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notizia del 17/04/2011 messa in rete alle 17:18:24
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Ricordare Aldisio è un dovere civico
Un doveroso riconoscimento per i grandi meriti di Salvatore Aldisio (nella foto), uomo illustre che ha amato moltissimo la sua città, l’ha abbellita e dotata di edifici di grande valore ed infine l’ha onorata con la sua vita poliedrica. Tra le sue opere basterebbe ricordare il Villaggio Aldisio, il Palazzo di Città, la chiesa di S.Giacomo, quella di S. Domenico Savio etc. Animatori di questa Fondazione sono stati i Salesiani. E’ più che giusto. Aldisio per i Salesiani aveva una stima particolare e se essi operano a Gela è merito esclusivo di Aldisio. Ci teneva moltissimo che ritornassero a Gela E ben a ragione: tutta la città ammira il bene immenso che i Salesiani stanno facendo a Gela. Mi piace ricordare che quasi senza volerlo ho contribuito anch’io ad accelerare la loro venuta a Gela.
Un giorno il Dr. Augeri,segretario al Comune di Gela, mi accompagnò a visitare i locali che dovevano occupare i Salesiani che tardavano a venire. Specialmente i locali dove adesso c’è il Cnos Fap erano in pessime condizioni e addirittura le mattonelle cominciavano a staccarsi dal pavimento. Andammo assieme da Aldisio e gli facemmo la proposta di gestire noi quei locali in attesa dei Salesiani. Aldisio disse: “Ah, bene, bene”. Prese immediatamente il telefono e al direttore dei Salesiani di Sicilia disse che se non si sbrigavano a venire avrebbe dato i locali all’Unione Sportiva S. Agostino. Dopo pochi giorni finalmente i Salesiani arrivarono a Gela. Lo stesso Dr. Augeri mi raccontò che un giorno tornando in macchina da Palermo a Gela Aldisio assieme allo stesso Dr. Augeri e al sindaco Ciccio Vella, questi prospettava il bisogno di contributi per i Salesiani. Mentre parlavano Aldisio disse: “Benedetto Padre Corsello. Svolge un’intensa attività e non mi chiede mai una lira”. Per me una grossa soddisfazione. Da Aldisio ho ricevuto 70.000 lire quando andai a fargli visita a casa sua a Roma assieme a 21 giovani per i quali avevo organizzato a spese mie una gita di 25 giorni per tutta Italia e parte della Svizzera. Nella sala del Palazzo Ducale, mentre si presentava la Fondazione a me è sembrato che aleggiasse una tacita parola d’ordine: “dimentichiamo il passato”. C’erano non pochi ex comunisti che hanno preso la parola. Tutti hanno elogiato la figura di Aldisio riconoscendone gli altissimi meriti come uomo politico, come benefattore di Gela e come padre dell’Autonomia Siciliana. Se vogliamo essere onesti dobbiamo riconoscere che i più grandi nemici di Aldisio sono stati proprio i comunisti, i quali contro di lui hanno diffuso tanti veleni. E se Aldisio nella sua vita non ha avuto quei riconoscimenti che si era meritato e se qualcuno ancora nutre qualche perplessità lo si deve proprio alla campagna diffamatoria orchestrata poco onestamente contro di lui. Posso dirlo io che ho avuto l’onore di conoscerlo molto da vicino. Lo si accusava e lo si accusa ancora di aver creato il vuoto attorno a sé. Un giorno mentre mi chiedeva giudizi sui giovani che frequentavano il partito mi disse:” Vede, io così mi son fatti molti nemici. Vengono al partito e lavorano per un anno o poco più e poi vengono a chiedermi il favore. Il guaio è che quel favore è contro la mia coscienza e non glielo posso fare. Ecco: mi son fatto un nuovo nemico. Bisogna pensare all’educazione dei giovani e ne ho parlato,con preoccupazione anche col vescovo. Gli dissi che ero disposto a contribuire con somme di denaro”. Un altro giorno mi disse:” Vado a Licata e mi rimproverano che tutti i soldi li spendo a Gela. Vengo a Gela e mi dicono che non faccio niente per Gela. Vado allo specchio e mi sputo dicendomi cretino.Talvolta sono tentato di pensare che Gela non merita di essere amata”.
Aldisio era amico degli Agostiniani e ci teneva a far diventare parrocchia S.Agostino e mi disse che aveva messo nel suo testamento una notevole somma a questo scopo. Io sapevo bene che era un suo pio desiderio perché Mons. Federico, sempre molto influente presso la Curia di Piazza Armerina, non avrebbe mai acconsentito di perdere una sola delle sedicimila anime della Chiesa Madre. Meno anime e meno matrimoni, meno funerali, meno battesimi. La Chiesa è divina ma è fatta di uomini. Quando Aldisio venne a sapere che le ACLi ed io eravamo favorevoli al centro sinistra, mi chiamò e mi disse che di Nenni non ci si poteva fidare. Mi raccontò: ”Nel1947 De Gasperi sapendo della mia personale amicizia con Nenni mi incaricò di sondare il terreno per vedere se Nenni era recuperabile all’area democratica. Per undici giorni una sera a casa mia ed una sera a casa sua alla presenza del direttore del Messaggero Arnaldo MIssiroli ci incontrammo. Alla fine andai tutto contento da De Gasperi per dirgli che Nenni era recuperabile. Poche settimane dopo fece il famoso Blocco del Popolo”. Io dissi ad Aldisio che le Acli erano favorevoli al centro sinistra perché notavano che la Dc non riusciva a fare una politica favorevole alla classe operaia. Aldisio venne a sapere che io continuavo ad essere favorevole al centro sinistra e per convertirmi mi mandò l’on. Alessi il quale, pur con tutta la sua intelligenza,dichiarò che le Acli erano diventate filo marxiste facendomi arrabbiare. Alessi sbottò:” Vi farete difendere dai comunisti” ( stava difendendo i famosi monaci di Mazzarino). Gli risposi che sapevo difendermi da solo. Morto Aldisio mi incontrai con l’Avvocato Lorefice il quale era esecutore testamentario del testamento di Aldisio e mi disse:” Domani parto per Roma per aprire il testamento di Aldisio. Ci sono quei milioni per S. Agostino”. Tornato da Roma mi disse che i soldi nel testamento non c’erano più. Aldisio aveva capito che quel lascito non serviva a niente o ha voluto castigare la mia fedeltà al centro sinistra? Comunque sia pace all’anima sua. Tante altre cose avrei da raccontare su Aldisio. Alla prossima.
Autore : Antonio Corsello
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