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notizia del 22/04/2012 messa in rete alle 19:17:36
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Gibellina, dalle rovine all’arte senza confini
La trasformazione di Gibellina, dopo il sisma del ‘68, da paese contadino a centro di incontro di intellettuali e di promozione di una cultura mediterranea, voluta dall’ex sindaco della città Ludovico Corrao, è stato il tema del terzo appuntamento della rassegna Cunta 2012 che si è tenuto venerdì 13 aprile al Tropico Med. Ospite dell’associazione Daterreinmezzoalmare è stato Enzo Fiammetta, direttore del Museo delle Trame Mediterranee della Fondazione Orestiadi di Gibellina. “Dotato del grande merito di saper comunicare arte, architettura e design”, come ha affermato il direttore della comunicazione dell’associazione Vincenzo Castellana, l’architetto Fiammetta ha dichiarato che “il piano urbanistico previsto per la riedificazione di Gibellina non aveva niente a che vedere con l’idea che Ludovico Corrao ha cercato di seguire nella sua ricostruzione”. C
orrao, intellettuale appassionato d’arte, teatro e poesia chiamò, più che le ruspe e i piani urbanistici, artisti da tutto il mondo per erigere un paese in cui la miseria del passato, che sarà intrappolata nel bianco gesso poroso del Gretto di Burri, fosse sostituita a venti chilometri dall’antico sito, da una sorta di museo d’arte contemporanea en plein air, che darà un nuovo senso alla città.
“Le opere di artisti come Burri, Consagra, Schifano, Cascella, Pomodoro, Paladino, e l’ammirazione di Leonardo Sciascia hanno rifondato insieme alla città l’intero popolo, umanizzando il territorio” ha dichiarato Fiammetta. Gli artisti hanno sentito l’unicità di questo luogo anche in relazione al loro atto creativo, lo hanno avvertito come un luogo in cui sono più volte voluti ritornare a creare. “Consagra ha sentito subito l’esigenza di accorrere prima di ogni altro artista al progetto di Corrao, e ha potuto realizzare in questo contesto quello che voleva, dal Carro di San Rocco, alla Stella posta all’ingresso della città, ai gonfaloni e al meeting – ha affermato il relatore – tali opere danno il senso dell’arte totale”.
L’intellettuale Corrao partiva dall'idea che la Sicilia fosse al centro di un incrocio di culture e di civiltà e per sua volontà nasce nel ’96 il Museo delle Trame del Mediterraneo, collocato nello spazio suggestivo del Baglio di Stefano, con lo scopo di dare spazio alla cultura mediterranea. “La cultura mediterranea – ha rivelato l’architetto – non è codificata in un solo luogo. Se si analizza la cultura artistica dei vari paesi del Mediterraneo si potranno notare delle strette somiglianze sul piano formale. Il museo dà pari dignità alle arti maggiori e alle arti minori, costituite da manufatti siciliani e da molte opere provenienti da diversi paesi del mediterraneo”. Con l’attività degli Atelier, ogni anno artisti provenienti da tutto il mondo propongono dei progetti strettamente connessi alla missione del museo ed al territorio. “La Fondazione Orestiadi ha rappresentato, nel progetto di Corrao, un fiore all'occhiello, essa da circa vent’anni dà vita a eventi teatrali d'avanguardia, manifestazioni artistiche e musicali, mostre itineranti”, ha aggiunto Fiammetta.
In particolar modo ha avuto molto successo la mostra l’Islam in Sicilia con il gruppo di artisti romani Stalker. Il relatore ha concluso il suo intervento sottolineando che “l’arte a Gibellina dà il diritto di fantasticare”.
Tale citazione può essere condivisa nella misura in cui ogni artista si è misurato con i desideri di chi doveva abitare la città che era vuota e aveva bisogno di punti di riferimento. La nuova Gibellina nasce dalla volontà dei gibellinesi di aggrapparsi alla vita, di rifuggire il destino di miseria, e di tessere con armonia la trama dell’amore per la terra dei padri, che non sarebbe più esistita. La tela non è ancora del tutto compiuta. All’incontro è intervenuto il direttore del parco archeologico e ambientale di Gela, e socio fondatore dell’associazione, Salvatore Gueli, che ha garantito, nel suo nuovo ruolo di soprintendente, la stessa dignità ai beni culturali a tutti comuni della provincia nissena.
Autore : Filippa Antinoro
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