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notizia del 02/11/2003 messa in rete alle 15:45:20
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Silvana Grasso interpreta il poeta Vullo
Ci si aspettava la solita presentazione di un libro di poesie, quelle scritte da Angelo Vullo. Presentatrice d’eccezione, è arrivata all’appuntamento nell’auditorium del liceo classico “Eschilo”, sicuramente a casa sua, con una trovata originale che testimonia ancora una volta l’estro oltre che l’inventiva di proporsi che ha un personaggio del nostro tempo: Silvana Grasso. La scrittrice ci ha forse abituati ai colpi di scena, alla rumorosità onomatopeica delle sue parole, dei suoi libri, alle sue verità che a volte fanno male, ma bene alla democrazia.
Ti aspettavi una persona esperta nella letteratura che esponesse con dovizia di particolari il sentire di un giovane poeta, pardon, di un poeta poiché Silvana non ama definirlo “giovane”, ma semplicemente poeta. Invece ti sei trovato di fronte una mattatrice d’eccezione che ha parlato a braccio della poesia di Angelo Vullo, ossia del suo poema dal sapore mitologico. Proprio perché quel libretto l’ha letto e riletto una de-cina di volte, suscitandole emozioni sempre nuove e dirompenti, da brava artista, nonché attrice incallita, ha cavato da quei versi, la storia di un trentenne, il suo sentire, il suo fare, il tutto dimensionato nello spazio che è proprio della mitologia greca e nel tempo di un continuo presente. A far da cornice alla sua conversazione seguitissima dal folto pubblico presente, le note stonate e stridenti di un violinista scassatissimo che per intonare quei rigurgiti e lamenti d’oltretomba con l’archetto che raspava sulle corde, doveva trattarsi sicuramente di un autentico talento. A completare lo scenario di un palcoscenico da rappresentazione classica, non poteva mancare il coro composto da uno studente e da giovani studentesse che, tra una declamazione e l’altra, si fermavano per poi percorrere l’auditorium con danze e forme gestuali. Applausi tanti, accompagnati a stupore per quell’invenzione scenica di marca “Grasso”. Per un buon lasso di tempo si è stentato a capire chi era il protagonista della serata, ma di lì a poco si è capito che per conoscere la poesia di Angelo Vullo, Silvana Grasso aveva scelto quella tecnica di dialogare con lui e costringerlo ad uscire fuori dal suo guscio. Dapprima solo qualche risposta e via via con il crescendo caratteristico della tragedia greca le risposte del poeta.
Ad organizzare il meeting è stato il club service Soroptimist. “Abbiamo voluto dedicare il primo service alla cultura – ci ha dichiarato il suo presidente Rina Palmeri – presentando questo giovane poeta. Dedicheremo tanto spazio a tanti altri giovani talenti che si distinguono nella musica, nell’arte ed altri campi. Pubblicheremo il libro bianco sui diritti che le donne europee hanno acquisito a differenza delle altre donne del terzo mondo”.
Due battute con Silvana Grasso.
– Professoressa Grasso, ma chi è Angelo Vullo?
"Angelo Vullo è la poesia. E’ un talento ed io stasera non ho fatto altro che il mio dovere presentando i suoi versi alla città. Un dovere a cui spesso non ottemperiamo. Angelo è un poeta. I suoi versi parlano per lui. La sua poesia ruggisce per lui. Stasera ho detto una cosa verissima quando ho affermato di essere assolutamente impreparata quantunque avessi tantissimo studiato"
– Nel leggere dieci volte questo libro, ha provato dieci sensazioni diverse o è stato sempre un crescendo di sensazioni?
"Ne ho provato tantissime in relazione alla bellezza del libro ed a tutto quello che ci può ancora regalare. C’è una grandinata di emozioni. E’ veramente un’alluvione. Non ho che appena assaggiato. Il resto lo farò ora nel tempo, da sola senza rumori".
Ed ora alcune domande al poeta Angelo Vullo.
– Angelo, emozionato?
"Molto emozionato. Infatti prima di accettare l’invito che mi ha fatto la prof.ssa Silvana Grasso, sentendo anche il Soroptmist, avevo delle titubanze. E’ stata Silvana a convincermi allontanando da me tutte le titubanze. Questa è la prima volta che presenzio ad una mia opera. Si tratta della mia terza opera edita".
– Quanto Silvana Grasso ha esposto parlando di te corrisponde a ciò che tu realmente senti ed hai voluto esprimere con le tue poesie?
“Come un pianista che interpreta un’opera di un compositore anche classico, anche Silvana ha voluto interpretare. Passano gli anni e rimane sempre la vecchia disputa tra coloro che cercano di rispettare filologicamente il testo e quelli che cercano di interpretarlo. A mio avviso non si può mai interpretare filologicamente un testo. Neanche io lo leggo sempre alla stessa maniera ciò che scrivo".
– Nel tuo percorso poetico cosa rappresenta per te la donna?
"Ce ne sono tante. Alcune sono inventate. Sono delle pure fantasie, altre volte sono io ad impersonarle".
– Quale è il senso del coro che ha accompagnato la presentazione della tua poesia?
"Il coro nasce quando c’è l’esigenza polifonica. Ci sono più voci nello stesso testo. Nelle mie sestine che compongono questo poema, ci sono tante persone, tante voci nascoste. Silvana Grasso ha saputo sentirle e le ha interpretate a modo suo. Non ero consapevole né informato di questa sua scelta che è stata una autentica sorpresa".
– La tua poesia è una composizione d’impulso, per appunti, un ritornarci a più riprese?
"Quando ho composto questo poemetto avevo digitato uno o due versi per intero di solito endecasillabi o de-casillabi e li appuntavo. Quando poi non ce la facevo più, allora cominciavo a scrivere. Non l’ho composto dall’A alla zeta linearmente di getto".
Autore : Nello Lombardo
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