mai incontrato Sebastiano in vita – scrive nella sua prefazione il generale Siazzu –. L’ho conosciuto dopo il suo barbaro assassinio e meglio lo conosco oggi, dopo aver letto la sua storia; ne conosco il coraggio e la forza morale, patrimonio comune di tutti i carabinieri, quel coraggio e quella forza che li rende una diga insuperabile a difesa della comunità, che fa loro anteporre il bene degli altri alle esigenze personali, che li spinge a lottare anche quando le forze si stanno esaurendo e la vita stessa non è più che un flebile soffio che volge alla fine. A Sebastiano d’Immè – continua Siazzu – per l’eroismo del suo gesto, è stata concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
La storia bisecolare dell’Arma è ricca di gesti di valore, compiuti dai suoi militari nelle circostanze più disparate, ma solo 118 carabinieri sono stati ritenuti meritevoli, in pace ed in guerra, della massima ricompensa che li pone, assieme a Salvo D’Acquisto, nel Paradiso degli Eroi della Patria”.
Autore e libro sono stati presentati dal dott. Emanuele Antonuzzo, collaboratore del nostro giornale, che ha anche portato la sua testimonianza come compagno di giochi di “Nello” D’Immè. Sono intervenuti il sindaco di Gela Angelo Fasulo, il suo collega di Desio, Roberto Corti, arrivato a Gela con il suo vice, con l’assessore (gelese) Paolo Smorta e con il segretario generale del comune lombardo. Presente la famiglia D’Immè.
«Prima di scrivere questo libro – ha affermato il capitano Pantaleo – sono passati tanti anni. Inizialmente non riuscivo a trasferire su carta il mio ricordo di Sebastiano. L’emozione finiva sempre per vincermi, così rinunciavo e accantonavo il progetto. Col passare del tempo, però, si faceva sempre più forte in me l’esigenza di raccontare di Sebastiano. Bisogna smettere di tacere quando si ha la consapevolezza che quello che si ha da dire è più importante del silenzio. E così, insieme al giornalista, nonché mio amico, Mirco Maggi, ho deciso di scrivere questo libro e di intitolarlo Ombra, che era proprio il nome in codice del maresciallo D’Immè. Per me è una forte emozione essere qui a Gela nella sua terra. Sebastiano mi parlava sempre della sua Gela. Ne era innamorato e ne custodiva gli affetti, gli odori e i sapori».
«E’ grande l’emozione – ha detto Fasulo – nel ricordare un servitore dello Stato, caduto lontano dalla sua terra. Sebastiano D’Immè era un grande uomo, una persona seria ed impegnata, con un grande senso del dovere e di appartenenza alla nazione. Sin da studente, quando l’ho conosciuto io, manifestava chiaramente la sua determinazione, il suo amore per la giustizia e il suo desiderio di riscatto per una terra, la sua, che egli amava profondamente».
«Sebastiano D’Immè – ha affermato Roberto Corti – ha messo a servizio di tutti noi la parte migliore di sé. Il suo grande senso civico e la sua integrità morale devono essere, non solo per chi lavora nell’Arma, ma per ogni cittadino, un modello di condotta da perseguire».
Tante le personalità presenti alla serata che hanno voluto rendere omaggio al ricordo del giovane maresciallo.
«D’Immè – ha detto il tenente colonnello dei carabinieri di Gela, Alessandro Magro – è un modello di riscatto sociale e culturale per tutta la Sicilia».
«E’ bello – ha aggiunto il procuratore capo di Gela, Lucia Lotti – vedere amministratori e forze dell’ordine del Nord e del Sud incontrarsi per celebrare la memoria di un uomo che ha sacrificato la sua vita per la giustizia e la legalità. Questo incontro è la dimostrazione che l’Arma è ovunque. La legalità e la giustizia sono valori universali che non conoscono divisioni territoriali e sociali”.
«Sebastiano – ha affermato il fratello Alfredo – non faceva il carabiniere, era un carabiniere».
Al termine, visita nel vicino cimitero monumentale alla tomba del maresciallo D’Immè, alla presenza della famiglia e delle autorità civili e militari.
«Ombra vive e vivrà per sempre – si legge nelle pagine del libro. Noi tutti lo sappiamo e non abbiamo il bisogno di dircelo. Perché è così che ricordiamo Sebastiano: ancora vivo, ancora fra noi».
Autore : Alice Palumbo
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