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notizia del 12/05/2004 messa in rete alle 19:34:20
Tra miti, leggende e dicerie nella storia narrata da Collura
Raccontare. Raccontare sempre e comunque la Sicilia: un pozzo senza fondo da secoli di scrittura. Questa terra vulcanella e puttanella è stata vivisezionata attraverso la penna degli scrittori di tutti i continenti, senza soluzione di continuità. Eppure, per certi versi, rimane ancora un mistero, fino ai giorni nostri, pur addentrandosi nei suoi anfratti più reconditi.
Ma bisogna esserci nati in Sicilia: per raccontarla nel bene e nel male; e bisogna amarla, di un amore sviscerato per scoprirne i sentieri più impervi, fra i suoi venti di scirocco che mulinella fra le sue colonne d’arenaria ed i fantasmi delle tragiche zolfare.
Il giornalista e scrittore Matteo Collura in Sicilia c’è nato, ad Agrigento; poi è volato al nord ma ritorna al sud, come fanno le rondini.
Dal 1786 all’aprile 1788 Goethe fu in Italia e soggiornò a lungo in Sicilia. Il suo famoso “Viaggio in Italia” non è un’opera di fantasia, nè un’opera di sentimento: è una vera opera d’analisi e di documentazione.
Così come ha fatto Matteo Collura con il suo recentissimo “In Sicilia”, edito da Longanesi. Una lettura piacevole, accattivante per lo stile narrativo e per la “poesia” che trasuda da molti passi del libro. Una Sicilia mitica e reale; un’isola o un continente tutto da scoprire o riscoprire.
I mirabili fantasmi di Verga, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Sciascia, Brancati ruotano “In Sicilia” e si rigenerano in questo scrittore nostrano di razza: erede responsabile di una progenie di scrittori che hanno segnato la letteratura siciliana.
Matteo Collura viviseziona uomini ed eventi per chiarire miseria e nobiltà di un popolo eterogeneo a causa delle eterne invasioni, ma fiero e solare fra i suoi barocchi e le gialle ginestre che coronano le colline dei suoi tre angoli protesi sul mare.
I racconti, le storie, le analisi spietate a volte, sono sempre sollecitati dalle sue radici inestirpabili.
Recentemente Salvatore Scalia sul quotidiano di Catania scriveva, fra l’altro, che “un viaggiatore sedentario vive essenzialmente della propria immaginazione. E’ un erudito che ha il privilegio di visitare tutti i luoghi senza muoversi da casa. Se l’erudito si mette in viaggio, ogni libro diviene un fardello che richiede una conferma...”.
In tal senso ha operato Matteo Collura: per dischiuderci una terra, la sua e la nostra; per confermarci luci ed ombre dettate da percezioni quasi olfattive, da colloqui con la gente, con i silenzi della natura, sia essa contaminata oppure esente da utilitaristici soprusi.
“In Sicilia”: fra miti, leggende e dicerie; è anche questa la storia narrata da Collura. Una Sicilia dove, purtroppo o filosoficamente, tutto pare essere relativo, come dichiarava a Collura un amico frate cappuccino.
A pagina 84 scrive Collura: “è questa la vera filosofia dei siciliani, di un popolo che di monumenti ne ha costruiti tanti, quasi tutti per sovrani e guerrieri estranei a questa terra e che in essa sono venuti a fare da padroni. Una porta, la Sicilia, dalla “quale è passato di tutto...”.
Se tutto pare essere relativo, questa terra rimane, per Matteo Collura “irresistibilmente affascinante; popolata di eroi ed eroine, di personaggi grandi e piccoli che sembrano fatti apposta per nutrire la letteratura...”.
L’articolazione del libro non ha cadute di sorta nella concatenazione della narrazione, ma segue una omogenea linea storico-rappresentativa nei suoi vari contesti epocali.
“In Sicilia” necessita di essere letto, escludendo qualsiasi ipotesi semplicistica di “sentito dire”!
Con questo libro Matteo Collura, inviato di se stesso, ci offre il migliore e duraturo “reportage” che si potesse immaginare.
Autore : Federico Hoefer
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