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Corriere di Gela | La politica meridionalista di Sturzo
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notizia del 22/01/2012 messa in rete alle 16:37:12
La politica meridionalista di Sturzo

Si è tenuto sabato, 14 gennaio, presso la Sala “ Eschilo” del Museo Archeologico di Gela, un convegno dal tema “ Don Luigi Sturzo meridionalista”. La manifestazione è stata organizzata dal Lions Club di Gela, in collaborazione con la Diocesi di Piazza Armerina e con il patrocinio della Regione Siciliana e del Comune di Gela. A relazionare, S. E. Mons. Michele Pennisi, vescovo della Diocesi di Piazza Armerina. Moderatore della serata, l’ingegnere Vincenzo Calaciura, presidente del Lions Club di Gela. A fare gli onori di casa, il direttore del Parco Archeologico, arch. Salvatore Gueli. Obiettivo dell’incontro, far conoscere la figura di don Luigi Sturzo, il suo excursus politico e la sua grande attenzione ai problemi del Meridione. Nato a Caltagirone nel 1871 da una famiglia dell’aristocrazia agraria, Sturzo frequentò i seminari di Acireale e poi di Noto.

La pubblicazione della “Rerum novarum” (1891) del papa Leone XIII, prima enciclica sulla condizione operaia, e lo scoppio delle rivolte dei contadini e degli operai delle zolfare siciliane, lo spinsero ad orientare i suoi studi filosofici verso l’impegno sociale. Pian piano, si convinse della necessità di un partito a carattere democratico popolare, pienamente autonomo dall’autorità ecclesiastica, in grado di inserirsi nell’impianto civile creato dal liberismo e di fungere da centro di aggregazione della grande massa degli esclusi dalle scelte politiche ed economiche dello Stato liberale. Si adoperò, quindi, nei primi anni del Novecento, per fondare un partito laico- cristiano che, con il nome di Partito popolare prima, e di Democrazia Cristiana poi, diventerà il protagonista della storia politica italiana nella seconda metà del secolo. Fu un prete scomodo che denunciò l’assenza di una politica per il Mezzogiorno, analizzando gli effetti negativi del processo di espansione del capitalismo industriale sui fragili mercati del Sud e sulla piccola e media borghesia agricola e artigianale locale, che si sfaldava sotto i colpi di una impossibile concorrenza. Fu una personalità eclettica. Si interessò di poesia, di teatro, di giornalismo, ma soprattutto si distinse tra i meridionalisti più battaglieri. Gravemente minacciato dai fascisti, lasciò l’Italia per Londra e per New York.

Tornato in Italia a guerra finita, si dedicò ad un’ intensa attività pubblicistica sui maggiori quotidiani nazionali per la ricostruzione ed il rafforzamento dello Stato democratico. Nel 1952 venne nominato senatore a vita. L’8 agosto del 1959 morì a Roma. “Luigi Sturzo – ha affermato il vescovo Pennisi – è stato una figura importante nel panorama politico italiano. Una personalità che, in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, deve essere d’esempio per dirittura morale, senso della giustizia, e attenzione nei confronti dei ceti meno abbienti”.


Autore : Alice Palumbo

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