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notizia del 26/04/2003 messa in rete alle 19:48:38
I maestri che abbandonano la scuola
Anche a Gela il fenomeno della fuga dei maestri (maschi) dalla scuola si fa sentire come nelle scuole del nord della nostra penisola. Il signor maestro é in fuga dall’insegnamento. In Italia gli insegnanti elementari si sono ridotti al 4%. Perché? Il Magistrale di Gela é frequentato particolarmente da studentesse.
Io ho vissuto nel mondo della scuola per quasi 40 anni e debbo dire che mi sono trovato bene, come del resto quasi tutti i miei ex colleghi. Amo l’infanzia e ho trascorso buona parte della mia vita allegramente accanto ai miei alunni. Gli ultimi sette anni di insegnamento li ho fatti a Pisa e, quando sono andato in pensione per raggiunti limiti di età, mi sentii improvvisamente solo e lontano dalla vita…
Ho interrogato alcuni miei ex colleghi dei vari circoli didattici di Gela sui motivi della loro “fuga” dalla scuola. La risposta é stata unanime: l’esiguo stipendio statale, uno stipendio di sopravvivenza. Eppure, il maestro non desidera lo stipendio adeguato ai nostri parlamentari. Per carità! Sarebbe un superlusso e, in tal caso, tutti vorrebbero fare i maestri. Oggi i posti resisi vacanti alla scuola primaria sono stati occupati dalle donne, che possono costituire un handicap del processo educativo e di maturazione degli adolescenti. La scuola va matriarcandosi e questo significa per i nostri ragazzi non trovare figure maschili di riferimento, un modello culturale da imitare, da scegliere, da seguire professionalmente.
Insomma, la scuola diverrebbe “roba da donne” ed é risaputo – per chi ha studiato psicologia – che gli adolescenti recepiscono modelli adulti di due generi: il richiamo offerto da un insegnante uomo, o da un’insegnante donna.
Ricordo – nel corso della mia carriera – che certi genitori, accompagnato i loro figli nella mia classe, pronunciavano questa espressione: “Per mio figlio io voglio un maestro e non una maestra e lo dico senza nessuna offesa”.
Purtroppo la figura del maestro sta scomparendo dalla scuola e non vedremo più in cattedra il maestro intento a correggere dettati, insegnare tabelline, i capoluoghi di provincia ed altro.
Una volta la gente, quando incontrava per la strada il signor maestro (il mitico maestro) si toglieva il cappello. Era un uomo amato e rispettato come il parroco, perchè aveva forgiato le coscienze di tanti compaesani; quando erano piccoli li aveva aiutati ad allacciarsi bene le scarpe e a capire le prime cose della vita; gli aveva a volte sgridati e incoraggiati. Aveva un ruolo influente nella comunità.
Oggi i bambini hanno in classe solo insegnanti donne, che naturalmente saranno pure brave come i loro colleghi maschi, ma che non possono ricoprire anche il ruolo che aveva il vecchio maestro. Forse per questo e cioè senza l’autorevolezza e la voce ferma del maestro che insegni ai piccoli a fare il proprio dovere, al fine di migliorare e crescere, i piccoli appaiono oggi viziati e a volte maleducati, difficili da educare.
Ma è proprio la fine di un’epoca? La scuola elementare ha bisogno di maestri e di maestre, che sappiano conciliare gioco e applicazioni. Il ministro della Pubblica Istruzione sa bene queste cose.
Autore : Gino Alabiso
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