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notizia del 19/02/2012 messa in rete alle 17:58:43
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Partiti e cittadini-elettori nell’era dei social network
E’ stato presentato venerdì 10 febbraio, presso la chiesetta San Biagio di Gela, il nuovo libro di Francesco Pira La net comunicazione politica – Partiti, movimenti e cittadini-elettori nell’era dei social network, edizione Franco Angeli.
Un viaggio dalle tradizionali alle nuove strategie comunicative per promuovere culture partecipative attraverso concrete competenze digitali. Un libro di proiezione che guarda ad una società moderna, nella quale cittadini-elettori ed amministratori sono chiamati ad essere interlocutori attivi nella comunicazione politica, oggi più che mai in piena trasformazione e in rapida evoluzione.
Alla serata sono intervenuti il sindaco Angelo Fasulo, l’assessore alla Cultura, Marina La Boria, e don Giuseppe Fausciana. A moderare i lavori, il giornalista Jerry Italia. La presentazione del libro è stata seguita da un dibattito con gli studenti di formazione politica diocesana “Giorgio La Pira”.
Ricercatore di ruolo in sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università degli Studi di Udine, Pira insegna comunicazione delle organizzazioni complesse e relazioni pubbliche. Saggista e giornalista, è stato rieletto, per il mandato 2011-2014, consigliere cazionale dell’Associazione italiana della comunicazione pubblica. Autore di diciassette pubblicazioni scientifiche, ha svolto un’ intensa attività di ricerca sulle vecchie e nuove tecnologie e sulla comunicazione pubblica, politica e sociale. Relatore in convegni nazionali ed internazionali, nel giugno del 2008, per l’attività di ricerca e saggistica , è stato insignito dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
– Professore, nel suo libro Lei sostiene che in Italia la politica subisce il fascino della Rete ma che, purtroppo, non la utilizza come dovrebbe essere usata. Ci spiega il significato di questa affermazione?
«La Rete oggi è sottodimensionata rispetto a quelle che sono le necessità di dialogo tra cittadini e classe politica. Nel libro io parto da due enunciati teorici che vengono applicati nella vita quotidiana di chi fa politica e comunicazione politica. Il primo è quello della cultura partecipativa: occorre stimolare attraverso la Rete l’ascolto dei cittadini. Il secondo, che cambia il modo di fare politica, è quel fenomeno che si chiama autocomunicazione di massa. In passato vi era una persona che parlava a molti, oggi si parla di comunicazione multipunto, una comunicazione che va da tanti a tanti. E’ una grande novità che stravolge il settore della comunicazione. Un altro elemento molto importante, che io ho trattato nella parte finale del mio libro, è la differenza tra i cosiddetti digitali nativi, ovvero le nuove generazioni, e gli immigrati digitali, la generazione degli over 40».
– Perché, a differenza di altri Paesi, per la nostra politica è così difficile pensare di entrare nella logica della comunicazione in Rete?
«E’ un problema di carattere culturale. Io porto sempre come esempio il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Egli è stato vincente perché ha saputo sfruttare le caratteristiche della Rete, trovando tutti i finanziamenti per la campagna elettorale attraverso i social network. In Italia, invece, si continua ancora a discutere su come spariscono i soldi dei partiti. Obama ha dato tre parole chiave : valori, contenuti e strategie. Se si vuole comunicare bene, occorre trasmettere veri valori e fornire chiari contenuti. La Rete, i social network, in generale i portali possono funzionare solo se effettivamente rappresentano un nuovo elemento della strategia complessiva. Le nuove tecniche non andranno a soppiantare i tradizionali mezzi comunicativi ma li integreranno, affinché anche in Italia si possano portare avanti delle campagne elettorali che siano ben progettate ed efficaci».
– Lei afferma che la Rete non attira la politica bensì l’antipolitica. Cosa intende dire con queste parole?
«In questo momento è vincente l’antipolitica. Basti pensare a tutti quei partiti, che hanno delle posizioni antigovernative, per i quali è più facile limitarsi a manifestare il loro dissenso piuttosto che argomentare i contenuti».
– Crede sarà possibile in futuro che in Italia si instauri un rapporto diretto tra esponenti della politica ed elettori grazie ai nuovi mezzi comunicativi? E se sì, quali saranno i vantaggi?
«Le ricerche condotte dal gruppo di lavoro di Stefano Epifani, docente presso l’Università La Sapienza di Roma, attestano che il 65% dei politici italiani sono in Rete. Da un politico, però, ci si aspetterebbe un utilizzo degli strumenti di comunicazione online più professionale e, invece, ci si accorge che, nella maggioranza dei casi, gli strumenti attivati sono spesso male utilizzati o addirittura abbandonati. I blog sono trasformati in vetrine prive di strumenti interattivi. Una possibile spiegazione a questo comportamento è che la presenza o l’assenza di politici e amministratori sui social network corrisponda alla presenza o all’assenza di un interesse reale ad interagire con i cittadini. I vantaggi di un uso corretto e proficuo dei social network o dei blog sono enormi. L’utilizzo di blog aggiornati e aperti ai commenti ed interattivi consentirebbe di creare un rapporto costruttivo con l’elettorato. Quello che accadrà con le nuove tecnologie,oggi non siamo in grado di poterlo dire. Probabilmente saranno i ricercatori ad indicarcelo tra vent’anni”.
– Lei ha iniziato collaborando con il Corriere di Gela. Quanto ha contribuito questa esperienza alla sua formazione professionale?
«Credo che quella del giornale locale sia stata un’esperienza bellissima ed importante per me che ho ripetuto in vari posti d’Italia. I giornali locali saranno quelli che avranno un’integrazione maggiore con la Rete rispetto ai quotidiani nazionali. L’esistenza di un giornale locale è fondamentale per un territorio. Il fatto che un giornale come il Corriere di Gela esista da tanti anni è indice di una coerenza che perdura nel tempo e che piace ai lettori».
Autore : Alice Palumbo
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