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Corriere di Gela | Hip pop, stage per giovani ballerini con il coreografo romano Paolo Aloise
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notizia del 05/05/2013 messa in rete alle 18:19:49

Hip pop, stage per giovani ballerini con il coreografo romano Paolo Aloise

Il mondo dell’arte, nello specifico della danza, è un mondo che si evolve in continuazione, fatto di studio, aggiornamenti. E se un tempo la danza classica la faceva da padrone con i suoi lineamenti armoniosi, corpi aggraziati e delicati, musiche eleganti e melodie da sogno, adesso anche l’hip hop sembra aver preso piede. A parlarci della ritmicità e della fusione di più stili fino a creare armonia e dinamicità, è il ballerino e coreografo Paolo Aloise (nella foto), incontrato a Gela durante uno dei suoi stage mensili alla palestra Snoopy dove i corsi di danza sono tenuti dall’insegnante Cettina Averna, specializzata in danza classica e jazz.

Paolo Aloise comincia a ballare giovanissimo con un gruppo di ragazzi che si esibisce per strada. La sua immensa passione per l’hip hop lo porta presto a lasciare per un po’ la sua Roma e a girare per il mondo alla ricerca di uno studio sempre più profondo e intenso. Frequenta le più prestigiose scuole di danza sia in Italia che all’estero, e nel 1994/95 entra a far parte della compagnia “Spellbound dance company” del noto coreografo Mauro Astolfi con il quale si esibisce in diverse rappresentazioni. Aloise si aggiudica numerosi premi e per ben quattro volte vince i campionati italiani di hip hop dando vita ad un gruppo chiamato “Stn Dancegroup”, che in poco tempo si afferma nel panorama della danza italiana. Attualmente insegna presso la scuola di danza Ida (International Dance Association), diretta da Steve La Chance. La sede principale è a Ravenna, ma le filiali si trovano anche presso Roma, Firenze e altre città. Si occupa non solo dell’insegnamento, ma anche della creazione del corpo docente. «Rispetto a qualche anno fa – dice Aloise – c’è stata una veloce evoluzione. L’hip hop è cultura per prima cosa. E’ danza, musica, arti grafiche. Penso che ci sia stata un’evoluzione perché questa è una disciplina che nasce negli Stati Uniti, è arrivata fino a noi ma dobbiamo ancora fare molta strada per arrivare ad ottimi livelli».

Come ogni forma d’arte, anche l’hip hop ha una storia che Paolo Aloise racconta con un mezzo sorriso sulle labbra. «Un ballerino di hip hop si riconosce subito, rispetto a qualsiasi altro danzatore, dall’aspetto. Anche questa è una tradizione che abbiamo appreso dall’America dove nei quartieri disagiati e poveri il fratello più piccolo vestiva spesso con i pantaloni del fratello più grande soprattutto per ragioni economiche. Ecco perché i ballerini di hip hop indossano abiti larghi».

L’hip hop prima di affermarsi totalmente ha vissuto i pregiudizi della gente. Veniva considerata una danza di strada così come chi la eseguiva. «Adesso invece – prosegue Aloise – chi fa hip hop è considerato “figo”. A volte però non basta dire di saper fare hip hop perché al giorno d’oggi questa danza si divide in varie tecniche: hype (considerato il nuovo stile), popping e locking (musica funk). Ballare l’hip hop non è solo muoversi a ritmo di musica improvvisando coreografie in cui all’interno poi di approfondito c’è poco o niente. Bisogna ballare e insegnare con passione, ma anche con conoscenza e competenza».

«Ho incontrato Paolo Aloise – racconta l’insegnante Averna – durante un corso di aggiornamento. E’ un meraviglioso maestro. Lui non sa solo ballare, ma sa anche insegnare, trasmettere. Un bravo insegnante è colui che riesce a donare la sua tecnica anche a chi è poco dotato. Mi piace poter trasmettere ai miei ragazzi anche ciò che non professo direttamente come l’hip hop, ma non rinuncio a farli entrare in contatto con questo stile e con i giusti insegnanti. Adoro far fare loro sempre nuove esperienze perché vengono stimolati alla creazione di un sano processo di crescita e confronto».


Autore : Greta Smecca

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