|
notizia del 01/03/2005 messa in rete alle 15:46:30
La scomparsa di “Gius”, testimone del nostro tempo
La morte di don Luigi Giussani, scomparso il 22 febbraio ad 82 anni, nella Milano che gli aveva dato i natali nel “22 (a Desio), ha rappresentato una grave perdita, non solo per il cattolicesimo, ma anche per tutta la cultura italiana ed europea del’900, se é vero che gli scritti di “Gius” –così veniva affettuosamente chiamato don Luigi dagli amici– sono stati tradotti in inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo, polacco, portoghese, ungherese, slovacco, etc.
Fondatore, nel 1969, del movimento Comunione e Liberazione don Giussani, proprio attraverso il suo movimento – riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa nel 1982– aveva voluto fortemente ribadire la centralità dei valori cristiani e la verità della fede, come risposta alle domande e alle inquietudini del’68, un movimento quindi, il suo, calato nella realtà e nel sociale, che intendeva la fede come militanza politica; come forza trasformatrice capace – sono parole sue – di “fare sussultare la terra”.
Grande educatore di almeno due generazioni (insegnò per 27 anni, prima al liceo Berchet di Milano, poi alla cattolica) don Giussani fu anche un grande comunicatore e un severo critico della società, e in taluni frangenti, della stessa Chiesa. Così, nel 1998, destò scalpore una sua frase detta davanti al sommo pontefice, ove esclamava testualmente: “La Chiesa si é dimenticata di Cristo!”. Una provocazione questa, che esprimeva tutto il desiderio di verità che contraddistinte Giussani in ogni stagione della sua vita. Egli, sposava quindi quando diceva il celebre scrittore russo Dostojevskij: “Tra la verità e Gesù Cristo, scelgo Gesù Cristo”, proprio perché la pretesa cristiana – sempre ribadita da don Giussani – é quella che Cristo coincida con la verità.
Nel 1985, in seno a Comunione e Liberazione nasceva la Fraternità dei sacerdoti missionari di San Carlo Borromeo, che conta oggi 500 religiosi. Ma dalla costola di CL sono nati anche i “Memores Domini”; presenti oggi in 29 paesi e formati da laici, che hanno scelto una vita di ascesi cristiana.
Personalmente, essendo un membro della Compagnia Nazionale di Comunicazione “Santa Chiara” molto vicina alla Compagnia delle Opere – fondata nell’86 come braccio operativo di CL– ho avuto modo, pur non facendo parte, di conoscere lo spirito e la forza del movimento di don Giussani, in uno dei meeting di Comunione e Liberazione che si tengono annualmente a Rimini. Lì, vedendo l’anziano e carismatico sacerdote (eravamo nel2001), ho avvertito fortemente l’influenza di un uomo che, come ha detto Andreotti “ ha segnato la riscossa dei cattolici” ed é stato veramente “un testimone dell’identità cristiana”, che oggi sembra nuovamente appannata dalla tiepidezza degli stessi cattolici. In tal senso, si comprende ancora più la gravità della scomparsa di don Gius, baluardo di quel cristianesimo, che oggi molti vorrebbero relegare alla “storia passata”o ad un puro concetto filosofico ed astratto, che nulla a che vedere con il reale. L’opera di don Giussani non é comunque in pericolo e ha ormai solide basi nel mondo. Suo successore sarà lo spagnolo don Julian Carron, suo figlio spirituale prediletto.
Rimane da dire che Comunione e Liberazione, oggi presente in oltre 70 paesi del mondo, trovò subito – sin dalla sua fondazione – un vasto seguito anche in Sicilia; non a caso nel’70 a Catania era, per importanza, il terzo centro nazionale del movimento dopo Milano e Rimini.
Autore : Gianni Virgadaula
» Altri articoli di Gianni Virgadaula
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|