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Corriere di Gela | Cultura e riqualificazione urbana
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notizia del 31/03/2012 messa in rete alle 15:08:20

Cultura e riqualificazione urbana

L’acceso dibattito intorno alla questione della rigenerazione urbana è il tema che ha caratterizzato la serata che l’associazione daterreinmezzoalmare ha organizzato venerdì 23 marzo al Tropico Med. Ospite d’eccezione del secondo appuntamento della rassegna Cunta 2012 è stata la storica dell’arte, nonché autrice e produttrice di reportage sull’architettura urbana contemporanea, Marta Francocci che ha messo in evidenza come “nel complicato sistema delle trasformazioni urbane l’Italia abbia dimostrato non poche difficoltà”. L’argomento è stato introdotto dalla visione di due puntate del documentario prodotto da Rainews «Mi chiamo città», dove l’esperta indaga sull’evoluzione dello spazio cittadino avvenuta in Italia e nel resto dell’Europa dagli anni ’80 ad oggi.

«Berlino è risultata una città-manifesto del recupero urbano che ha potuto contare su un forte investimento pubblico – ha detto la Francocci – essa ha agito su due livelli, centro e periferia, su interventi capaci da un lato di attirare capitali, dall’altro di dare qualità alla vita quotidiana. Le città del futuro sono quelle in grado di dare accoglienza a tutti». In Italia la scarsezza delle risorse economiche e il tabù della conservazione hanno ostacolato le sostituzioni urbane di parti di città ormai degradate, o che hanno perso la loro funzione originaria, con spazi vivibili e funzionali. Spesso gli investimenti sono stati concentrati sulle aree più interessanti e di valore, gli interventi sulle aree periferiche sono stati limitati, e al sud come al nord molte città non riescono ad essere coerenti con i bisogni dei cittadini.

Emanuele Tuccio, direttore scientifico dell’associazione, ha commentato che spesso la mancanza di meccanismi economici nasconde la carenza di meccanismi culturali che impedisce la trasformazione della nostra città. «A Berlino si assiste ad una politica di attrazione di una giovane classe creativa che punta sulla contemporaneità – ha aggiunto la relatrice – ciò vuol dire pensare ad una città con delle regole culturalmente avanzate».

Si parla di rigenerazione urbana da quando le città hanno deciso di smettere di espandersi e di consumare suolo, ciò vuol dire ripensare la città secondo le regole tecnologicamente avanzate delle eco-città sostenibili altrimenti “finirà che i primi esclusi dalla terra saremo noi esseri umani”.

«Questo è un processo complicato – ha sottolineato la storica dell’arte – l’amministrazione pubblica spesso non è in grado di governare simili processi, per cui si ritiene necessario l’intervento dei privati che richiedono tempi certi e modalità certe, garanzie che il nostro Paese storicamente non è mai stato in grado di dare».

La giornalista ha puntualizzato l’importanza dell’essere colti nel processo di trasformazione, ciò è fondamentale per meglio organizzare le informazioni, e ha raccomandato gli architetti ad essere più coraggiosi. All’incontro ha partecipato un pubblico numeroso e molti professionisti del settore.

Il presidente dell’Ordine provinciale degli architetti, Stefano Alletto, ha sottolineato come “la contraddizione tra ciò che il politico vuole per la sua città, ciò che l’architetto progetta, e le risorse economiche disponibili, rende indispensabile l’intervento dei privati”. Vincenzo Castellana, architetto e direttore della comunicazione dell’associazione, ha ribadito che “in un momento in cui la città non riesce a ritrovare un percorso, l’unica strategia diventa la qualità come percorso di progetto”.

Sono anche intervenuti gli architetti Saverio Scicolone e Alfonso Cardinale. I Cunta, tra cena e chiacchiere informali tra amici, si stanno confermando un’importante occasione di riflessione su un argomento che nella nostra città, purtroppo non ha suscitato negli anni l’interesse dei nostri amministratori. Dopo la serata con la Marcocci, la rassegna riprenderà venerdì 13 aprile, ospite Enzo Fiammetta (Gibellina), con una conferenza d’arte sul museo delle trame mediterranee dedicata a Ludovico Corrao. Solito orario (21), solito posto (Tropicomed)


Autore : Filippa Antinoro

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