1 2 3 4 5
Corriere di Gela | Don Bastiano nel ricordo di Gino Alabiso, cronista del tempo
Edizione online del Periodico settimanale di Attualità, Politica, Cultura, Sport a diffusione comprensoriale in edicola ogni sabato
notizia del 26/01/2004 messa in rete alle 19:21:44
Don Bastiano nel ricordo di Gino Alabiso, cronista del tempo

Conobbi per ragioni professionali (ero cronista della Sicilia) Dinu Adamesteanu, che la gente comunemente lo chiamava “Don Bastianu”; non parlava allora bene l’italiano e mi meravigliava il fatto che parlasse il dialetto siciliano.
Era una persona ricca di humor e, quando mi spiegava il risultato giornaliero dei suoi scavi, lo infarciva con calembour e battute esilaranti. Attraverso i resti ossei rinvenuti nelle antiche tombe, mi chiariva se appartenevano a contadini, a guerrieri, o condottieri, l’età, il sesso, di cosa si nutrivano quando erano in vita. Ogni tanto ci si incontrava dentro il gabinetto di restauro del museo di Gela, dove portava i reperti. Mi recavo spesso al museo, per chiacchierare con l’amico Francesco Di Tommaso (restauratore capo) mentre era intento a dare vita ai vasi rinvenuti in tanti cocci.
Un giorno, oltre ai vasi, coppe, monete e statuette fittili, “Don Bastianu” portò una cassetta di ossa umane e un cranio ben conservato. Provai una certa impressione e gli chiesi se avesse esposto nelle ve-trine del museo anche quelle ossa. Adamesteanu, con fare solitamente scherzoso, rispose: “No, Alabiso! Con queste ossa faremo un bel brodino...”.
Nel 1959, venne trasferito a Roma, per creare e dirigere l’Aerofototeca del Ministero della Pubblica istruzione. Nel 1964 passò a dirigente – per incarico del Ministero – la Soprintendenza archeologica della Basilicata.
Nel 1971 venne chiamato all’Università di Lecce, dove insegnò Etruscologia, Antichità Italiche e Topografia dell’Italia antica. Dieci anni dopo divenne professore ordinario presso la stessa università. L’anno dopo ricevette dal Ministero per i Beni culturali l’ambita Medaglia d’oro e il diploma di prima classe di Benemerito della scuola, della cultura e dell’arte.
La sua scomparsa (che amava tanto l’Italia, suo paese di adozione) lascia un grande vuoto nel campo dell’archeologia.


Autore : Gino Alabiso

» Altri articoli di Gino Alabiso
In Edicola
Newsletter
Registrati alla Newsletter Gratuita del Corriere di Gela per ricevere le ultime notizie direttamente sul vostro indirizzo di posta elettronica.

La mia Email è
 
Iscrivimi
cancellami
Cerca
Cerca le notizie nel nostro archivio.

Cerca  
 
 
Informa un Amico Informa un Amico
Stampa la Notizia Stampa la Notizia
Commenta la Notizia Commenta la Notizia
 
㯰yright 2003 - 2024 Corriere di Gela. Tutti i diritti riservati. Powered by venturagiuseppe.it
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120